Una classe di poveri
di Leonardo Sciascia (autore italiano del XX sec.)
di Leonardo Sciascia (autore italiano del XX sec.)
C’erano ancora quando io frequentavo le elementari, e ancora ci sono nelle classi dei maestri più anziani.
Ma i regolamenti li proibiscono e qualche direttore ha pensato fosse più giusto istituire le classi degli asini, una classe di ragazzi tutti allo stesso livello mentale e nozionale. È facile formarle: basta formare una classe di ripetenti.
A me tocca di solito una classe di ripetenti, non so se perché il direttore confida nelle mie positive qualità o se, al contrario, perché mi ritiene affatto [del tutto] sprovveduto. Se mi ritiene capace di risollevare le condizioni della classe, il direttore si illude di certo, come si illuderebbe su chiunque altro, nessuno potrebbe essere capace di un miracolo simile; se invece intende dare un calcio alla classe, mandarla al diavolo, e me con la classe, bisogna riconoscere che concretamente capisce le cose della scuola.
Io svolgo il programma come se si trattasse di una classe normale, ce ne sono due tre quattro al massimo, che mi seguono. Da sei anni, da quando ho incominciato a insegnare, mi pare di avere sempre la stessa classe, gli stessi ragazzi. Il fatto più vero è che non una classe di asini o di ripetenti mi tocca ogni anno, ma una classe di poveri, di una povertà stagnante e disperata.
I più poveri di un paese povero. Quelli dei paesi vicini lo chiamano il paese del sale, la campagna intorno è tarlata di gallerie che inseguono il sale, il sale si ammucchia candido e splendente alla stazione; sale, nebbia e miseria.
C’era un maresciallo che questo servizio lo aveva a cuore, mandava a chiamare i padri e sbatteva in camera di sicurezza, per una notte che avrebbe portato consiglio, quelli che più resistevano.
La notte porta consiglio | far passare il tempo |
Ingannare il tempo | la notte aiuta a riflettere |
La dolce fiamma - I saperi fondamentali
Narrativa