La noia

Il primo Ottocento Verso le competenze COMPRENDERE 1 Individua i nuclei fondamentali dei ragionamenti che sviluppano i due personaggi ed esponili schematicamente, distinguendo le argomentazioni a favore del suicidio da quelle contro. INTERPRETARE 4 Perché Porfirio dice: Solo la noia, la qual nasce sempre dalla vanità delle cose, non è mai vanità, non inganno; mai non è fondata in sul falso (rr. 39-40)? ANALIZZARE 2 Spiega l effetto che producono i seguenti climax: PRODURRE 5 Leopardi affronta il discorso sulla vanità del dolore, che, in tutte le sue forme più dure, tuttavia passa, svanisce, per cui rifassi il gusto alla vita, nasce or questa or quella speranza nuova (rr. 66-67). Richiamando anche episodi della biografia leopardiana, spiega in un testo espositivo-argomentativo di circa 30 righe come nella sua filosofia, nonostante la lucidità dell analisi razionale sul rapporto tra piacere e dolore, prevalga un atteggiamento agonistico e combattivo verso la vita e come la spinta vitale sia più forte della rinuncia pessimistica. a medicare occultarcene trasfigurarcene, la maggior parte (rr. 50-51). b non è fastidio della vita, non disperazione, non senso della nullità delle cose, della vanità delle cure, della solitudine dell uomo; non odio del mondo e di se medesimo (rr. 60-62). 3 Individua le parole e le espressioni più significative che riguardano l area semantica del ragionare e dell argomentare. La noia La tragedia di sentirsi disadattati «La noia è manifestamente un male, e l annoiarsi una infelicità. Or che cosa è la noia? Niun male né dolore particolare ma la semplice vita sentita, provata, conosciuta, pienamente presente all individuo : con queste parole Leopardi definisce nello Zibaldone una delle principali peculiarità della condizione umana. Questo sentimento occupa infatti secondo l autore gran parte della vita, in una sorta di posizione di confine tra gli interminabili intervalli che si frappongono tra il desiderio del piacere e la scoperta della sua irrealizzabilità. Il motivo ricorre in tutta la produzione leopardiana, sia in versi sia in prosa. Si tratta di quel senso di vuoto che l uomo percepisce quando cadono le sue aspirazioni e si sente incapace di vivere e partecipare al flusso della vita. La noia come condizione degli animi inappagati Tuttavia, la noia non colpisce tutti gli uomini in modo indiscriminato. Se da un lato infatti essa nasce da quell inappagato desiderio di felicità infinita che appartiene a tutti gli uomini, dall altro coglie esclusivamente chi ha coscienza della vanità delle cose: chi, in altri termini, vive la dimensione emotiva della fragilità e della transitorietà dell esistenza e perciò vede frustrato il proprio bisogno di assoluto. Da qui il carattere sublime della noia, chiaramente delineato da Leopardi in uno dei Pensieri (68): «Il non potere essere soddisfatto da alcuna cosa terrena, né, per così dire, dalla terra intera; considerare l ampiezza inestimabile dello spazio, il numero e la mole meravigliosa dei mondi, e trovare che tutto è poco e piccino alla capacità dell animo proprio; immaginarsi il numero dei mondi infinito, e l universo infinito, e sentire che l animo e il desiderio nostro sarebbe ancora più grande che sì fatto universo; e sempre accusare le cose d insufficienza e di nullità, e patire mancamento e voto, e però noia, pare a me il maggior segno di grandezza e di nobiltà, che si vegga della natura umana . Sempre le stesse cose La responsabilità di questo stato d animo ricade sulla natura che alimenta il desiderio di piaceri irrealizzabili. L «apparir del vero , come Leopardi scrive nel canto A Silvia ( T15, p. 849), fa infatti svanire la speranza che il domani sia diverso dal presente: i giorni, i mesi e gli anni sono invece destinati a trascorrere sempre uguali. Per poter sperare nella felicità, all uomo non rimane che illusoriamente rinviarla sempre a un domani migliore. 816

I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 2
I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento