3. Internet e la società digitale
3.2 DAI PRIMI COMPUTER AI PERSONAL COMPUTER
Alle origini della società digitale c’è senza dubbio l’invenzione del computer. La prima idea di costruire delle macchine capaci di compiere calcoli in modo automatico la dobbiamo al matematico inglese Alan Turing | ▶ IL PERSONAGGIO | il quale, nel 1936, per primo ipotizzò il funzionamento di quella che poi è stata chiamata “Macchina di Turing”: un sistema automatico, funzionante con ▶ linguaggio binario, capace di svolgere calcoli in autonomia grazie a un linguaggio di programmazione, che corrisponde al software di oggi. A partire dalle idee di Turing, il primo computer funzionante venne costruito nel corso della Seconda guerra mondiale da parte del governo degli Stati Uniti, che sperava di utilizzare questa nuova tecnologia nella guerra contro il regime nazista. Tuttavia, questo primo computer, che si chiamava Eniac, venne ultimato solo nel 1945, a conflitto oramai concluso.

l’autore Alan Turing
3.3 LO SVILUPPO DELLA RETE: DA ARPANET A INTERNET

l’autore Tim Berners-Lee
esperienze attive
La prima volta su Internet Ti ricordi della prima volta in cui ti sei connesso alla rete Internet? Probabilmente no, perché per la tua generazione collegarsi a Internet è qualcosa di scontato e ovvio. Ma non è sempre stato così. Fai una breve intervista ai tuoi genitori, iniziando con questa domanda: “Vi ricordate delle prime volte in cui vi siete collegati a Internet?”. Fatti raccontare anche qualche dettaglio e aneddoto su quale computer usavano e quali siti visitavano. Dopo confrontate in classe i vostri elaborati e riflettete insieme su che cosa è cambiato da allora a oggi.
INVITO ALLA LETTURA
William Gibson, NEUROMANTE, Editrice Nord, 2004
3.4 IL WEB 2.0 E I SOCIAL MEDIA
approfondiamo IL DIVARIO DIGITALE
3.5 LA SOCIETÀ IN RETE
l’autore Manuel Castells
3.6 ASPETTI POSITIVI E NEGATIVI NELL’USO DI INTERNET
- La prima riconosce nelle tecnologie digitali e in Internet una forza sostanzialmente positiva per la società, poiché offrono nuove opportunità per scambiarsi informazioni, per comunicare e per produrre nuove forme di conoscenza. I social media, per esempio, danno la possibilità di relazionarsi con più persone e con maggiore rapidità, senza che le distanze fisiche costituiscano più alcun problema. Internet permette di accedere con più facilità a tutta una serie di informazioni importanti, oltre che a contenuti per il tempo libero, come musica, libri e film. Esistono anche forme di educazione a distanza, come è il caso, per esempio, della famosa enciclopedia online Wikipedia, creata nel 2001 dall’imprenditore digitale statunitense Jimmy Wales (n. 1966), che contiene più di 40 milioni di articoli in circa 300 lingue differenti. Da alcuni anni si sono moltiplicati anche i corsi universitari online, che permettono a studenti di seguire a distanza la formazione offerta da importanti centri universitari statunitensi o europei. Infine, la diffusione di Internet ha incentivato l’economia e i commerci internazionali, contribuendo in modo determinante ai processi di globalizzazione dei mercati.
- Una seconda interpretazione mette in luce gli aspetti negativi di Internet, accusandolo di aver contribuito a minare i meccanismi relazionali tra le persone. Una delle critiche più diffuse è che passare tanto tempo in rete, sviluppando relazioni prevalentemente online, va a discapito delle interazioni faccia a faccia, ruba del tempo alle relazioni familiari e sostituisce altre attività più salutari, come fare sport e stare all’aperto. Il timore è che la prevalenza delle relazioni a distanza incrini il tessuto sociale dei contesti locali: si conoscono persone magari molto lontane ma non si conosce il proprio vicino di casa o chi frequenta il nostro quartiere.
Un’altra preoccupazione è che l’uso dei social network, in particolare quelli incentrati sulle foto come Instagram, contribuisca a diffondere valori basati solo sul come si appare, incentivando gli utenti a offrire di se stessi immagini ideali e non veritiere.
Altri studiosi sottolineano che i social network contribuiscono anche a diffondere notizie false, meglio conosciute come “bufale” (o fake news). Si tratta di notizie create deliberatamente per disinformare o ingannare i lettori, per influenzare le loro opinioni e promuovere idee politiche o di altro tipo.
Negli ultimi anni le fake news sono diventate ricorrenti in ambito politico come strumenti utilizzati in modo strategico per sviluppare campagne di disinformazione nei confronti dei candidati avversari.
Infine, i social network come Facebook sono al centro di preoccupazioni relative alla privacy, ovvero al diritto delle persone alla riservatezza delle proprie informazioni personali su Internet. Le piattaforme digitali, infatti, possiedono molti dati, informazioni e foto che gli utenti caricano volontariamente. Tuttavia, spesso le grandi aziende digitali utilizzano queste enormi quantità di dati (i cosiddetti big data) per realizzare campagne pubblicitarie e di marketing, senza che gli stessi utenti ne siano a conoscenza. Ecco perché, nella società digitalizzata, è sempre più importante prestare attenzione a quali informazioni si forniscono e a come vengono utilizzate.

INVITO ALLA VISIONE
Oliver Stone, SNOWDEN, 2016
CITTADINI RESPONSABILI
Il Regolamento generale sulla protezione dei dati online (GDPR)
per lo studio
Per discutere INSIEME
I colori della Sociologia
Secondo biennio e quinto anno del liceo delle Scienze umane