Nel corso della storia della Repubblica italiana, alcune importanti conquiste in termini di diritti sono state ottenute attraverso i referendum, ovvero quelle votazioni in cui i cittadini si esprimono a favore o contro una determinata legge. In base alla Costituzione del 1947 esistono due tipi di referendum: il referendum costituzionale (riferito a eventuali modifiche della Costituzione) e il referendum abrogativo, che viene invece usato per esprimersi rispetto a leggi particolari. Tramite il referendum abrogativo si può cancellare – totalmente o parzialmente – una legge esistente, ma non proporne una nuova. Per chiedere l’organizzazione di un referendum abrogativo è necessario raccogliere mezzo milione di firme di cittadini che supportino il quesito referendario; inoltre, è valida la votazione di un referendum solo quando vanno a votare almeno il 50% degli aventi diritto al voto, ovvero metà dei cittadini italiani di età superiore ai 18 anni.
Nella storia italiana sono in particolare due i referendum che hanno contributo in modo significativo a modificare direttamente o indirettamente l’impostazione tradizionale dei rapporti tra i generi. Nel 1974 si svolse quello che è noto come il referendum sul divorzio, che aveva come oggetto l’abrogazione della legge introdotta nel 1970 e che dava la possibilità di divorziare alle coppie di coniugi, una possibilità vietata prima di allora. Nonostante alcuni importanti partiti italiani fossero contrari al divorzio, la vittoria di coloro che erano a favore rappresentò un passo importante per una maggiore libertà e autonomia, soprattutto da parte delle donne. Un secondo importante referendum avvenne nel 1981 e riguardò il tema dell’aborto. Fino al 1975 in Italia l’aborto era vietato e per questo erano molti i casi di aborti clandestini, che implicavano rischi per la salute ma anche il carcere quando venivano scoperti. Anche in questo caso furono vari i partiti politici contrari alla legalizzazione dell’aborto, ma il referendum alla fine fece prevalere la possibilità per le donne di poter interrompere una gravidanza legalmente senza rischi.