Abbiamo pochissime notizie sulla giovinezza di Giotto di Bondone. Secondo la leggenda, Cimabue si accorse della sua abilità vedendolo disegnare su un sasso una delle pecore che portava al pascolo: la notizia è probabilmente falsa, ma ci suggerisce che Giotto non proveniva da una famiglia di artisti.
Nel corso della sua vita attraversò l’Italia: fu a Roma, Milano, Napoli, Bologna, facendo così conoscere le novità della sua arte in tutta la Penisola. A Firenze restano alcuni suoi straordinari dipinti su tavola, come il Crocifisso di Santa Maria Novella (► p. 180), che avranno profonda influenza sulla pittura dei secoli successivi.
Ad Assisi, nel grande cantiere della basilica francescana, Giotto, probabilmente con l’aiuto di una bottega, raffigura in 28 riquadri le Scene della vita di san Francesco. Il santo è rappresentato per la prima volta come un uomo, fra la gente, in paesaggi e spazi architettonici riconoscibili e concreti concreti.
Tra il 1303 e il 1306 Giotto è a Padova, per eseguire gli affreschi della Cappella degli Scrovegni, fatta costruire dal ricchissimo banchiere Enrico Scrovegni e decorata con Storie della Vergine e della Vita e Passione di Cristo. La decorazione ricopre tutta la superficie: dal soffitto, dipinto come un cielo stellato, alle pareti, che ospitano le storie vere e proprie, fino allo zoccolo dipinto come se si trattasse di finto marmo.