L’UNITÀ IN BREVE

L’unità in MAPPA

LA CRISI IN ADOLESCENZA

1. IL RAPPORTO CON I GENITORI: DALLA FAMIGLIA NORMATIVA ALLA FAMIGLIA AFFETTIVA, DA EDIPO A NARCISO

Gli adolescenti di oggi crescono all’interno della famiglia etica, dominata dagli affetti e dalla mancanza di conflitti, diversamente da quanto avveniva in passato nella famiglia normativa in cui era il padre a dettare regole e leggi.

L’ostacolo alla crescita, oggi, può così essere la vergogna di deludere le aspettative dei propri genitori.

Pietropolli Charmet definisce “Edipo” il figlio della famiglia normativa e “Narciso” quello della famiglia etica.

2. IL RAPPORTO CON LA LEGGE: TRASGRESSIONE E ANTISOCIALITÀ

La trasgressione e l’inosservanza delle regole sono caratteristiche tipiche della fase adolescenziale, spiegabili principalmente in base ai fattori evolutivi dell’aumento dell’impulsività, della messa in discussione dell’autorità e del ruolo svolto dal gruppo dei pari.

In alcuni casi la trasgressione può sfociare in vere e proprie condotte antisociali che scaturiscono dal desiderio, messo in atto in modo distorto, di superare un blocco di crescita.

Vi sono due forme di comportamento antisociale:

  • overt, “esplicito”, più tipicamente maschile;
  • covert, “nascosto”, più tipicamente femminile.

3. IL RAPPORTO CON IL CIBO: ANORESSIA E BULIMIA

L’insorgenza di disturbi del comportamento alimentare in adolescenza ha a che fare con la difficoltà d’integrazione nell’immagine di sé dei cambiamenti fisici avviati con la pubertà. I disturbi più diffusi sono:

  • l’anoressia nervosa, caratterizzata dalla restrizione nell’assunzione di calorie, dalla percezione alterata della propria forma fisica, dal terrore di ingrassare;
  • la bulimia nervosa, caratterizzata dall’ingestione di grandi quantità di cibo in un tempo circoscritto e da condotta compensatoria per prevenire l’aumento di peso come il vomito autoindotto.

4. LA SOCIALIZZAZIONE IMMAGINARIA, IL MONDO NELLA RETE

Quando l’adolescente non riesce a confrontarsi con lo sguardo dei suoi coetanei perché rintraccia in esso solo lo specchio della sua inadeguatezza può decidere di ritirarsi da tutte le attività sociali, compresa la scuola, per chiudersi nella sua stanza.

È il fenomeno del ritiro sociale, nel quale spesso la connessione con la rete diviene l’unico modo per socializzare, perché è possibile mostrare di sé solo ciò che si vuole: questo però finisce per aumentare l’isolamento.

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5. LA MORTE E IL SUICIDIO IN ADOLESCENZA

In adolescenza si scopre che il corpo ha dei limiti, è mortale: si cerca così di comprendere quali sono questi limiti, giungendo in alcuni casi a mettere in atto condotte a rischio.

Il senso di inadeguatezza in adolescenza può crescere a dismisura fino a venire vissuto come un ostacolo insormontabile a cui il soggetto sente di non potere sottrarsi. L’unico modo per mettere fine alla propria sofferenza sembra essere quella di darsi la morte, tentativo estremo di trovare sollievo.

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I colori della Psicologia - volume 2
I colori della Psicologia - volume 2
Secondo biennio del liceo delle Scienze umane