Le origini della Letteratura

LA LETTERATURA CORTESE-CAVALLERESCA Lancillotto o il cavaliere della carretta il romanzo più celebre di Chrétien de Troyes. Vi si racconta della prigionia a cui la regina Ginevra, moglie di re Artù, è costretta dal crudele barone Meleagant. A liberarla accorre Lancillotto, che per amore è disposto ad affrontare le prove più rischiose come quelle più umilianti. L autore si propone di descrivere questa passione extraconiugale come una vera e propria vocazione, capace di conferire virtù divine, dalle quali Lancillotto attinge una forza sovrumana. Egli sfida lo scherno della gente e sostiene pericoli tremendi, finché arriva al castello dove la donna è rinchiusa. Acconsente persino a salire sulla carretta dell infamia (che serviva da gogna per i delinquenti e i condannati a morte), perché un nano che la guida gli ha indicato che quella è la condizione per vedere la regina. Eppure è accolto freddamente da Ginevra. Solo più tardi riesce a intenderne la causa: egli ha esitato per un momento prima di salire sulla carretta, mostrando così una non totale devozione alla donna e contravvenendo ai vincoli del vassallaggio amoroso, che sottomettono completamente il cavaliere alla donna amata. Più tardi, però, Lancillotto saprà dimostrare la sua dedizione assoluta e il rispetto per gli obblighi imposti dalla servitù d amore , guadagnandosi così l amore della regina. Perceval o il racconto del Graal Si tratta di un romanzo religioso e mistico, ricco di misteri e di complesse allegorie. La madre di Perceval, Herzeloide, dopo aver perduto in uno stesso giorno in combattimento il marito Gamuret e i due figli maggiori, decide di allevarlo in una selva, la Guasta Foresta, affinché non conosca le armi e la cavalleria. sufficiente però che il fanciullo veda passare quattro cavalieri meravigliosamente armati, perché egli decida di separarsi dalla madre per recarsi alla corte di re Artù. La donna, rassegnata, gli dà alcuni consigli, ma poi, vedendolo partire, muore, a insaputa del giovane. Egli ne porta nel cuore la memoria, e con ingenuità osserva gli insegnamenti che lei gli ha lasciato: servire le donne e le fanciulle, e per ricompensa voler solo un bacio e qualche ricordo; intrattenersi soltanto con persone valorose; sapere il nome di coloro con cui di volta in volta si accompagna; frequentare la chiesa per adorare Dio. Da questo momento il giovane affronta una serie infinita di avventure, che segnano come in un romanzo di formazione le tappe della sua educazione di perfetto cavaliere. Incrociando i motivi narrativi tratti dal folclore bretone con la leggenda del sacro Graal, Chrétien fa assistere il suo protagonista a una misteriosa apparizione di valletti e damigelle che portano una lancia bianca da cui fluisce sangue e una coppa sfolgorante di luce. La coppa è appunto il Sacro Graal, il calice che sarebbe stato usato da Gesù nell'Ultima Cena, poi utilizzato da Giuseppe di Arimatea per raccogliere il suo sangue ai piedi della croce, come Perceval saprà dopo anni di peregrinazioni e di misteriosi incontri. Il lieto fine dell opera, interrotta a causa della morte dell autore, è garantito da altri poeti, che continueranno il romanzo consentendo al cavaliere di rivedere la processione meravigliosa e diventare il signore del Graal. Galaad e Perceval venerano il Santo Graal, miniatura da un manoscritto francese del XV sec. 47

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Antologia primo biennio