I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO -

Il secondo Ottocento fardello economico (Di donne non aveva mai avuto sulle spalle che sua madre, la quale gli era costata anche 12 tarì, quando aveva dovuto farla portare al camposanto, rr. 53-55) viene ritenuta del tutto normale: ma in realtà è evidente che spingendo alle estreme conseguenze la legittimazione delle azioni e della mentalità del protagonista, l autore induce in chi legge una presa di distanza o anche un moto di nauseata indignazione. Il modo in cui il narratore descrive le vicende del protagonista contiene perfino un che di leggendario o di fiabesco, a cui collaborano in modo decisivo accumulazioni* e iterazioni* (E cammina e cammina, r. 11) nonché l uso delle iperboli*, spia evidente della trasfigurazione mitica di Mazzarò operata dall immaginario popolare (Pareva che fosse di Mazzarò perfino il sole che tramontava, rr. 24-25). il lettore a dover cogliere, dietro alla straniante impersonalità di Verga, il dramma di un uomo che, per dedicare alla roba la propria vita, finisce per essere travolto dall inutilità dei suoi sforzi, nel delirante, finale abbraccio con tutto ciò che ha conquistato. e in Mastrodon Gesualdo La stessa ottica straniante si può rilevare nella variabilità dei punti di vista delle ultime pagine di Mastro-don Gesualdo. lo stesso protagonista che osserva la realtà del palazzo in cui è ospitato: la condizione di escluso in cui si trova gli permette di valutare la vacuità e l insensatezza che vi regna. Anche durante il colloquio con Isabella, dietro l apparenza di un osservazione neutrale compiuta da un narratore esterno, a essere registrati sono soprattutto gli stati d animo di Gesualdo: guardandola fisso per vedere se voleva lei pure (rr. 181-182); La guardò fissamente (r. 214); E mentre la guardava (r. 225). Le fasi finali dell agonia del protagonista vengono descritte attraverso il punto di vista del domestico con una serie di espressioni che sottintendono il suo cinismo e il disprezzo per il moribondo (capricci, r. 239; canzone, r. 240; contrabbasso, r. 245; uzzolo e mattana, r. 250: gli ultimi due termini sono toscanismi propri del linguaggio di scuderia e riferiti ai cavalli imbizzarriti). Al lettore non resta che avvertire lo sconsolato pessimismo di Verga, il quale non evita di concedersi però una deroga all impersonalità: l epiteto poveraccio che riserva al morente alla r. 120 tradisce un sentimento di pietà per il tragico fallimento di un uomo ingannato dal miraggio della ricchezza e della potenza e dalla tragica illusione di governare il destino. Verso le competenze La roba COMPRENDERE 1 La novella può essere divisa in tre sequenze fondamentali: la descrizione della roba di Mazzarò; la sua storia; la conclusione della vicenda. Individua nel testo queste parti e riassumine il contenuto. ANALIZZARE 2 Individua le espressioni popolari presenti nella novella. 3 La presentazione iniziale di Mazzarò è affidata al punto di vista di un viandante sconosciuto, che osserva la proprietà del protagonista. Da quali elementi possiamo supporre il suo alto livello culturale? INTERPRETARE 4 Il testo è ricco di similitudini che si riferiscono al mondo naturale (folto come un bosco, r. 16; come un fiume, r. 137) e animale (ricco come un maiale, r. 31; 178 numerosi come le lunghe file dei corvi, rr. 61-62). Perché, secondo te? PRODURRE 5 Mazzarò può essere considerato un perfetto esemplare di avaro. In che cosa consiste per te l avarizia, anche in riferimento alla società di oggi? Esponi le tue idee in un testo espositivo e argomentativo di circa 30 righe. La morte di Gesualdo COMPRENDERE 6 Dove e in che modo muore Gesualdo? ANALIZZARE 7 Trova le espressioni che denunciano il fastidio o l invidia dei servitori nei confronti del protagonista. INTERPRETARE 8 Il colloquio tra il protagonista e la figlia è costellato di punti di sospensione. Perché?

I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 3
I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi