AMERICA ANDINO-AMAZZONICA

La porzione settentrionale della massa continentale sudamericana è caratterizzata da due elementi fra loro strettamente collegati: la catena delle Ande e il bacino del Rio delle Amazzoni.

IL TERRITORIO E IL CLIMA

La “spina dorsale” delle Ande

La Cordigliera delle Ande corre lungo il bordo occidentale della regione, allungandosi poi nell’area del Cono Sud, per un’estensione totale di 7500 km.

In alcuni tratti si presenta come un’unica catena, in altri come un fascio di catene separate da profonde valli fluviali, vasti altopiani e bacini chiusi, dove si possono trovare anche grandi laghi, come il Titicaca, situato a quasi 4000 m di altitudine al confine fra Perú e Bolivia.

Il Rio delle Amazzoni

I fiumi che sfociano nell’Oceano Pacifico sono brevi ma sufficienti ad alimentare l’attività agricola lungo la fascia costiera. Quelli che scendono verso oriente per la maggior parte vanno ad alimentare l’enorme bacino del Rio delle Amazzoni. Circa 10.000 affluenti e subaffluenti riversano le loro acque nel grande fiume, che alla foce ha una portata media di poco inferiore ai 200.000 metri cubi al secondo.

Circa la metà della regione è coperta dalla Selva amazzonica: è la foresta più grande del mondo, considerata il “polmone” del pianeta Terra in quanto ospita miliardi di piante che, attraverso il processo di fotosintesi, contribuiscono in modo decisivo a mantenere l’equilibrio fra ossigeno e anidride carbonica nell’atmosfera. Inoltre è il territorio che presenta la maggiore biodiversità: qui vivono migliaia di specie vegetali e animali.

 >> pagina 297

Le grandi piogge

Nella fascia equatoriale le precipitazioni sono abbondanti e distribuite lungo tutto l’arco dell’anno; le temperature sono costanti. La piovosità diminuisce e lo sbalzo termico aumenta salendo in altitudine e spostandosi verso sud.

LA STORIA 

XV sec.

Massimo sviluppo dell’Impero inca nelle regioni andine; il Brasile è abitato da popolazioni seminomadi (arawak, caribi, guaraní).


XVI sec.

I conquistadores spagnoli abbattono l’Impero inca e ne occupano le terre; il Brasile viene colonizzato dai portoghesi.


1817-1824

Le colonie ispano-portoghesi dell’America del Sud ottengono l’indipendenza.


1899

Proclamazione della repubblica in Brasile e inizio di un lungo periodo di crisi economiche e politiche, con ribellioni e Governi autoritari.


1964-1985

Dittatura militare in Brasile.


2002-2006

I Governi di Lula in Brasile, Chávez in Venezuela, Bachelet in Bolivia perseguono una crescita nazionale non condizionata dagli Stati Uniti.


2013

Alla morte di Chávez, il Venezuela entra in una grave crisi politica ed economica.


2016

Il Governo della Colombia e i guerriglieri delle FARC, milizie rivoluzionarie in attività dal 1964, firmano uno storico cessate il fuoco.

LA POPOLAZIONE

La regione è popolata da oltre 340 milioni di abitanti. Escludendo i piccoli Stati insulari, la densità di popolazione oscilla fra il massimo di 57 ab./km2 dell’Ecuador e il minimo di 10 ab./km2 della Bolivia, con un valore medio di poco superiore a 25 ab./km2.

Regioni affollate e aree disabitate

Le aree più popolate sono le fasce costiere, mentre le zone interne sono spopolate. Più di tre quarti degli abitanti vivono nelle città. I grandi centri urbani sono in Brasile (San Paolo, Rio de Janeiro e diversi altri), in Colombia (Bogotá e Medellín), in Perú (Lima), in Venezuela (Caracas) e in Ecuador (Quito).

I meticci

La popolazione varia molto, da Paese a Paese, anche per quanto riguarda la composizione etnica. La maggioranza è costituita da meticci (mestizos in spagnolo e pardos in portoghese), che comprendono circa i due terzi dei colombiani e dei venezuelani, e circa il 40% dei brasiliani e degli ecuadoriani. Complessivamente inferiore è la presenza dei bianchi, discendenti degli europei giunti nei secoli, prima come colonizzatori e poi come immigrati.

Le popolazioni più antiche

Le varie popolazioni amerindie presenti prima della colonizzazione europea sono state decimate, ma in alcune zone sono sopravvissute diverse comunità.

In Perú gli amerindi dell’etnia quechua sono circa il 45% della popolazione, in Bolivia sono il 30% e in Ecuador il 25%, per un totale di oltre 20 milioni di persone, di cui viene ufficialmente riconosciuta la lingua e sono tutelate la cultura e le tradizioni. I neri sono il 7% sia in Brasile sia in Colombia, dove è presente anche oltre 1 milione di zambos, discendenti dall’unione fra neri d’Africa e amerindi.

Lingue e religioni arrivate dall’Europa

In Brasile si parla portoghese, mentre gli altri Paesi hanno come lingua ufficiale lo spagnolo. Le lingue indigene sono anch’esse ufficiali solo nei Paesi a forte presenza quechua. Nella Guyana, nel Suriname e nella Guiana Francese sono ancora in uso le lingue dei colonizzatori, rispettivamente inglese, olandese e francese.

La religione più seguita è ovunque quella cattolica; negli ultimi anni è in crescita il numero dei protestanti, con oltre il 15% in Brasile.

BOGOTÁ

50 MUSEI 60 GALLERIE D’ARTE
800 m LINEARI LA RIPIDISSIMA FUNICOLARE CHE PORTA ALL’EREMO DI MONSERRATE
2019 CLAUDIA LÓPEZ LA PRIMA DONNA SINDACO DELLA CITTÀ

LIMA

I BALCONI IN LEGNO DEL CENTRO STORICO PATRIMONIO UNESCO
190 GIORNI DI NEBBIA ALL’ANNO
130 km DI SPIAGGE

geoPATRIMONIO

LE ISOLE GALÁPAGOS

  L’arcipelago delle Galápagos, nell’Oceano Pacifico, è costituito da 14 isole di origine vulcanica situate a 1000 km dalla costa dell’Ecuador. La lontananza da ogni altra terra emersa ha fatto sì che qui si sviluppassero una flora e una fauna dalle caratteristiche uniche. Per questo nel 1959 fu istituito un Parco Naturale, poi esteso all’area marina circostante.

La singolarità delle specie animali che vivono su queste isole colpì lo scienziato inglese Charles Darwin, che vi soggiornò nel 1835: dall’osservazione delle loro caratteristiche egli trasse ispirazione per formulare la teoria dell’evoluzione.

L’animale simbolo delle Galápagos è la tartaruga gigante, lunga fino a 2 m, può pesare anche 200 kg e vivere oltre 100 anni.

 >> pagina 299

L’ECONOMIA

Uno dei maggiori problemi economici della regione (e dell’intera America Latina) è la distribuzione delle terre coltivabili assolutamente sproporzionata, con il 70% delle terre fertili in mano all’1% dei proprietari e il 30% frammentato tra il restante 99% dei coltivatori.

L’agricoltura di piantagione e la pesca

Per il consumo interno si coltivano grandi quantità di mais e altri cereali, fagioli, ortaggi e frutta. Il Brasile e altri Stati della regione sono inoltre tra i primi produttori al mondo di caffè, cacao, canna da zucchero e cotone, destinati prevalentemente all’esportazione.

Posizioni da primato si riscontrano anche nella produzione di legname, nell’allevamento e nella pesca.

Le ricchezze del sottosuolo e il turismo

La regione dispone di abbondanti risorse minerarie: petrolio (Venezuela e Brasile), bauxite (Brasile e Suriname), argento (Perú), oltre a minerali di ferro, stagno, piombo, zinco, oro e diamanti.

Le principali industrie operano nel campo estrattivo, petrolifero, siderurgico, alimentare. La produzione di beni di consumo, come tessuti, autoveicoli, elettrodomestici, è in costante aumento.

È in crescita anche il turismo che in diversi Paesi si sta rivelando una delle risorse economiche più importanti.

Uno Stato politicamente instabile

Il Brasile è lo Stato con il più alto reddito pro capite, seguito da Venezuela e Colombia, mentre in altri Paesi, come la Bolivia, si registrano valori molto più bassi. La situazione è aggravata dalla forte disparità delle condizioni di vita, oltre che dall’instabilità politica di molti Paesi e dalla diffusa corruzione delle classi dirigenti. La situazione è particolarmente difficile in Venezuela, colpito da una grave crisi economica e politica che si protrae dal 2013.

Il Parco Nazionale di Huascaran, alle pendici della Cordigliera delle Ande, in Perú.

Geo2030 - volume 3
Geo2030 - volume 3
Il Mondo