I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO -

Il primo Ottocento Per questo la riflessione sulla situazione personale e su quella della penisola inevitabilmente si allarga a una dimensione cosmica, eterna, contrassegnata da un disperato fatalismo: sempre gli imperi si sono avvicendati, la Storia è un oceano di sangue e patimento, all uomo non resta che accettare una condizione che di volta in volta può renderlo schiavo o tiranno, in base a quella logica ciclica a cui, secondo l insegnamento di Giambattista Vico, sono sottoposti gli individui e la civiltà. La morte e il ricordo L enfasi come documento della disperazione Il ritmo della concitazione emotiva All io non rimane dunque che abbandonare ogni residua e ottimistica velleità circa le possibilità concesse al proprio agire. La virtù stessa è fonte di illusioni: nessun ideale può sconfiggere la sofferenza. Le speranze di Jacopo si infrangono a contatto con la sua consapevolezza: che può fare il solo mio braccio e la nuda mia voce? (r. 16); e ancora: la mia voce si perde tra il fremito ancora vivo di tanti popoli trapassati (rr. 35-36). Il mito dell eroismo individuale, che pure aveva fatto breccia nel suo spirito avido di belle gesta, è ormai superato e perfino demistificato: poiché anche le nobili azioni del singolo finiscono per diventare strumento della legge del più forte, l unica via di uscita è l estrema liberazione dalla vita. A confortare il protagonista rimane solo il pensiero che morendo in patria potrà almeno essere ricordato e pianto da quei pochi deboli e sventurati (r. 70) i quali, dopo avere sperimentati tutti gli errori, e sentiti tutti i guai della vita (r. 71), condividono con lui la virtù della compassione. Le scelte stilistiche Le domande, sempre più disperate, si affollano nella mente di Jacopo. La forza delle espressioni, delle invocazioni, delle invettive diventa tanto più intensa quanto più si affievoliscono le sue energie, fiaccate dalle molteplici delusioni. Anche in questo caso il tono è quello di un monologo teatrale, in cui i pensieri vengono espressi in forma concitata, a volte perfino enfatica. Passato e presente si fondono, in un discorso che alterna slanci e pause riflessive nello snodarsi dei vari argomenti, dall intonazione tragica e declamatoria dell apostrofe* iniziale all Italia al pathos lirico ed effusivo che si distende nella parte finale della lettera. A prevalere è un ritmo in cui periodi brevi e connessi paratatticamente lasciano spazio a frasi più ampie e articolate; stabile è invece il registro espressivo, sempre tendente al sublime, con la consueta e naturale disposizione alla declamazione, come si vede dall abbondanza di interrogative dirette, di esclamazioni e apostrofi indirizzate dal protagonista ora a sé stesso (Tu hai una madre e un amico, rr. 76-77), ora all interlocutore reale (Lorenzo, sai tu dove vive ancora la vera virt ?, r. 70), ora infine a interlocutori fittizi (l Italia, la Compassione, la Natura). Verso le competenze COMPRENDERE 1 Riassumi il contenuto della lettera in circa 10 righe. 2 Qual è il soggetto della proposizione Oggi sono tiranne (r. 45)? a Le nazioni. b Le loro età. c Gli europei. d Le foreste di belve. INTERPRETARE 4 Quali effetti ottengono le frasi esclamative e interrogative scritte da Jacopo? 5 In argini di altissime rupi e di burroni cavernosi (r. 8) quale figura retorica riconosci? a Analogia. b Metafora. ANALIZZARE 3 Individua le personificazioni presenti nel testo. 486 c Climax. d Chiasmo.

I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 2
I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento