I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO -

Il Settecento zione e alla rivolta. Per argomentare questi passaggi del suo pensiero, Alfieri presenta delle situazioni ipotetiche e paradossali: solo un buon cittadino (r. 36) che si facesse ministro di un tiranno potrebbe spingere costui all eccesso; ma una tale figura di uomo buono (r. 51) non esiste, perché si troverebbe costretto a farsi prima egli stesso scellerato ed infame (rr. 52-53); d altra parte, un ministro scellerato davvero (r. 56) non spingerebbe il tiranno alla rovina, sapendo che la fine del despota sarebbe anche la sua. Questi paradossi sono funzionali al rigore dell argomentazione, e mostrano come i punti di riferimento dell analisi politica alfieriana siano il razionalismo classico e la spregiudicatezza di Machiavelli, mentre la sua sfiducia verso il popolo è indice di un pessimismo che ha le proprie radici culturali nel pensiero reazionario. Il risultato di questa concezione è l individuazione della più grande minaccia nel dispotismo illuminato e nella tirannide moderata, ossia in quei governi, allora diffusi in Europa, che mascherano e attenuano le forme esteriori dell autorità, assicurandosi, proprio in virtù di questa mancanza di gesti estremi, una lunga durata. Una scrittura sostenuta Il coinvolgimento emotivo Le scelte stilistiche La scrittura trattatistica di Alfieri è carica di tensione, finalizzata com è a persuadere e a scaldare l animo dei lettori. In questo passo, come in altri brani della stessa opera, essa si sviluppa con un tono incalzante, accompagnata da un uso insistito del polisindeto* (La volontà, o la opinione di tutti o dei più, mantiene sola la tirannide: la volontà e l opinione di tutti o dei più, può sola veramente distruggerla, rr. 1-2) che conferisce al testo un ritmo sostenuto. Il procedere del discorso è quello tipico delle dimostrazioni: il ritmo rallenta quando l autore vuole puntualizzare meglio le sue tesi; si trovano allora anche delucidazioni e domande retoriche, con un frequente uso dei due punti. Il lessico è di facile comprensione; qualche difficoltà nella lettura può invece essere generata dall alto numero di inversioni* e dalla preferenza per un ordine sintattico non lineare (mezzo brevemente efficace a produr tale effetto, nessuno ve ne ha, r. 5). Quest ultima caratteristica formale risponde da un lato alla ricerca di uno stile oratorio alto, che ha i suoi modelli nella prosa latina, dall altro alla tendenza alla concisione e alla concentrazione espressiva tipica anche delle tragedie. In alcuni passaggi è particolarmente evidente il coinvolgimento emotivo dell autore: per esempio quando afferma che mi perdonano i tiranni europei tutto ciò che finora intorno ad essi mi è occorso di ragionare (rr. 8-9), cioè che rinunciano a perseguitarlo, avendo egli dimostrato la saldezza del loro potere; oppure quando dichiara di dire piangendo (rr. 4-5) la verità che ha compreso. Il tono neutro di un esposizione che vuole presentarsi come oggettiva è dunque abilmente variato da componenti maggiormente espressive per ottenere l adesione psicologica dei lettori. I tirannicidi (particolare), copia romana di un bronzo greco, II sec. Napoli, Museo Archeologico Nazionale. 412

I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 2
I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento