3. Internet e la società digitale

3. Internet e la società digitale

3.1 L’ALBA DELLA SOCIETÀ DIGITALE

Il mezzo di comunicazione più importante e influente per le dinamiche sociali nel corso degli anni Duemila è stato sicuramente la rete Internet e, più in generale, una serie di nuovi media digitali quali smartphone e tablet. Internet non è soltanto una rete che collega computer e dispositivi di tutto il mondo, ma è anche lo strumento che ha innescato una profonda trasformazione all’interno della società, dando origine alla cosiddetta “società digitale”.
La comunicazione, una volta caratterizzata solamente dalla presenza di grandi aziende (come i canali televisivi) in grado di trasmettere contenuti a una vasta quantità di individui (broadcasting), adesso avviene sempre di più attraverso Internet e altri media digitali, che si propongono come strumenti attraverso i quali le persone interagiscono tra loro, producendo nuove forme di socialità, non più basate prevalentemente su una compresenza fisica o su interazioni faccia a faccia.
È importante allora riflettere sull’evoluzione e le caratteristiche del nuovo tipo di società che scaturisce da tutto ciò. Con l’espressione “società digitale” si vuole descrivere l’esito di un processo storico di lungo periodo, in cui tutti gli ambiti della società – dalle relazioni personali al mondo del lavoro, dalla ricerca scientifica al settore dell’intrattenimento – si sono modificati in modo radicale in seguito alla diffusione delle tecnologie digitali, e in primo luogo della rete Internet. Gli esiti di questa trasformazione sono ancora in corso e non mancheranno di evolversi ulteriormente nei prossimi anni.
Proprio per questo è importante acquisire alcune conoscenze di base per comprendere quali sono i principali cambiamenti prodotti dai media digitali nella società. Iniziamo, dunque, a ricostruire come si sono sviluppati alcuni degli strumenti più comuni con cui è nata la società digitale.

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3.2 DAI PRIMI COMPUTER AI PERSONAL COMPUTER

Alle origini della società digitale c’è senza dubbio l’invenzione del computer. La prima idea di costruire delle macchine capaci di compiere calcoli in modo automatico la dobbiamo al matematico inglese Alan Turing | ▶ IL PERSONAGGIO | il quale, nel 1936, per primo ipotizzò il funzionamento di quella che poi è stata chiamata “Macchina di Turing”: un sistema automatico, funzionante con ▶ linguaggio binario, capace di svolgere calcoli in autonomia grazie a un linguaggio di programmazione, che corrisponde al software di oggi. A partire dalle idee di Turing, il primo computer funzionante venne costruito nel corso della Seconda guerra mondiale da parte del governo degli Stati Uniti, che sperava di utilizzare questa nuova tecnologia nella guerra contro il regime nazista. Tuttavia, questo primo computer, che si chiamava Eniac, venne ultimato solo nel 1945, a conflitto oramai concluso.

Molto diverso dai computer moderni, si trattava di una apparecchiatura di grandi dimensioni (occupava lo spazio di un intero appartamento!) e, per essere utilizzato, richiedeva un team di scienziati che interagivano con la macchina grazie a cavi e schede perforate.
Per alcuni decenni i computer rimasero macchine grandi e molto costose ma, finalmente, a metà degli anni Settanta, iniziarono a venire prodotti i primi personal computer, più simili nella forma a quelli utilizzati oggi. Uno dei primi computer da tavolo a essere introdotto fu quello progettato nel 1964 dall’azienda italiana Olivetti, che era riuscita a creare in anticipo sui tempi una macchina digitale programmabile da utilizzare per fare calcoli negli uffici. Tuttavia, il primo e più noto modello di personal computer fu quello proposto dalla Apple nel 1977, costruito a San Francisco da due giovani ventenni, Steve Jobs e Steve Wozniak. Questi primi personal computer non solo erano piccoli, relativamente economici e utilizzabili da una singola persona, ma contribuivano a trasformare il ruolo sociale dei computer: non più solo macchine costose, al servizio di governi e grandi aziende, ma strumenti a disposizione della gente comune nelle proprie abitazioni. In questo modo, le persone familiarizzarono con l’uso dei programmi informatici per svolgere attività quotidiane: scrivere una lettera, disegnare o divertirsi con i videogiochi.
Un’ulteriore trasformazione dei personal computer avvenne a metà degli anni Novanta, quando le connessioni Internet furono disponibili nelle abitazioni private. In questo modo, i computer smisero di essere prevalentemente strumenti per svolgere delle attività (scrivere, disegnare, giocare e così via) e si trasformarono in veri e propri strumenti di comunicazione personalicon cui si poteva, per esempio, inviare e-mail e consultare il Web. Tutto ciò fu possibile proprio grazie alla diffusione della rete Internet, inventata per ben altri scopi circa tre decenni prima.

l’autore  Alan Turing

Alan Turing (1912-1954) è stato un matematico e logico britannico che ha fornito importanti contributi alla matematica, alla crittografia, all’informatica e all’intelligenza artificiale, elaborando a metà degli anni Trenta la prima concezione teorica di un computer realizzata nella cosiddetta “Macchina di Turing”. A partire dal 1931 studia matematica al prestigioso King’s College di Cambridge. All’età di soli 22 anni inventa la famosa macchina, su cui si modelleranno tutti i successivi computer. Allo scoppio delle ostilità con la Germania, nel settembre del 1939, lascia Cambridge per unirsi al centro di crittografia del governo inglese, contribuendo in modo decisivo a decifrare il codice “Enigma”, uno speciale linguaggio segreto attraverso il quale le forze armate tedesche cercano di proteggere le loro comunicazioni radio durante la guerra. Alla fine delle ostilità, nel 1945, viene reclutato al Laboratorio Nazionale di Fisica di Londra per progettare e sviluppare un computer elettronico e, successivamente, si sposta a insegnare informatica all’università di Manchester. Nel marzo del 1952 viene processato per la sua omosessualità, allora considerata un crimine in Gran Bretagna, e viene condannato a un periodo di terapia ormonale di dodici mesi: a nulla serve il fatto di aver contribuito direttamente alla vittoria del conflitto mondiale.
Poco tempo dopo, l’8 giugno 1954, viene trovato morto nella sua casa: sebbene si pensi che sia stato ucciso dai servizi segreti a causa delle informazioni riservate che custodiva, un’inchiesta stabilisce che si è trattato di suicidio per avvelenamento da cianuro.
Parte della storia di Alan Turing è stata raccontata nel film The Imitation Game, uscito nelle sale cinematografiche nel 2014.

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3.3 LO SVILUPPO DELLA RETE: DA ARPANET A INTERNET

Internet è una rete di computer che oggi collega a livello planetario miliardi di persone, aziende e istituzioni, svolgendo un ruolo fondamentale per l’economia, il tempo libero e la circolazione dei contenuti culturali. Tuttavia, le sue origini sono legate a ben altro panorama storico. La rete Internet è, infatti, il risultato degli sforzi posti in campo durante la Guerra Fredda, ovvero la contrapposizione geopolitica e militare tra gli Usa e l’Urss (Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche) dopo la conclusione della Seconda guerra mondiale. Nel 1949, l’Urss si era dotata della sua prima bomba atomica, pareggiando il conto tecnologico-militare con gli Usa. Successivamente, nel 1957, i sovietici riuscirono a mandare in orbita il primo satellite artificiale, lo Sputnik, battendo in questo modo gli Usa sia nella corsa alla conquista dello spazio sia nello sviluppo di missili a lunga gittata. Come reazione, gli statunitensi si impegnarono nello sviluppo di una serie di nuove tecnologie militari, tra cui una rete di computer che doveva avere una particolare caratteristica: in caso di attacco nucleare da parte dell’Unione Sovietica, avrebbe continuato a funzionare anche nell’eventualità che alcune grandi città fossero colpite e distrutte. Nacque così il progetto di una rete chiamata Arpanet, pensata con una struttura decentralizzata, ovvero senza una macchina centrale che trasmettesse a tutti gli altri computer (il modello del broadcasting televisivo), ma in cui ogni computer potesse essere messo in comunicazione con tutti gli altri.
La rete Arpanet venne così avviata dagli Stati Uniti nel 1969 ma, invece di diventare uno strumento strategico nella Guerra Fredda, fu utilizzato soprattutto dai centri di ricerca statunitensi ed europei, con il fine di scambiarsi informazioni e dati sulle ricerche scientifiche. Proprio per fare fronte alle esigenze di scambio di informazioni tra scienziati, nel 1971 venne inventata l’e-mail, ovvero un sistema di posta elettronica istantanea i cui indirizzi erano caratterizzati dall’uso del simbolo @, chiamato “chiocciola” e derivato probabilmente dal carattere latino “ad”, poi ripreso nell’inglese “at”.
Per tutti gli anni Settanta e Ottanta Arpanet rimane prevalentemente un mezzo di comunicazione scientifica, utilizzato solo da una ristrettissima fascia della popolazione, composta da scienziati e ricercatori. Ed è ancora nel mondo della scienza, ed esattamente presso il più importante centro di ricerca sulla fisica, il Cern di Ginevra, che nel 1989 viene creato dall’informatico Tim Berners-Lee | ▶ IL PERSONAGGIO | il cosiddetto “WWW” (World Wide Web): un sistema di visualizzazione delle pagine web caratterizzato dalla presenza di link ipertestuali, che permettono, cliccandoci sopra, di cambiare pagina e navigare all’interno di differenti contenuti. Questo nuovo sistema dei link trasforma completamente l’uso di Internet: prima di allora, infatti, si poteva accedere ai vari contenuti solo digitando complesse stringhe di codice, mentre con il WWW la navigazione può avvenire attraverso un’interfaccia grafica semplificata. Inoltre, i link tra le pagine permettono una consultazione non lineare dei contenuti: durante la lettura si può passare facilmente da un documento a un altro.
Una successiva, profonda trasformazione dei contenuti che circolavano attraverso Internet è avvenuta nel 1995, quando l’organizzazione internazionale che gestisce il funzionamento della rete ha autorizzato la possibilità di effettuare scambi commerciali e di svolgere attività economiche attraverso la rete, attività precedentemente vietate. Così, in poco tempo, Internet si è trasformata da rete prevalentemente usata da ricercatori e scienziati in uno spazio dove hanno la prevalenza le attività commerciali, inclusa la presenza di pubblicità. A seguito di questa trasformazione sono nati non solo alcuni tra i più famosi siti di ▶ e-commerce, come eBay e Amazon, ma anche i primi motori di ricerca, che sfruttano la pubblicità per offrire agli utenti contenuti organizzati: è il caso di Google, inventato nel 1997 da due studenti dell’università di Stanford e divenuto nel corso degli anni un punto di riferimento imprescindibile per qualsiasi ricerca in rete.

l’autore  Tim Berners-Lee

Tim Berners-Lee (n. 1955) è uno scienziato informatico britannico, generalmente riconosciuto come l’inventore del World Wide Web, ovvero il sistema di navigazione in Internet basato sugli indirizzi URL e su link cliccabili all’interno delle pagine. È dunque considerato uno dei padri dell’odierna rete Internet e, anche per tale ragione, nel 2004 è stato nominato Cavaliere del Regno Unito dalla regina Elisabetta.
Dopo essersi laureato nel 1976 presso l’università di Oxford, inizia a progettare software per una azienda inglese, trasferendosi poi, a metà degli anni Ottanta, al Cern di Ginevra, uno dei più importanti centri di ricerca di fisica al mondo. Qui inizia a sviluppare un programma informatico in grado di memorizzare informazioni nella forma di testi che contengono collegamenti sia all’interno dello stesso documento, sia a file separati: una modalità che diventa nota come “ipertesto”. Nel 1989 propone un sistema di documenti ipertestuali, basato su Internet, che avrebbe fornito ai ricercatori la possibilità di condividere i risultati delle proprie ricerche senza doversi scambiare costantemente documenti cartacei o e-mail. In altre parole, i ricercatori hanno la possibilità di caricare le informazioni “online”, dove i loro colleghi possono recuperarle immediatamente. Perfezionato il sistema tra il 1990 e il 1991, egli inizia a proporre il suo modello per tutte le comunicazioni online, anche fuori dal Cern di Ginevra. Nel giro di pochi anni, questa invenzione di Berners-Lee è diventata lo strumento principale per creare e accedere ai contenuti su Internet in tutto il mondo.

  esperienze attive

La prima volta su Internet Ti ricordi della prima volta in cui ti sei connesso alla rete Internet? Probabilmente no, perché per la tua generazione collegarsi a Internet è qualcosa di scontato e ovvio. Ma non è sempre stato così. Fai una breve intervista ai tuoi genitori, iniziando con questa domanda: “Vi ricordate delle prime volte in cui vi siete collegati a Internet?”. Fatti raccontare anche qualche dettaglio e aneddoto su quale computer usavano e quali siti visitavano. Dopo confrontate in classe i vostri elaborati e riflettete insieme su che cosa è cambiato da allora a oggi.

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  INVITO ALLA LETTURA   
William Gibson, NEUROMANTE, Editrice Nord, 2004

Il libro di fantascienza Neuromante, scritto nel 1984 dallo scrittore William Gibson, rappresenta la prima descrizione letteraria della rete Internet e del ruolo dei computer come strumenti di comunicazione interpersonale. L’autore è un noto scrittore di romanzi di fantascienza e ha ambientato Neuromante in un mondo del futuro, permeato da tecnologie digitali che al omento dell’uscita del libro non erano ancora diffuse, come le connessioni digitali, l’intelligenza artificiale e gli impianti cibernetici.
Il romanzo parla delle avventure di Case, un hacker disoccupato che viene assunto da un misterioso datore di lavoro chiamato Armitage. Case è uno dei migliori hacker informatici (definiti anche come “cowboy delle console”), tra i più bravi ad accedere alla “matrice”, un vasto regno virtuale che prefigura quello che nella realtà sarebbe diventato Internet. Collaborando con alcuni personaggi futuristici, tra cui un cyborg e un ladro tossicodipendente, Case si impegna a realizzare una serie di crimini informatici, tra cui il furto di dati contenuti nella mente di un altro hacker. Successivamente, i componenti del gruppo sono coinvolti in altre avventure che li portano ad affrontare un sistema di intelligenza artificiale, chiamato Wintermute, che manovra di nascosto lo stesso datore di lavoro del protagonista, e un secondo sistema artificiale: Neuromancer. Alla fine dell’avventura questi due sistemi si fondono insieme, diventando un’unica potentissima entità che prende il controllo della matrice.
Questo romanzo di William Gibson ha avuto una grandissima influenza sull’immaginario fantascientifico, lanciando il genere letterario del “cyberpunk”, una fusione tra i temi della fantascienza tradizionale e i contesti ribelli ed estremi del movimento punk. Scritto prima della diffusione di Internet, il romanzo contribuì anche a costruire una particolare fascinazione attorno alle tecnologie digitali, inventando tra le altre cose la parola “cyberspazio”, successivamente divenuta di uso comune per indicare l’ambiente di Internet.

3.4 IL WEB 2.0 E I SOCIAL MEDIA

Nel corso degli anni Novanta l’uso di Internet ricalcava in parte il modello dei media tradizionali, ovvero vi erano dei produttori di contenuti che creavano delle pagine, poi fruite da un vasto pubblico di utenti. Intorno al 2004 prende forma un’ulteriore trasformazione di Internet caratterizzata dall’avvento del Web 2.0, una modalità d’uso della rete improntata a una maggiore interattività da parte degli utenti. Nel Web 2.0, infatti, i contenuti non sono più creati da produttori specializzati, come editor, giornalisti o artisti professionisti, ma sono gli utenti stessi a generarli e altri utenti come loro a fruirne. È il caso, per esempio, del portale video YouTube, nato inizialmente per permettere a tutti di caricare i propri video, oppure del popolare social network Facebook, in cui sono gli utenti stessi a generare contenuti caricando foto e video nelle pagine dei propri profili, mentre l’azienda si limita a fornire la piattaforma che custodisce e organizza tutti questi dati.
Nel mondo del Web 2.0 è emersa così una nuova categoria di mezzi di comunicazione, i social media. Si tratta di quelle piattaforme e servizi digitali incentrati sulla creazione di relazioni tra gli utenti che consentono alle persone di comunicare direttamente tra di loro. Tra i più popolari social media vi sono, oltre a quelli appena citati, anche il servizio di ▶ microblogging Twitter (nato nel 2006), quello di messaggistica WhatsApp (2009) e quello basato sull’uso delle immagini Instagram (2010). La crescita della popolarità dei social è stata fenomenale e questi nuovi media sono diventati strumenti utilizzati da miliardi di persone al mondo, soprattutto attraverso gli smartphone, ormai presenti nelle tasche di quasi tutti i cittadini.
La diffusione della rete Internet e dei social media ha avuto grande influenza anche nel mondo del lavoro e soprattutto nelle forme con cui le persone si relazionano tra loro, rendendo così concreta l’idea intravista decenni prima da Marshall McLuhan di un villaggio globale elettronico in cui tutti gli abitanti del mondo sono istantaneamente connessi tra loro: si stima, infatti, che nel 2019 ben 4.4 miliardi di persone siano più o meno connesse a Internet. Tuttavia, esistono delle differenze ben marcate tra chi accede a Internet e chi non ne ha le possibilità | ▶ APPROFONDIAMO |.

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approfondiamo  IL DIVARIO DIGITALE

Con l’espressione “divario digitale” (traduzione dell’inglese digital divide) si intende la distribuzione non uniforme dell’uso delle tecnologie informatiche nella società. Il divario digitale include, in primo luogo, la differenza nell’utilizzo del computer e nell’accesso a Internet tra le popolazioni dei paesi industrializzati, dove questi strumenti sono molto diffusi, e gli abitanti dei paesi in via di sviluppo (per esempio, larga parte degli Stati africani), dove invece sono ancora pochi coloro che usano il computer e si connettono a Internet. Il divario digitale riguarda, però, anche gruppi sociali diversi all’interno dei singoli paesi e si traduce nel fatto che le fasce della popolazione più svantaggiate, che non hanno potuto studiare, hanno maggiori difficoltà a usare il computer e ad accedere a Internet.
In generale, si ritiene che queste differenze rafforzino altri tipi di diseguaglianze: infatti, non sapere usare un computer o non sapere come accedere a Internet rende più difficile trovare un lavoro adeguato e influisce anche sulla possibilità di viaggiare, di divertirsi e di relazionarsi con altre persone.
I problemi legati al divario digitale vennero posti all’attenzione a metà degli anni Novanta, durante la prima fase di diffusione di Internet. Più recentemente, con la diminuzione dei costi delle tecnologie e la diffusione pervasiva di strumenti portatili come gli smartphone, il divario digitale si è ulteriormente ampliato, non riguardando più solamente la possibilità di accedere alla rete, ma anche il possesso delle competenze e conoscenze richieste per sfruttare appieno tutte le potenzialità di questo mezzo. Assistiamo, infatti, attualmente, a un grande divario tra coloro che sanno usare Internet solo per attività molto basilari e coloro che possiedono le competenze per creare un sito web, gestire attivamente un proprio profilo online, o fare ricerche complesse su temi molto specialistici.

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3.5 LA SOCIETÀ IN RETE

Uno dei primi concetti sociologici introdotto per descrivere ad ampio spettro le trasformazioni legate alle tecnologie digitali è stato quello di “network society” o “società in rete”, sviluppato a metà degli anni Novanta da alcuni sociologi, tra i quali lo spagnolo Manuel Castells | ▶ L’AUTORE |. In particolare, Castells ha utilizzato questo concetto per offrire un quadro complessivo delle conseguenze dell’uso delle nuove tecnologie di comunicazione sulla società e sul processo di globalizzazione. Castells ritiene che la società sia passata, grazie a Internet, da un’era industriale a una nuova era dell’informazione, un cambiamento storico che ha trasformato nel profondo l’organizzazione della struttura sociale.
Storicamente ci sono sempre stati differenti tipi di reti sociali: uno dei fattori chiave che distingue la società in rete dai modelli di società precedenti è che l’uso delle tecnologie digitali aiuta a creare e sostenere rapporti a distanzache si traducono in nuovi tipi di relazioni. Una delle caratteristiche delle reti digitali è, infatti, la trasformazione delle categorie di spazio e di tempo, conseguenza della possibilità di essere sempre in contatto continuo e istantaneo con persone molto distanti. In altre parole, la diffusione delle reti digitali ha trasformato le forme organizzative predominanti di ogni ambito della vita sociale, traghettando la società tradizionale all’interno di una logica propria della rete Internet.
In questa nuova società in rete non solo si modificano i processi di produzione economica e di scambio commerciale, ma anche le modalità di consumo da parte degli utenti. Coloro che rivestono un ruolo importante per il funzionamento delle reti digitali acquistano ancora più potere, e perciò emergono nuove forme di diseguaglianze globali, basate sulla maggiore o minore importanza rivestita all’interno dei flussi di comunicazione digitali. Emergono dunque nuove forme di inclusione ed esclusione dalle reti globaliche sono fondamentali per la produzione e il consumo di beni. Le reti digitali, infatti, funzionano sulla base dell’inclusione di individui e risorse che sono preziosi per il loro funzionamento e sull’esclusione di altre persone o interi territori che hanno poco o nessun valore per il meccanismo attraverso il quale le reti producono profitto. Negli ultimi vent’anni abbiamo osservato, per esempio, come la piccola regione della Silicon Valley in California abbia assunto una fondamentale centralità economica e culturale nel mondo globale, proprio per la presenza sul suo territorio delle sedi aziendali che operano su Internet (come Apple e Google). Al contrario, gli Stati africani, scarsamente integrati nei flussi digitali della globalizzazione e poco rilevanti per gli scambi commerciali globali, sono diventati territori ancora più poveri e periferici. Allo stesso tempo in paesi avanzati come l’Italia, coloro che occupano posizioni di lavoro direttamente legate all’innovazione digitale, come gli ingegneri, e alla creazione di contenuti per il funzionamento della rete, come gli ▶ influencer presenti sui social network, hanno acquisito uno status sociale ancora maggiore, a discapito di altri lavoratori.
Infine, nella nuova struttura sociale prodotta da Internet – afferma Castells – la principale forma di potere è quella del controllo della comunicazione. Questo perché la connettività e l’accesso alle reti sono essenziali per alcuni gruppi sociali per esercitare il proprio potere e imporre i propri valori e obiettivi alla società.

l’autore  Manuel Castells

Manuel Castells (n. 1942) è un sociologo spagnolo che ha contribuito in modo fondamentale allo studio dei rapporti tra Internet e la società, focalizzandosi in particolare sul ruolo delle reti nel trasformare la società contemporanea. Formatosi a Barcellona, in quanto attivo politicamente contro la dittatura di Francisco Franco, è costretto a fuggire, nel 1962, dalla Spagna, riparando in Francia. Una volta a Parigi completa gli studi, ottenendo il dottorato in sociologia e iniziando a insegnare all’università. Nel 1979 si sposta negli Stati Uniti, dove, a Berkeley, viene nominato professore di sociologia.
Il suo lavoro più famoso è L’era dell’informazionecomposto, a sua volta, da tre volumi: La nascita della società in rete (1996), Il potere delle identità (1997), Volgere di millennio (1998). È in questa corposa opera che Castells definisce il concetto di “società in rete”, che influenza significativamente il modo in cui gli scienziati sociali e gli studiosi di comunicazione analizzano le conseguenze prodotte da Internet.

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3.6 ASPETTI POSITIVI E NEGATIVI NELL’USO DI INTERNET

Nelle scienze sociali è ancora aperto il dibattito su quali siano le conseguenze delle trasformazioni legate a Internet e alle nuove tecnologie digitali sulle relazioni tra le persone e sulla società nel suo complesso. In particolare, si discute se tali trasformazioni siano maggiormente positive o negative.
A tale proposito si possono individuare due principali interpretazioni.
  • La prima riconosce nelle tecnologie digitali e in Internet una forza sostanzialmente positiva per la società, poiché offrono nuove opportunità per scambiarsi informazioni, per comunicare e per produrre nuove forme di conoscenza. I social media, per esempio, danno la possibilità di relazionarsi con più persone e con maggiore rapidità, senza che le distanze fisiche costituiscano più alcun problema. Internet permette di accedere con più facilità a tutta una serie di informazioni importanti, oltre che a contenuti per il tempo libero, come musica, libri e film. Esistono anche forme di educazione a distanza, come è il caso, per esempio, della famosa enciclopedia online Wikipedia, creata nel 2001 dall’imprenditore digitale statunitense Jimmy Wales (n. 1966), che contiene più di 40 milioni di articoli in circa 300 lingue differenti. Da alcuni anni si sono moltiplicati anche i corsi universitari online, che permettono a studenti di seguire a distanza la formazione offerta da importanti centri universitari statunitensi o europei. Infine, la diffusione di Internet ha incentivato l’economia e i commerci internazionali, contribuendo in modo determinante ai processi di globalizzazione dei mercati.
  • Una seconda interpretazione mette in luce gli aspetti negativi di Internetaccusandolo di aver contribuito a minare i meccanismi relazionali tra le persone. Una delle critiche più diffuse è che passare tanto tempo in rete, sviluppando relazioni prevalentemente online, va a discapito delle interazioni faccia a faccia, ruba del tempo alle relazioni familiari e sostituisce altre attività più salutari, come fare sport e stare all’aperto. Il timore è che la prevalenza delle relazioni a distanza incrini il tessuto sociale dei contesti locali: si conoscono persone magari molto lontane ma non si conosce il proprio vicino di casa o chi frequenta il nostro quartiere.
    Un’altra preoccupazione è che l’uso dei social network, in particolare quelli incentrati sulle foto come Instagram, contribuisca a diffondere valori basati solo sul come si appare, incentivando gli utenti a offrire di se stessi immagini ideali e non veritiere.
    Altri studiosi sottolineano che i social network contribuiscono anche a diffondere notizie false, meglio conosciute come “bufale” (o fake news). Si tratta di notizie create deliberatamente per disinformare o ingannare i lettori, per influenzare le loro opinioni e promuovere idee politiche o di altro tipo.
    Negli ultimi anni le fake news sono diventate ricorrenti in ambito politico come strumenti utilizzati in modo strategico per sviluppare campagne di disinformazione nei confronti dei candidati avversari.
    Infine, i social network come Facebook sono al centro di preoccupazioni relative alla privacy, ovvero al diritto delle persone alla riservatezza delle proprie informazioni personali su Internet. Le piattaforme digitali, infatti, possiedono molti dati, informazioni e foto che gli utenti caricano volontariamente. Tuttavia, spesso le grandi aziende digitali utilizzano queste enormi quantità di dati (i cosiddetti big data) per realizzare campagne pubblicitarie e di marketing, senza che gli stessi utenti ne siano a conoscenza. Ecco perché, nella società digitalizzata, è sempre più importante prestare attenzione a quali informazioni si forniscono e a come vengono utilizzate.
Queste due interpretazioni, positiva e negativa, nei confronti delle conseguenze sociali di Internet costituiscono le due facce di una medesima medaglia: Internet e le tecnologie digitali offrono molte possibilità e vantaggi, ma portano con sé anche tanti rischi e problemi. Alle nuove generazioni spetterà il compito di approfittare dei numerosi vantaggi, cercando di limitare e risolvere gli altrettanto importanti aspetti problematici.

  INVITO ALLA VISIONE   
Oliver Stone, SNOWDEN, 2016

Snowden è un film del 2016 diretto dal regista americano Oliver Stone. Racconta la storia di Edward Snowden, un tecnico informatico ex-dipendente della Central Intelligence Agency (CIA), responsabile della rivelazione di informazioni segrete relative ai programmi con cui il governo americano spiava le comunicazioni digitali dei cittadini di tutto il mondo. Snowden lascia il suo lavoro perché non sopporta che il governo continui a spiare i cittadini, ma resta in suo possesso un gran numero di dati segreti sulle azioni illecite del governo. Quando Snowden decide di divulgare queste informazioni, viene subito accusato dal governo di essere un traditore, ma allo stesso tempo diventa un eroe per coloro che si battono per la difesa dei diritti dei cittadini e della libertà di comunicazione in rete. Il 5 giugno del 2013, con l’aiuto di un giornalista, le informazioni segrete vengono comunicate alla stampa creando uno scandalo globale, in seguito al quale Snowden si nasconde nell’America del Sud. Tuttavia, il governo degli Stati Uniti revoca il suo passaporto, bloccandolo a Mosca, dove gli viene concesso l’asilo politico.
Attraverso la storia delle rivelazioni di Snowden, il regista Oliver Stone entra nei dettagli di uno dei più importanti scandali relativi allo spionaggio delle comunicazioni digitali dei cittadini da parte dello Stato, portando così un’autorevole denuncia di questo problema agli occhi dell’opinione pubblica.

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CITTADINI RESPONSABILI

Il Regolamento generale sulla protezione dei dati online (GDPR)

Per fare fronte al problema della tutela dei dati dei cittadini su Internet, nel 2016 l’Unione Europea ha varato il cosiddetto GDPR, un regolamento generale in materia di protezione dei dati e della privacy per tutti i cittadini europei, entrato in vigore ufficialmente nel 2018. Il GDPR mira principalmente a offrire alle persone la possibilità di avere il controllo sui propri dati personali e a semplificare il contesto normativo per le imprese che lavorano grazie ai dati degli utenti online. Poiché si applica indipendentemente dalla nazionalità di origine dei siti web, il regolamento deve essere rispettato da tutti i siti che attirano visitatori europei, anche se non commercializzano in particolare beni o servizi ai residenti dell’Unione Europea. In pratica, secondo le regole del GDPR, i visitatori devono essere informati dei dati raccolti dai siti che essi frequentano e devono acconsentire esplicitamente, facendo per esempio clic su un pulsante “accetto”.
Questo regolamento rappresenta un grande passo avanti nella trasparenza dei dati e nella tutela dei diritti dei cittadini online. Resta comunque fondamentale la sensibilizzazione di tutti gli utenti su questo tema, perché è facile, quando si naviga online, accettare informazioni senza sapere nemmeno di che cosa si tratti.

per lo studio

1. Come è nata la rete Internet? Come si è trasformata nel corso del tempo?
2. Che cosa caratterizza il Web 2.0?
3. Come viene definito il concetto di "società in rete" da Castells?


  Per discutere INSIEME 

Discutete insieme in classe sulle conseguenze positive e negative dei social media sulle relazioni che intercorrono tra le persone. Dividete la lavagna in due colonne: nella colonna di sinistra inserite tutti gli aspetti positivi, nella colonna di destra tutti gli aspetti negativi. Alla fine dell'esercitazione provate a fare un riassunto di quanto emerso dalla discussione collettiva.

I colori della Sociologia
I colori della Sociologia
Secondo biennio e quinto anno del liceo delle Scienze umane