T2 - Stefano Caserini, Il clima è già cambiato

T2

Stefano Caserini

Il clima è già cambiato

  • saggio

Il cambiamento climatico è una drammatica realtà troppo a lungo sottovalutata, con la quale oggi è necessario fare i conti, prima che sia troppo tardi. Come ci ricordano queste pagine di Stefano Caserini (n. 1965), ingegnere da anni attivo nella ricerca sull’inquinamento, è necessario impegnarsi per mitigare l’impatto devastante che le innovazioni tecnologiche hanno avuto sugli equilibri ambientali del pianeta. Se non si agisce, nel giro di qualche decennio l’aumento delle temperature avrà conseguenze di portata incalcolabile. Forse davvero, come ha sostenuto la giovanissima attivista svedese Greta Thunberg (n. 2003), la nostra casa brucia, e non stiamo facendo abbastanza per spegnere l’incendio. Il tempo stringe.

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Audiolettura

Quando i dinosauri si estinsero, non sapevano cosa stesse loro accadendo, e
con chi prendersela. Anche le milioni di specie diverse che hanno popolato il
pianeta e di cui rimangono tracce nei fossili che guardiamo nelle vetrine dei
musei, se ne sono andate nella beata ignoranza. L’Homo sapiens ha quindi un

5      indubbio vantaggio. Possiede dati e informazioni su quanto gli sta succedendo.
Se si estinguerà, assisterà cosciente alla propria distruzione, ne seguirà gli
sviluppi e lascerà tracce inequivocabili1 e spiegazioni di come è successo.
Oggi abbiamo tanti dati e informazioni sulla questione climatica. Abbiamo
misurazioni da strumenti al suolo e dai satelliti, abbiamo tabelle, grafici,

10    animazioni, fotografie spettacolari, video entusiasmanti per i colori e la definizione
delle immagini. Abbiamo supercalcolatori che ci danno scenari per
il futuro: decine di centri di ricerca sfornano rapporti, grafici e ricostruzioni
computerizzate su come si è modificato nel passato il clima del pianeta e su
come potrebbe evolvere nei prossimi decenni. Non sappiamo tutto, certo. Ci

15    sono ancora tante incertezze su cui amano intrattenersi gli scienziati; ma sono
dettagli, sfaccettature, alcune peraltro molto interessanti. Nel mare di questa
conoscenza, costruita passo dopo passo da migliaia di studiosi misconosciuti,
e riassunta periodicamente nei rapporti dell’Intergovernmental Panel on Climate
Change2 (IPCC), emergono sei capisaldi.

20    Primo. Le attività umane generano ingenti quantità di CO23 dalla combustione
di carbone, petrolio e gas, nonché di altri gas serra4 quali metano, protossido
di azoto e gas fluorurati. Le emissioni sono in grado di sbilanciare i
cicli naturali di questi gas, il risultato è il loro accumulo nell’atmosfera: per
trovare livelli così elevati di questi gas bisogna risalire a qualche milione di

25    anni prima della comparsa sulla Terra di Homo sapiens.

Secondo. L’aumento dei gas serra in atmosfera altera il bilancio energetico
del pianeta e genera un aumento della sua temperatura media, direttamente
o per effetto di meccanismi di feedback5 (per esempio l’aumento di vapore
conseguente a un incremento di temperatura). L’aumento delle temperature

30    medie globali già registrato nell’ultimo secolo, circa 1°C, è il più elevato degli
ultimi due millenni.
Terzo. Se nei prossimi decenni non ci saranno consistenti riduzioni delle
emissioni dei gas serra, le temperature aumenteranno di altri 3-4°C, generando
estesi cambiamenti climatici quali l’aumento delle ondate di calore, dei

35    periodi siccitosi,6 delle tempeste, nonché l’innalzamento del livello del mare a
causa della deglaciazione7 di parti importanti delle calotte polari.
Quarto. I cambiamenti climatici stanno già avendo, e ancor di più avranno
in futuro, rilevanti impatti sugli ecosistemi e sulle attività umane, in particolare
sulle persone più povere. Sono necessarie azioni di adattamento ai cambiamenti

40    climatici, per gestire gli impatti inevitabili, e azioni di mitigazione, per
evitare gli impatti ingestibili, tramite la riduzione delle emissioni di gas serra.

Quinto. Per avere buone probabilità di contenere l’aumento delle temperature
globali «ben sotto i 2°C» rispetto ai livelli preindustriali e «fare uno
sforzo per fermarsi a +1,5°C» (obiettivo dell’Accordo di Parigi8)è necessario

45    fermare l’aumento delle emissioni
globali il prima possibile, portarle
quasi a zero entro il 2050, lasciando
sottoterra più di quattro quinti
dei  combustibili fossili disponibili e

50    che potrebbero essere utilizzati nei
prossimi anni, nonché fermare la
deforestazione.
Sesto. Se la riduzione delle emissioni
non è immediata e rapida, per
raggiungere quegli obiettivi di contenimento

55    dell’aumento delle temperature
sarà necessario trovare il
modo di rimuovere dall’atmosfera
una parte della CO2 che sarà presente
in eccesso.

60    È evidente che abbiamo sottovalutato a lungo il problema del riscaldamento
globale. Non abbiamo capito la sua particolarità, la sua straordinarietà, il perché
è così diverso da altri problemi ambientali – anche globali – con cui abbiamo
avuto a che fare. Abbiamo impiegato tanto, troppo tempo a capire l’enorme
potere dei due fattori che rendono il riscaldamento globale così pericoloso.

65    Il primo è la lunga permanenza della CO2 nell’atmosfera: un quinto di
quanto viene scaricato nell’atmosfera ci rimane per migliaia di anni, è sostanzialmente
perenne rispetto ai tempi dell’esperienza umana.
Il secondo è l’inerzia del sistema climatico, che sposta gli effetti di parecchi
decenni (e in qualche caso di secoli) rispetto alle cause. La combinazione di

70    questi due fattori ha fatto sì che quando abbiamo iniziato a ricevere segnali
inequivocabili dei danni del riscaldamento globale, avevamo già innescato
alcuni cambiamenti climatici praticamente irreversibili per le scale temporali
che ci riguardano come esseri umani.
Per parecchi anni il problema è stato semplicemente messo da parte, perché

75    non dava segni visibili in modo chiaro. Per altri problemi ambientali gli effetti
sono vicini alle cause, e questo aiuta: se un fiume è inquinato e l’inquinamento
ci impedisce la balneazione, siamo spinti a cercare di rimuovere gli scarichi;
l’inquinamento dell’aria provocato da polveri o dall’anidride solforosa causa
danni a breve termine alla salute delle persone, e ha indotto più rapidamente

80    leggi rigorose per contrastarlo.
Quando il riscaldamento del sistema terrestre è stato riconosciuto come
inequivocabile, si è anche capito che parte delle modifiche già causate al clima
globale saranno irreversibili per parecchi secoli, riguarderanno molte generazioni
future. La conoscenza su questi processi che possono essere innescati in

85    questi anni e decenni, ma che possono durare per tanti secoli, è cresciuta molto
nell’ultimo decennio. Studiando il clima del passato ed elaborando modelli
in grado di simulare il comportamento negli scorsi millenni delle calotte polari
e del livello del mare, gli scienziati hanno capito che anche aumenti delle
temperature medie del pianeta di pochi gradi possono destabilizzare9 le grandi

90    masse glaciali presenti in Groenlandia e nella parte occidentale dell’Antartide.
La conseguenza sarebbe l’aumento del livello di mare. Un aumento lento,
molto diverso da quanto mostrato dai film catastrofisti, ma che in pochi secoli
potrebbe essere di molti metri. Un aumento inesorabile, che potrà essere fermato
solo riportando le concentrazioni di CO2 nell’atmosfera a livelli simili a

95    quelli presenti prima dello sviluppo della civiltà umana.


S. Caserini, Il clima è già cambiato, Edizioni Ambiente, Milano 2019

 >> pagina 705

Laboratorio sul testo

1. L’autore distingue provocatoriamente la condizione dell’uomo da quella di altre specie condannate in passato all’estinzione. Come spieghi la sua volontà di operare tale distinzione?


2. Di quanto è aumentata in media la temperatura globale nell’ultimo secolo?

  • a 1°C.
  • b 0,5°C.
  • c Non è aumentata, ma diminuita.
  • d 4°C.


3. Quali effetti provocherà negli anni futuri la crescita delle emissioni di gas serra?


4. Per quale ragione il problema del cambiamento climatico è stato a lungo sottovalutato?

  • a Perché riguardava solo una parte del pianeta.
  • b Perché i suoi effetti non sono immediatamente visibili.
  • c Perché si reputava non riguardasse l’uomo ma solo le altre specie viventi.
  • d Perché mancavano gli scienziati in grado di analizzarne le cause.


5. In che modo gli studiosi hanno compreso che le temperature sempre più alte possono portare a un drammatico aumento del livello del mare?

Primi passi verso l’Esame di Stato: il testo argomentativo

Individuazione di problema, tesi e antitesi

Trasformazione di un testo in base al destinatario

Talvolta, per sostenere la validità della propria tesi, lo scrittore ricorre alla confutazione di un’antitesi (cioè un’idea opposta alla sua) utilizzando altri argomenti che ne dimostrino la fragilità. Nello scrivere un testo argomentativo è inoltre sempre importante aver presente il tipo di destinatario a cui tale scritto è rivolto, per calibrare bene il registro linguistico da utilizzare, il tipo e la quantità di argomenti da utilizzare ecc.

Immagina che la biblioteca comunale del tuo paese abbia organizzato un incontro per sensibilizzare al problema ecologico i più piccoli. Tu sei stato invitato come mediatore per spiegare la questione agli studenti della scuola primaria e secondaria di primo grado con un linguaggio semplice e comprensibile per la loro età e il loro grado d’istruzione. Userai per il tuo intervento degli appunti tratti dal testo di Cesarini, debitamente adattato.

  • Identifica la struttura argomentativa del testo letto utilizzando la tabella seguente (l’esercizio è avviato).

    Problema


    Tesi


    Argomenti a sostegno della tesi

    • Rapporti dei centri di ricerca

    • …

    • …

    • …

    Antitesi

    Non sappiamo tutto, certo… (r. 14)

    Confutazione dell’antitesi



  • Successivamente riscrivi il testo, mantenendone l’impianto argomentativo, ma adattandolo al nuovo pubblico di piccoli ascoltatori.

La dolce fiamma - volume A
La dolce fiamma - volume A
Narrativa