3 - Le passioni di un mondo arcaico

3 Le passioni di un mondo arcaico

Una tensione drammatica Nella prefazione alla novella L’amante di Gramigna, Verga riconosce il proprio interesse per «il misterioso processo per cui le passioni si annodano, si intrecciano, maturano, si svolgono nel loro cammino sotterraneo nei loro andirivieni che spesso sembrano contradditori» ( T1, p. 145). Sentimenti e desideri sono al centro della sua attenzione proprio per la loro componente irrazionale, senza che l’autore però si proponga di svelarne le dinamiche: i meccanismi che regolano le azioni umane rimangono infatti impenetrabili.

Non a caso i personaggi verghiani, più che parlare o spiegare, “fanno”: sono protagonisti, cioè, di atti e azioni che nascono da impulsi irresistibili, di cui è impossibile spiegare le oscure motivazioni. Tali impulsi non vengono analizzati, ma soltanto descritti nelle loro conseguenze, che l’autore non commenta mai. Scosse da impeti quasi animaleschi, le figure verghiane non hanno ombre interiori, esasperano invece nei loro gesti la violenza che regola i rapporti della società in cui vivono.

Una protesta senza riscatto Essi appaiono condannati da un’inesorabile fatalità: tuttavia i comportamenti di figure quali Rosso Malpelo e la Lupa, pur eccezionali, non sottintendono mai una ribellione tesa al riscatto; piuttosto, agiscono come vittime che scelgono non di mutare la propria sorte, ma di diventarne in qualche modo esecutori. Essi sono esclusi e “diversi”, in conflitto permanente con la collettività che li rifiuta e li espelle: “anormali” e “deviati”, il loro destino è sempre tragico, poiché li animano un anticonformismo e un coraggio che non possono avere esiti positivi. La loro dannazione si consuma attraverso tradimenti, duelli, amori maledetti e gelosie, gesti inconsulti e una violenza che esplode repentina e selvaggia.
La persistenza di elementi romantici D’altro canto, la presenza ricorrente dell’amore-passione indica il persistere di un atteggiamento ancora romantico: per esempio il tono di alcune novelle di Vita dei campi è a metà tra l’epico e il lirico, il paesaggio incontaminato corrisponde spesso agli stati d’animo “naturali” dei personaggi, l’autenticità degli affetti e delle emozioni rimanda a un’esistenza schietta e semplice, antitetica rispetto all’artificiosità della moderna vita urbana. Ma questi aspetti ancora positivi della civiltà contadina si corromperanno presto, come si vede nella seconda parte della produzione verista verghiana – le Novelle rusticane e, soprattutto, Mastro-don Gesualdo – a contatto con la logica dell’interesse e dell’agire economico, destinata a soffocare ogni sentimento umano e ogni moto generoso dell’anima.

Volti e luoghi della letteratura - volume 3A
Volti e luoghi della letteratura - volume 3A
Dal secondo Ottocento al primo Novecento