2 - Lambruschini educatore e pedagogista

2. Lambruschini educatore e pedagogista

2.1 L’educazione religiosa

Tra le figure più rilevanti del  cattolicesimo liberale del Risorgimento, Raffaello Lambruschini  L’AUTORE abbandona la carriera ecclesiastica, non condividendo le direttive politiche della Santa Sede, e dedica tutta la sua esistenza a due grandi passioni: la pedagogia e la politica, rimanendo sempre fedele a un’idea di religione distante da ogni dogmatismo e ancorata alle esigenze morali, sociali e civili del tempo.

L’educazione religiosa rappresenta uno dei cardini del pensiero pedagogico di Lambruschini. Il concetto di religione a cui guarda il pedagogista italiano non si basa su norme e precetti esteriori a cui aderire passivamente, ma richiede un coinvolgimento totale della persona, che è chiamata a incontrare Dio non solo nei sacramenti e nella liturgia, ma anche e soprattutto nella natura e nelle persone. La concezione religiosa di Lambruschini emerge molto bene da una lettera che egli scrive nel 1838 in risposta alle osservazioni mosse da monsignor Morichini, che era stato in visita all’Istituto di San Cerbone, la scuola-convitto per i giovani della classe abbiente fondata da Lambruschini nel 1829 nella sua tenuta di San Cerbone e fulcro di tante idee e sperimentazioni per l’educazione dei contadini. Nella lettera egli scrive:

Per me la religione deve immedesimarsi all’educazione tutta, all’istruzione stessa scientifica, alle più indifferenti conversazioni co’ ragazzi: da lei tutto deve muovere, a lei tutto riferirsi; ella rivive in ogni parola, in ogni opera. […] Una religione imposta qual giogo, predicata senza posa, ed esercitata come mestiere, fa gli ipocriti; una religione fatta conoscere, fatta amare, esercitata come caro dovere, come consolazione dell’anima fa i cristiani.

R. Lambruschini, Lettera a Mons. Morichini, in Id., Scritti pedagogici, a cura di G. Verucci, Utet, Torino 1974, p. 242.

Il sentimento religioso per Lambruschini deve permeare tutta l’attività educativa, senza mai passare per imposizioni esterne, che non portano ad alcun risultato se non a quello di allontanare il soggetto dalla fede. L’educazione religiosa pertanto deve essere proposta nel pieno rispetto della natura e della libera coscienza del soggetto, al fine d’integrarla in modo armonico all’interno del progetto formativo e, più in generale, nel percorso di vita dell’educando.

L'AUTORE  Raffaello Lambruschini

Nasce a Genova nel 1788. Studia nel seminario della città natale e poi in quello di Orvieto. Nel 1810 è ordinato sacerdote e nel biennio successivo regge come provicario la diocesi di Orvieto. Tra il 1812 e il 1814 è confinato a Bastia, in Corsica, per il suo atteggiamento antinapoleonico. Nel corso di questa esperienza inizia a sentire tutto il peso della distanza tra il messaggio evangelico e le scelte politiche della Chiesa. Nel 1816 abbandona la carriera ecclesiastica e si ritira nella tenuta paterna di San Cerbone, a Figline Valdarno. Qui nel 1829 fonda un istituto educativo per ragazzi di famiglie signorili e si dedica all’educazione dei contadini. Nel 1836 fonda la “Guida dell’educatore”, prima rivista pedagogica nata in Italia, alla quale è abbinato il supplemento “Letture per i fanciulli”, divenute poi nel 1844 “Letture per la gioventù”. Nel 1847 chiude l’istituto di San Cerbone e si trasferisce a Firenze, dove inizia un’intensa attività politica. La delusione per il fallimento della Prima guerra d’indipendenza lo porta a rifugiarsi nello studio. Risale a questa fase la pubblicazione dell’opera Della educazione (1849). Nel 1859 è nominato ispettore generale delle scuole della Toscana. Successivamente ricopre altre importanti cariche politiche e dalla sua fertile penna escono numerosi scritti pedagogici: i Discorsi ai maestri (1860-63), Della istruzione (1871) e Delle virtù e dei vizi (1872). Muore nel 1873.

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2.2 Autorità e libertà

Secondo Lambruschini nella natura e nello spirito degli uomini opera una sapienza divina che è legge di armonia, ordine e perfezione, ma se nel mondo della natura questa legge si esplica nella “necessità”, negli uomini si realizza nella libertà, in quanto è affidata alla libera volontà del singolo intesa come legge morale, frutto di libere scelte. Tuttavia, per Lambruschini l’uomo è sì portatore di una legge morale, ma è anche inserito in un contesto socio-culturale di cui subisce le pressioni. Pertanto, per diventare libero in forza della legge morale, ha bisogno di un’autorità esterna, che permetta il processo di liberazione della personalità in tutte le sue dimensioni.

Da questa concezione antropologica discende anche la visione della relazione educativa tra educatore e educando, che costituisce una delle questioni fondamentali del pensiero pedagogico di Lambruschini. Egli ritiene che l’intervento educativo non debba incorrere nei due estremi opposti della sottomissione acritica dell’alunno, tipica degli orientamenti pedagogici tradizionali, e della esaltazione della spontaneità del fanciullo, propria degli orientamenti pedagogici romantici. Lambruschini inquadra l’educazione come un’attività di mediazione tra docente e discente, per cui l’educatore opera per promuovere il libero e autonomo sviluppo del soggetto. A tal proposito nell’opera Della educazione afferma:

L’educatore adunque è più cooperatore che operatore dell’educazione del fanciullo. Se l’opera è ben condotta, sarà il fanciullo quello che educherà sé stesso. Il padre e la madre, o chi è in luogo loro, non mettono il bene nell’animo del fanciullo, ma ve lo fanno nascere. Il loro ufficio è spesso più di osservare che di fare; e il fare è azione che prepara, che pone in condizioni propizie, che aiuta l’operazione interiore dello spirito del fanciullo; ma non la preoccupa mai, non si scambia a lei, non la impedisce, non la turba. […] È accorgimento che giunge a far divenire pensiero e volontà dell’educato, il pensiero e la volontà dell’educatore; che sa farsi obbedire stimare e riamare, anco allorquando egli è costretto di dispiacere.

R. Lambruschini, Della educazione, in Id., Scritti pedagogici, cit., p. 342.

L’educatore, pertanto, è colui che sa ascoltare e osservare l’educando, riuscendo a intervenire nei tempi e modi opportuni, senza ricorrere a strumenti coercitivi, ma facendo appello principalmente all’amore e alla stima che l’educando nutre nei suoi riguardi. Per Lambruschini tra educatore e educando ci deve essere un rapporto di reciprocità, in forza del quale l’alunno, riconoscendo la rettitudine, la cultura e l’equilibrio dell’insegnante che opera per il suo bene, si rende disponibile ad accogliere liberamente consigli, suggerimenti e anche ammonizioni.

Su questi presupposti Lambruschini basa l’esperienza di San Cerbone. Nell’istituto tutto parte dagli interessi degli allievi, che sono educati secondo un programma di studio molto ricco, nel quale sono incluse anche le lingue moderne, gli studi scientifici e la formazione tecnico-professionale. Attività come il giardinaggio e i lavori agricoli fungono da supporto all’educazione e molti sono gli spazi riservati alla formazione fisica, dalla semplice passeggiata agli esercizi in palestra, fino alla scherma e all’equitazione. Collanti di questo ampio curriculum sono proprio Raffaello Lambruschini, per gli alunni semplicemente “il signor Raffaello”, e i suoi collaboratori, che con una presenza costante e amorevole guidano gli alunni nella conoscenza del mondo e all’ascolto della propria coscienza, conducendoli a un esercizio pieno della propria libertà.

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2.3 L’educazione indiretta e la teoria dell’istruzione

Lambruschini non considera solo l’educazione diretta, che scaturisce dall’intervento intenzionale operato dagli insegnanti e prima ancora dai genitori nei riguardi dei figli, ma si sofferma anche sull’educazione indiretta, in quanto ritiene che l’ambiente esterno incida profondamente sulla formazione del soggetto. Egli recupera in parte la lezione di Rousseau e individua la necessità di un’educazione indiretta negativa, che ha il compito di neutralizzare le influenze negative esterne, al fine di consentire al soggetto di esprimere al meglio la propria natura. Accanto a questo tipo di intervento Lambruschini prevede anche un’educazione indiretta positiva, che si propone di far emergere gli elementi positivi dell’ambiente educativo che possono contribuire a orientare la condotta e lo sviluppo della personalità del discente.

Da queste premesse inerenti alla relazione tra educatore e educando discende una teoria dell’istruzione, che inquadra l’apprendimento come frutto delle interazioni sociali, dell’osservazione dei fenomeni interni ed esterni e del confronto tra ciò che si apprende di nuovo e ciò che è stato acquisito. Però la base di partenza del processo di insegnamento-apprendimento (i due concetti sono sempre strettamente correlati) secondo Lambruschini è data dall’esperienza diretta dell’alunno. In questo il pedagogista aderisce alle linee più avanzate della pedagogia moderna, che rifugge dal verbalismo e incoraggia il rapporto diretto con le cose per mezzo dell’intuizione e dei sensi, quali strumenti di prim’ordine capaci di sollecitare e stimolare il lavoro razionale del pensiero. Ma egli aggiunge anche un suo contributo personale, nato dalle riflessioni maturate durante l’esperienza di San Cerbone.

Lambruschini espone le sue idee in merito nell’opera Della istruzione, che contiene quattro dialoghi pubblicati precedentemente e alcune lezioni tenute presso l’Istituto di Studi Superiori di Firenze. Egli ritiene innanzitutto che il primo approccio all’oggetto dell’intuizione o dell’osservazione sia globale, abbia cioè una connotazione unitaria. Da qui discende l’idea per cui a livello didattico bisogna procedere dal complesso alle parti.

Una traduzione pratica di questo principio consiste nell’introduzione del metodo delle parole normali, in base al quale Lambruschini imposta l’insegnamento della lettura sulle parole intere, piuttosto che sulle sillabe e sulle lettere. Un altro contributo offerto dal pedagogista italiano alla didattica moderna si può rintracciare nella dottrina delle idee madri o idee dominanti, secondo la quale l’insegnante deve offrire all’alunno dei quadri di riferimento fondamentali che lo guidano nell’organizzazione delle conoscenze e ne stimolano la ricerca personale.

per lo studio

1. Che valore ha l’educazione religiosa nella concezione educativa di Lambruschini?

2. Come intende il pedagogista il rapporto tra educatore e educando?

3. Quali sono i punti cardine della sua dottrina sull’istruzione?


  Per discutere INSIEME 

Lambruschini riflette ampiamente sulla natura del rapporto tra educatore e educando. Prova a rappresentare la tua personale visione della relazione educativa in una tabella, individuando le principali caratteristiche che secondo te devono entrare in gioco nell’interazione tra educatore e educando.

I colori della Pedagogia - volume 2
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