I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO -

Giovanni Verga La catastrofe di un aspirante borghese Proprio alla fine dell esistenza, Gesualdo capisce l inutilità della ricchezza, unica ragione della sua vita operosa. Ora che la solitudine in cui è immerso non è più riscattata dal lavoro e dalla lotta, che lo avevano tenuto impegnato celandogli l ostilità del mondo, capisce che la roba sta per sfuggirgli e sarà presto destinata alla rovina. Le terre abbandonate, lo spreco delle risorse, i lussi della casa gli fanno comprendere di essere uno sconfitto sul piano degli affetti e su quello della roba che, per una sorta di spietata legge del contrappasso, sarà dissipata dal genero scialacquatore. Una vittima dell ambizione sociale La scalata sociale di Gesualdo si è trasformata in un fallimento umano doloroso e in un isolamento che è la conseguenza della rottura del patto di solidarietà con la classe sociale da cui proviene. Anch egli, come Mazzarò, ha costruito, mantenuto e accresciuto il proprio patrimonio grazie alla fatica e al sacrificio. Tuttavia, mentre Mazzarò, chiuso nella propria grettezza, non può concepire altro che un perpetuo bisogno di possesso, Gesualdo si concede un infrazione che si rivelerà fatale: il matrimonio. Per quanto tale decisione sia sempre dettata da motivi di convenienza, essa è di fatto la causa di tutti i suoi mali, economici e affettivi. Mazzarò e Gesualdo: la diversità di due vinti C è inoltre un altra differenza tra i due uomini. Mentre in punto di morte Mazzarò vuole portare con sé la roba che ha accumulato, Gesualdo si appiglia disperatamente all idea che essa possa sopravvivergli: a sancire la sua resa definitiva è la coscienza che questo non potrà accadere. Pur assillato anch egli dall attaccamento ai beni materiali, e benché incline come Mazzarò a una vita consacrata alla parsimonia e alla rinuncia, Gesualdo non può definirsi interamente né avaro né egoista, come notiamo dal pensiero rivolto ai figli illegittimi avuti prima del matrimonio, le persone verso cui ha degli obblighi (r. 218). Isabella, a cui chiede di lasciar loro qualcosa del patrimonio che sta per ereditare, non è capace però di entrare davvero in contatto con lui e i suoi occhi, dopo una breve, inespressa commozione, tornano indifferenti e insensibili: la distanza che separa padre e figlia si traduce così nello sdegnoso ritrarsi di Isabella, nella sua indisponibilità alla confidenza e nel riapparire della ruga ostinata dei Trao fra le ciglia (r. 229), di fronte alla quale a Gesualdo non resta che rinunciare a ogni tentativo di comunicazione. In quegli occhi e nello sconforto senza lacrime di Gesualdo, rassegnato con dignità alla sconfitta (Allentò le braccia, e non aggiunse altro, rr. 231-232), Verga proietta il proprio radicale pessimismo sulle possibilità di salvezza dell uomo, costretto a vivere in un mondo senza ideali, schiavo della sola morale utilitaristica e privato di vera affettività. L artificio dello straniamento nella Roba Le scelte stilistiche A differenza dell oppresso Rosso Malpelo, che la società condanna alla marginalità, Mazzarò è un oppressore , ma eroe di un mondo che ne riconosce i valori e per questo lo rispetta e lo ammira. Ciò spiega perché Verga scelga, per raccontarne le imprese, la voce di un narratore complice, che aderisce alla sua mentalità e alla sua visione della vita. A eccezione dell incipit (in cui il punto di vista è quello di un viandante che si presuppone colto) e del breve intermezzo dell umile lettighiere (r. 6), che non comprende le scelte di Mazzarò, il racconto sembra ispirato direttamente dalle convinzioni del protagonista. Così assistiamo, in un certo qual modo, alla sua celebrazione: dall anonimo narratore popolare che con stupita ammirazione descrive come normali, anzi come lodevoli, i metodi del protagonista, non giungerà mai una parola di censura della sua ingordigia economica, mai un dubbio sul suo comportamento, mai il sospetto che la folle rincorsa del denaro lo abbia portato a recidere ogni legame con gli uomini e anche con sé stesso. Perfino la considerazione della morte della madre come 177

I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 3
I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi