Esplora l’Africa, attraversa la Patagonia, tocca le Antille, qualcuno crede di incontrarlo a Samoa, ma in realtà dev’essere dalle parti di Istanbul. O ad Hong Kong, seduto sornione in fondo a un fumoso caffè. Se vi piace ruotare il mappamondo e sognare mete esotiche, il marinaio Corto Maltese è l’uomo giusto per voi. Bello e misterioso, audace e ironico, inguaribilmente romantico, mezzo inglese e mezzo andaluso, Corto è il protagonista di una trentina di storie disegnate dal veneziano Hugo Pratt (1927-1995). La prima, Una ballata del mare salato (1967-1969), lo proietta nell’Oceano Pacifico, dove lo incontriamo impegnato in azioni di pirateria, fra indigeni, soldati e crudeli avventurieri.
A spingerlo non è il denaro, ma la curiosità e un indomabile sentimento di giustizia. Corto Maltese attraversa il primo Novecento, in ambienti coloniali zeppi di segreti. Le sue tracce si perdono in Spagna, dove è sbarcato nel 1936 per partecipare alla guerra civile, nelle fila delle brigate internazionali.
C’è chi dice sia morto. Ma è più probabile che se ne stia nascosto, in attesa che ritorni un’epoca adatta a lui. Perché – come ha scritto Pratt – «in un mondo dove tutto è elettronica, è calcolato, tutto è industrializzato, è consumo, non c’è posto per un tipo come Corto Maltese».