3.1 La prima regola della pedagogia
Tra i filosofi più rilevanti dell’Ottocento, Antonio Rosmini Serbati | ▶ L’AUTORE | è figura poliedrica, che unisce alla profonda religiosità un’attività di studio costante nell’ambito politico, teologico, filosofico e pedagogico.Gli scritti pedagogici di Rosmini sono occasionali e derivano da una riflessione sull’uomo e sulla società più ampia, che rimanda a un’idea dell’essere quale base non solo del principio di conoscenza, ma anche della vita morale dell’uomo.
Il primo problema pedagogico che il sacerdote roveretano affronta concerne il fine dell’educazione. Ne tratta soprattutto nel saggio giovanile Sull’unità dell’educazione (1826), nel quale afferma che ogni tipo di intervento educativo deve essere indirizzato alla formazione di tutto l’uomo. Infatti, per Rosmini la prima regola della pedagogia consiste nell’unità e tale unità si realizza nell’adesione a una verità assoluta, che è quella comunicata da Dio attraverso la rivelazione.
La visione pedagogica di Rosmini deriva da un’impostazione religiosa, che riconosce in Dio il principio e il fine di tutte le cose. Pertanto, la conoscenza e l’amore di Dio rappresentano l’aspetto principale dell’educazione e l’educazione religiosa, nello specifico, si pone a fondamento del processo educativo e a compimento di tutte le altre discipline.