3. La caratterizzazione

3. LA CARATTERIZZAZIONE

Attraverso la presentazione di un personaggio, l’autore mira sempre a tratteggiare e inquadrare un carattere individuale; tuttavia il tipo di informazioni su cui egli insiste può variare di molto. Infatti, la caratterizzazione può concentrarsi sull’aspetto fisico, sulla psicologia, sul contesto sociale di appartenenza oppure sulle idee e sulla storia personale. Le descrizioni dei personaggi sono spesso una combinazione di questi elementi, e in molti casi, anche se l’autore ci parla di un solo aspetto (per esempio, l’apparenza fisica), gli altri lati vengono sottintesi o sviluppati in un secondo momento.

  • In questo brano della novella La toccatina, Luigi Pirandello (1867-1936) descrive l’aspetto fisico, deformato e caricaturale di un personaggio, al contempo delineandone implicitamente anche la psicologia:
PIRANDELLO

Non solamente questo peccatuccio di gola, ma tante e tant’altre cose potevano essere perdonate a quell’uomo che, per la scienza, s’era ridotto con quelle spalle aggobbate che pareva gli volessero scivolare e fossero tenute su, penosamente, dal collo lungo, proteso come sotto un giogo. Tra il cappello e la nuca la calvizie del professor Lamis si scopriva come una mezza luna cuojacea; gli tremolava su la nuca una rada zazzeretta argentea, che gli accavallava di qua e di là gli orecchi e seguitava barba davanti – su le gote e sotto il mento – a collana.

Luigi Pirandello, La toccatina, in Novelle per un anno, vol. I, Mondadori, Milano 2011

  • Per un modello di caratterizzazione che si concentra direttamente sull’introspezione psicologica leggiamo questo brano dello scrittore statunitense Jack London (1876-1916), dedicato all’indole di Buck, il cane protagonista del Richiamo della foresta:
LONDON

In Buck la bestia primordiale si stava imponendo, e nelle dure condizioni della vita sulla pista si impose sempre di più. Nondimeno era un’evoluzione segreta. La sua nuova scaltrezza gli diede padronanza e controllo. Era troppo impegnato nell’adattarsi a quella nuova vita per sentirsi a proprio agio, e lungi dall’ingaggiare combattimenti, li evitava il più possibile. La sua indole si caratterizzò per una certa ponderatezza; non era incline all’irruenza né ad azioni precipitose.

Jack London, Il richiamo della foresta, Bompiani, Milano 2015

  • Al centro della caratterizzazione può esserci la descrizione delle condizioni economico-sociali di appartenenza, con riferimento sia al tipo di ambiente in cui è cresciuto il personaggio (per esempio borghesia, aristocrazia o classe operaia), sia al suo stato presente. Aldo Nove (n. 1967) denuncia qui le difficili condizioni lavorative nella società dei primi anni Duemila di una donna di nome Roberta:
NOVE

Mi chiamo Roberta, ho quarant’anni, vivo a Roma, guadagno duecentocinquanta euro al mese […]. Lavoro in una scuola per studenti lavoratori, aperta dalle 18 alle 22,30. Duecentocinquanta euro è quanto ho guadagnato l’ultimo mese. Vado avanti in questo lavoro quasi per inerzia, per fare punteggio. Ho un contratto a ore, un ex co.co.co1 che però è ancora rimasto tale, che dovrebbe cambiare e resta così, nel caos ministeriale. Su quaranta docenti che lavorano nella mia scuola venti sono in regola, gli altri lavorano in nero.

Aldo Nove, Mi chiamo Roberta, ho 40 anni, guadagno 250 euro al mese…, Einaudi, Torino 2006

  • La caratterizzazione ideologica e culturale riguarda invece le conoscenze, le convinzioni politiche e il livello di istruzione del personaggio. Vediamo un brano tratto dal romanzo I demonî di Fëdor Dostoevskij (1821-1881), dedicato alle intricate peripezie di un gruppo di intellettuali e sovversivi russi:
DOSTOEVSKIJ

Šatov prima era stato studente e, dopo una certa gazzarra studentesca, era stato espulso dall’università. […] All’estero Šatov aveva cambiato radicalmente alcune delle precedenti sue convinzioni socialiste ed era balzato all’estremo opposto. Era uno di quegli esseri russi idealisti che una qualche idea potente colpisce tutt’a un tratto e sembra schiacciare di colpo con il proprio peso, talora anche per sempre. E di venirne a capo essi non hanno mai la forza, ma credono appassionatamente, e così tutta la loro vita passa poi come in preda alle estreme convulsioni sotto la pietra che si è abbattuta su di loro e li ha già schiacciati a mezzo.

Fëdor Dostoevskij, I demonî, Einaudi, Torino 1993

Le persone nei personaggi

Ma sono reali? Molto di più… iperreali! L’Iperrealismo è il movimento di cui faceva parte l’americano Duane Hanson (1925-1996). Le sue sculture a grandezza naturale ci spingono a domandarci se ci troviamo di fronte a persone o a rappresentazioni. Grazie alla caratterizzazione – all’aspetto, all’atteggiamento, ai vestiti e agli oggetti – riusciamo a intuire molto di loro: le condizioni economiche e sociali, persino la psicologia.

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4. IL SISTEMA DEI PERSONAGGI

Mentre leggiamo un libro o guardiamo un film, ci rendiamo conto che i personaggi non sono individui isolati ma, al contrario, formano un sistema di relazioni che sta al centro dei meccanismi narrativi.

La gerarchia dei ruoli

I personaggi di un’opera si dividono in tre categorie, a seconda dell’importanza che rivestono nella storia. Essi sono:

  • principali, quando svolgono i ruoli fondamentali: il cavaliere errante partito in cerca di fortuna, l’ambiziosa detective pronta a risolvere il caso, l’assassino spietato e senza scrupoli, il capitano che dirige la sua astronave verso i confini dell’universo;
  • secondari, quando aiutano i personaggi principali nelle loro avventure. Sebbene non siano così centrali nel disegno dell’autore, i loro caratteri e le loro azioni condizionano il corso della storia. Pensiamo al fedele e ingenuo scudiero, al burbero capo della polizia, all’ufficiale di bordo alieno impacciato ma intelligentissimo che dà preziosi consigli al suo capitano;
  • comparse se, come nei film, sono collocati sullo sfondo, in quanto privi di qualunque influsso sullo sviluppo dell’intreccio: il contadino incontrato dal cavaliere, il barista che versa un liquore al detective in crisi, l’anonimo soldato che spara raggi laser contro gli invasori galattici.

I rapporti tra i personaggi

Il sistema dei personaggi prende forma in base ai ruoli che essi svolgono nella trama e alle loro reciproche interazioni. Vediamo di seguito quali sono i ruoli più importanti:

  • Il protagonista è il personaggio principale, collocato al centro della trama e solitamente spinto dalla volontà o dalle circostanze a raggiungere un determinato obiettivo.
  • L’antagonista, il “cattivo”, si oppone al protagonista, ostacolandone le azioni e cercando di impedire che raggiunga i suoi obiettivi. Per esempio, il dio del mare che, adirato con l’eroe, fa naufragare la sua nave, precludendone il ritorno a casa; o il mago oscuro che cerca di uccidere il giovane prescelto, l’unico in grado forse di sconfiggerlo.
  • I personaggi principali sono affiancati da aiutanti e oppositori, che danno man forte rispettivamente al protagonista e all’antagonista. Per esempio, il vecchio maestro che insegna all’eroe a usare la spada, o il perfido scagnozzo di un boss criminale, mandato a intimidire i “buoni”, minacciandoli con la forza.

Le interazioni fra i personaggi si svolgono intorno all’oggetto del desiderio, ossia ciò per cui si batte il protagonista. Può essere un obiettivo concreto – il ritrovamento di un tesoro, la fuga da un carcere di massima sicurezza – o astratto, come per esempio proteggere i propri amici o conquistare l’amore di una principessa o di un principe.

studio attivo

Come si costruisce il SISTEMA DEI PERSONAGGI?


In base all’importanza nella storia
  • personaggi principali;
  •                             ;
  •                             ;

In base al ruolo svolto
  • protagonista;
  •                             ;
  •                             ;

Fuori dalle pagine

Non sempre è il protagonista a colpirci. A volte anche una semplice comparsa riesce a impressionare profondamente il lettore. I piccoli grandi eroi creati da Charles Dickens in Oliver Twist (1837-1839) ispirarono persino le illustrazioni dei mazzi di carte: Art­ful Dodger, il furbacchione (The Sharp); Bill Sykes, lo scassinatore (Burgler); Bumble, il sagrestano (Beadle).

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L'apparenza può ingannare

Le locandine dei film, così come le copertine di libri e fumetti, aiutano a comprendere le gerarchie dei personaggi, anche se non mancano tracce destinate a sviare l’ignaro spettatore. Ecco il caso di uno dei più famosi spaghetti western girati da Sergio Leone, Il buono, il brutto, il cattivo (1966). Il personaggio interpretato dal giovane Clint Eastwood (a destra) è omaggiato di un epiteto gentile: in realtà il suo viso d’angelo nasconde il profilo di un furbo bandito.

5. LA TIPOLOGIA DEI PERSONAGGI

La profondità psicologica con cui i personaggi vengono caratterizzati dall’autore può variare di molto. In base a questo criterio, essi si possono dividere in due categorie: gli individui o i tipi.

Gli individui

Gli individui (o personaggi “a tutto tondo”) sono figure piene di sfaccettature, dal carattere complesso, originale, in continua evoluzione lungo il racconto e perciò capaci di sorprendere il lettore. Per i cambiamenti a cui vanno incontro durante la trama, sono detti anche personaggi dinamici.

Si veda un brano tratto dal racconto Gli esposti di Valeria Parrella (n. 1974), dedicato a una suora fuori dal comune:

PARRELLA

Si era ritirata tardi, alla clausura, a vent’anni, quando proprio ora ne aveva quaranta. Gli anni della sua doppia vita ora coincidevano e si chiudevano come le due parti della Bibbia. Metà vita era stata Silvia e l’altra metà Madre Pia. E nella prima parte di quel libro aveva vissuto a Ravello e studiato al liceo di Amalfi, e poi si era dedicata totalmente alla ginnastica ritmica. […] quando aveva vent’anni, fu mentre scalava la marcia sull’ultima curva di Pontone che Gesù la chiamò. Proprio Gesù, non gli alberi, o Dio, o la Vergine, no no: proprio Gesù. Sì, c’erano gli alberi e Dio dietro le nuvole e le rocce a picco sulla costiera, ma Gesù la chiamò da un altro luogo; dal suo stesso corpo.

Valeria Parrella, Gli esposti, in Troppa importanza all’amore, Einaudi, Torino 2015

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I tipi

tipi (o personaggi “piatti”) sono figure poco approfondite a livello psicologico, che non si evolvono durante lo svolgimento dell’intreccio. Spesso essi incarnano una qualità psicologica fondamentale, che occupa completamente la descrizione del loro carattere. Si pensi per esempio alla fanciulla bella e pura, all’assassino senza scrupoli, all’eroe leale e coraggioso che dà la sua vita per la patria o per amore.

Leggiamo il ritratto di Franti, lo studente cattivo e monello “per eccellenza”, dal libro Cuore di Edmondo De Amicis (1846-1908):

DE AMICIS

Provoca tutti i più deboli di lui, e quando fa a pugni, s’inferocisce e tira a far male. Ci ha qualcosa che mette ribrezzo su quella fronte bassa, in quegli occhi torbidi, che tien quasi nascosti sotto la visiera del suo berrettino di tela cerata. Non teme nulla, ride in faccia al maestro, ruba quando può, nega con una faccia invetriata,2 è sempre in lite con qualcheduno, si porta a scuola degli spilloni per punzecchiare i vicini, si strappa i bottoni dalla giacchetta, e ne strappa agli altri, e li gioca, e ha cartella, quaderni, libro, tutto sgualcito, stracciato, sporco, la riga dentellata, la penna mangiata, le unghie rose, i vestiti pieni di frittelle e di strappi che si fa nelle risse. Dicono che sua madre è malata dagli affanni ch’egli le dà, e che suo padre lo cacciò di casa tre volte; sua madre viene ogni tanto a chiedere informazioni e se ne va sempre piangendo. Egli odia la scuola, odia i compagni, odia il maestro.

Edmondo De Amicis, Cuore, Feltrinelli, Milano 2007

La dolce fiamma - volume A
La dolce fiamma - volume A
Narrativa