T1 - Desgrazzi de Giovannin Bongee

La poesia romantica in Italia una prostituta, El lament del Marchionn di gamb avert, un ciabattino sciancato. Nelle loro storie al tempo stesso comiche e dolenti, che forniscono numerosi spunti a Manzoni, l idea romantica di popolo trova una straordinaria incarnazione letteraria. Lo stile A partire dalle opere teatrali di Carlo Maria Maggi (1630-1699), la tradizione dialettale milanese privilegiava un realismo dalla forte tensione morale che ora si ritrova nei versi di Porta. La scelta del milanese non va ricondotta al desiderio di rifugiarsi in un ambito di spensierato disimpegno: tutt altro. Porta usa il dialetto come un coltello appuntito per incidere nelle piaghe della società, spargendovi il sale del comico. Il virtuosismo nella scelta dei registri linguistici, quanto mai duttili e vari, non è fine a sé stesso, ma serve a caratterizzare le diverse prospettive che si incrociano nella quotidianità del capoluogo lombardo. Per esempio le «damazze della vecchia nobiltà, donne grette e sprezzanti, utilizzano un affettato «parlar finito , applicando desinenze italiane a termini milanesi nell intento di distinguersi dalla parlata della plebe: ma l esito è goffo e irresistibilmente ridicolo. T1 Desgrazzi de Giovannin Bongee Carlo Porta Le disavventure di un poveraccio Scritte nel 1812, le Desgrazzi (Disgrazie) ebbero vasta circolazione manoscritta e accrebbero la fama di Porta. Foscolo, che gli fu amico, lo definì scherzosamente «Omero dell Achille Bongé in una lettera del 1814, anno in cui il poeta in seguito alle pressanti richieste dei lettori ridiede vita al personaggio nelle Olter desgrazzi (Altre disgrazie). Il protagonista Giovannin rivendica un cuor di leone, ma il lettore presto si accorge di avere a che fare con le vanterie di una vittima, un uomo strapazzato prima da una ronda notturna e poi da un soldato francese: sotto la superficie del comico, preme la questione delle ingiustizie sociali. METRO Sestine di endecasillabi con schema di rime ABABCC. TRADUZIONE 5 10 Deggià, Lustrissem, che semm sul descors de quij prepotentoni de Frances, ch el senta on poo mò adess cossa m è occors jer sira in tra i noeuv e mezza e i des, giust in quell ora che vegneva via sloffi e stracch come on asen de bottia. 1-6 Visto che siamo sul discorso di quei prepotentoni di francesi, Illustrissimo, adesso senta un po cosa mi è capitato ieri sera tra le nove e mezza e le dieci, giusto all ora in cui venivo via dalla bottega moscio e stanco come un asino. Seva in contraa de Santa Margaritta e andava inscì bell bell come se fa ziffoland de per mì sulla mia dritta, e quand sont lì al canton dove che stà quell pessee che gh ha foeura i bej oliv me senti tutt a on bott a dì: Chi viv? 7-12 Ero in contrada di Santa Margherita e me ne andavo così bel bello come si usa, fischiettando per conto mio, sulla mia destra, e quando arrivo all angolo dove sta quel droghiere che ha fuori le belle olive di colpo mi sento dire: «Chi va là? . 1 Lustrissem: è l interlocutore, di rango sociale più elevato, al quale il Bongee racconta le sue disgrazie. 2 prepotentoni de Frances: i francesi dominano la Lombardia dal 1800 al 1814, quando la città torna sotto il governo austriaco. Giovannino vuole ingraziarsi il Lustrissem, il quale in precedenza avrà deprecato il regime napoleonico, che aveva imposto gravi sacrifici, come la leva militare, il bloc- co continentale, l aumento delle imposte. 7 contraa de Santa Margaritta: via del centro di Milano, fra piazza dei Mercanti e il Teatro alla Scala. 12 Chi viv?: ricalca il francese qui vive? 583

I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 2
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Dal Seicento al primo Ottocento