LE TECNICHE

4 I PERSONAGGI

  • Che cos’è un personaggio
  • Modalità di presentazione
  • La caratterizzazione
  • Il sistema dei personaggi
  • La tipologia dei personaggi

Come analizzare  RC

G. Parise, Amicizia, p. 126


Analizziamo insieme

F.S. Fitzgerald, Una festa borghese, p. 131


Analizza tu  RC

P. Chiara, Ti sento, Giuditta, p. 135

1. CHE COS’È UN PERSONAGGIO

Al cuore di ogni storia si trovano i personaggi. Se il testo narrativo fosse una ricetta, essi sarebbero l’ingrediente fondamentale, senza il quale non si può cucinare: sono i loro pensieri, i loro comportamenti, le loro decisioni a determinare lo sviluppo di ogni vicenda.

La letteratura è un prodotto della creatività umana, e per questo è fatta di persone, anche quando non compaiono direttamente. L’autore, infatti, può scegliere di concentrarsi su animali, robot o spiriti divini, umanizzati nei comportamenti e dotati di parola ma, in ogni caso, il lettore si trova di fronte a figure che si muovono secondo dinamiche che ben conosce. Del resto il termine “personaggio” proviene da persona, una maschera che gli attori di teatro indossavano per rendere ben riconoscibile il loro personaggio e aumentare il volume della propria voce (in latino per-sonare), in modo che anche il pubblico più lontano potesse sentirli. In fondo, tutti noi siamo anche un po’ personaggi: maschere, attori che recitano una parte nella vita e sul palcoscenico del mondo.

Il personaggio è un abitante dei mondi immaginari che creiamo con la letteratura, ma anche con il cinema, i videogame o semplicemente tramite la fantasia. Pensiamo, infatti, ai giochi in cui “facciamo finta” di essere soldati, lupi, principesse, piloti o supereroi. Esso si può definire come una combinazione di tratti psicofisici e di azioni compiute durante l’arco della storia. Quando leggiamo un testo o guardiamo un film, dobbiamo imparare a conoscere i personaggi, in modo molto simile a come faremmo con persone vere: cercando di cogliere i segreti del loro aspetto, le inflessioni della voce, le espressioni tipiche, le particolarità del carattere e i motivi che li spingono a comportarsi in un certo modo.

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2. MODALITÀ DI PRESENTAZIONE

Proprio come nella vita reale, ci sono molti modi di entrare in contatto con gli abitanti dei libri. La presentazione dei personaggi si definisce:

  • indiretta quando non c’è una vera e propria sequenza del testo dedicata a spiegarne la storia e i caratteri principali. In questo caso, spetta a noi lettori mettere insieme le informazioni tratte da eventi, dialoghi, azioni e pensieri che ruotano intorno al personaggio, allo scopo di coglierne le peculiarità;
  • diretta quando viene fornito un vero e proprio ritratto del personaggio, spesso associato alla sua prima comparsa sulla scena.

Vediamo le tre strategie principali della presentazione diretta.

  • Personaggio introdotto dal narratore: il narratore esterno alla storia presenta un personaggio. Come esempio, leggiamo un brano tratto dalla Montagna incantata dello scrittore tedesco Thomas Mann (1875-1955); il giovane protagonista, Hans Castorp, è appena arrivato in un sanatorio di montagna per fare visita a un parente, e incontra uno dei dottori:
MANN

Il dottor Krokowski salutò il nuovo ospite con una certa cordialità serena, vigorosa, incoraggiante, quasi a indicare che davanti a lui era superflua ogni soggezione e conveniente soltanto una lieta fiducia. Aveva su per giù trentacinque anni, le spalle larghe, era grasso, notevolmente più piccolo dei due che gli stavano davanti, sicché doveva reclinare la testa per guardarli in viso… Era straordinariamente pallido, di un pallore diafano, persino fosforescente, messo anche in risalto dal fuoco scuro degli occhi, dal nero delle sopracciglia e dalla barba piuttosto lunga, terminante in due punte, che mostrava già qualche filo bianco.

Thomas Mann, La montagna incantata, Corbaccio, Milano 2012

  • Autopresentazione del personaggio: il narratore interno presenta se stesso, descrivendo elementi del suo aspetto fisico, del carattere o riassumendo la sua storia personale.
    In Lezioni di tenebra dell’autrice tedesca naturalizzata italiana Helena Janeczek (n. 1964), la protagonista, figlia di un’ebrea polacca scampata alla tragedia della Shoah, prova a fare i conti con la sua difficile storia familiare:
JANECZEK

Il mio primo nome è quello della nonna materna: Helena. Poi viene Miriam, la madre di mio padre, poi Regina, sua sorella. Me la sono cavata con soli tre nomi perché sono nata femmina. […] Sono sana, lo ero anche da piccola, ero bella e sana, bionda con gli occhi azzurri e un nasino all’insù, almeno così mi dicono. I capelli sono ormai castani, il naso non è più un nasino e non più all’insù, ma nemmeno il contrario.

Helena Janeczek, Lezioni di tenebra, Guanda, Parma 2011

  • Presentazione compiuta da un altro personaggio: un personaggio della storia, spesso coincidente con il narratore interno, ne presenta un altro a partire dal proprio punto di vista soggettivo.
    Nel romanzo L’isola di Arturo di Elsa Morante (1912-1985), il protagonista quattordicenne si reca al porto per conoscere la sua nuova matrigna; ecco la sua prima impressione:
MORANTE

Essa camminava goffamente sui suoi tacchi alti, ai quali non pareva avvezza, e che la facevano inciampare ogni minuto. […] Fuori di quei tacchi alti, però, e delle sue scarpette nuove, la sposa non aveva proprio nulla di signorile; né di raro! […] Questa napoletana, nei suoi abiti informi, consunti, non appariva molto diversa dalle solite pescatore e popolane di Procida. E m’era bastato, subito, un primo sguardo, per vedere che era brutta, non meno di tutte le altre donne.

Elsa Morante, L’isola di Arturo, Einaudi, Torino 1995

  • Spesso queste modalità di presentazione si mescolano: in tal caso si parla di presentazione mista. Il personaggio è introdotto sia dal narratore esterno sia dalle proprie parole o da quelle di altri personaggi.
studio attivo

Quali sono le modalità di PRESENTAZIONE DEI PERSONAGGI?


Nella presentazione INDIRETTA → il lettore ricava le informazioni dal                                    

Nella presentazione                           il personaggio può 
→ essere introdotto dal                                    
→ presentarsi da sé.
→ essere introdotto da un altro personaggio.

Nella presentazione                           il personaggio può → essere introdotto sia dal narratore esterno sia dalle proprie parole o da quelle di altri personaggi.

Immagina storie

Hai mai fantasticato seduto al tavolo di un bar, in treno o al cinema, guardando le persone intorno a te? Ti sei mai chiesto, osservando i loro volti, i vestiti, gli sguardi, chi fossero e quale fosse la loro storia? Il pittore americano Edward Hopper (1882-1967) amava farlo: nel dipinto di apertura dell’unità immortala una platea di teatro in cui sono protagonisti gli spettatori stessi.

Nell’opera Soir Bleu, dipinta di ritorno da Parigi, invece, rappresenta l’atmosfera della città e ci invita a soffermarci con lui su attimi di vita rubati: un attore vestito da Pierrot è in pausa al tavolo di un bar e, intorno a lui, altre persone con i loro gesti, abiti, caratteri ci spingono a immaginare storie possibili. Il titolo del quadro è tratto da una poesia di Arthur Rimbaud, che racconta del piacere di vagabondare nelle “sere azzurre” d’estate.

La dolce fiamma - volume A
La dolce fiamma - volume A
Narrativa