I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO -

Giacomo Leopardi creatura infelice da confortare grazie alla pietà, alla solidarietà e a quell affettuoso legame che dovrebbe istituirsi tra il singolo individuo e la comunità umana di cui fa parte. Il suicidio come risposta all infelicità A questo approdo Leopardi giunge dopo aver affrontato lo snodo decisivo del suicidio, tragica ma razionale soluzione per chi ha acquisito una coscienza definitiva della sorte sventurata che la natura ha destinato ai viventi. Nel trattare questo tema, egli sceglie un approccio problematico che si sviluppa in questa operetta attraverso il confronto tra due filosofi che sostengono tesi opposte. Per Porfirio il suicidio è una legittima soluzione all infelicità, mentre di parere opposto è Plotino, che vuol dissuadere l amico dal suo proposito. Non è una particolare situazione di difficoltà che conduce Porfirio a pensare al suicidio, ma la vanità di tutte le cose: sia il piacere sia il dolore sono accidenti passeggeri, ciò che invece permea in modo costante la vita è il tedio, la noia. L amor proprio e l orrore della morte Ai ragionamenti di Porfirio, Plotino si oppone suggerendo di osservare la natura e le sue leggi, che rischierebbero il sovvertimento se il principio di distruzione dovesse prevalere su quello di conservazione. Per questo esistono l amor proprio, che fa tendere tutti i viventi al mantenimento della vita, e l orrore della morte. La solidarietà e il valore degli affetti Tuttavia, secondo Plotino, una parte dell uomo antico (r. 54) sopravvive ancora in quello moderno. Proprio questa superstite natura primitiva (rr. 45-46) è meno nemica dell uomo di quanto non sia l intelletto che svela le illusioni e i mascheramenti dell infelicità. Si tratta di una tesi che Leopardi sposa non rinnegando quella di Porfirio, il suo pessimismo cosmico non viene confutato, ma al di là della logica ferrea della ragione affiora una prospettiva etica, grazie alla quale è possibile legittimare un altro argomento, non razionale bensì affettivo: il rapporto dell individuo con l altro da sé. A chi si uccide non può essere ovviamente rimproverata inconsapevolezza del proprio stato; può essergli però addebitato quell eccessivo amore di se medesimo (r. 86), che gli impedisce di considerare quanto dolore infligga ai propri cari con la scelta di una separazione e intenzionale. Le argomentazioni finali di Plotino possono così fare appello alle qualità che Porfirio ha fin qui dimostrato: se è uomo saggio e forte, può ben sopportare la vita. Conta di più il valore dell amicizia, mentre sarebbe un abuso barbaro e crudele e un atto di egoismo scegliere una soluzione estrema, causando ulteriore sofferenza che è in potere dell uomo evitare. Proprio perché la vita è breve e infelice, va coltivato il valore della solidarietà, del conforto e sostegno reciproco. E dopo la morte, quando verrà, ci saranno il ricordo e l amore degli amici. Il ragionamento di due filosofi Le scelte stilistiche Trattandosi di due filosofi, il discorso di entrambi procede sostenuto da ragionamenti rigorosi e ricchi di argomentazioni e richiamando il pensiero di autori come Platone e Omero. I due contendenti, che non abbandonano mai un tono cordiale (in particolare Plotino, che ricorre spesso all affettuoso vocativo Porfirio mio, fino all esortazione finale), usano spesso antitesi* e paradossi*. Entrambi si servono di metafore* ma è soprattutto Plotino a cercare l effetto emotivo ricorrendo a climax* in forte progressione (dagl idioti, ma dagl ingegnosi, dai dotti, dai saggi, rr. 57-58), polisindeti* accorati e congiuntivi esortativi (Viviamo, Porfirio mio, e confortiamoci, r. 92; non ricusiamo, r. 92; attendiamo, r. 94; andiamoci, r. 94) con lo scopo, se non di convincere l amico sul piano razionale, almeno di coinvolgerlo su quello sentimentale. 815

I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 2
I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento