La luce del futuro - volume B

I generi UNIT 8 La poesia delle immagini SPECCHI di CARTA Quanti Icaro precipitano ogni giorno? Centinaia, migliaia, ma la loro sorte ci lascia indifferenti. In una certa misura è inevitabile: radio, telegiornali, siti web ci riversano addosso quotidianamente notizie terribili. La loro frequenza smorza e infine addormenta la nostra capacità di commuoverci. Auden però pensa agli Icaro che incontriamo nella realtà, senza riconoscerli, senza far caso alla loro sofferenza. Il suo non è un discorso moralistico. Piuttosto, il poeta ragiona su come le vite degli uomini osservate da lontano disegnino traiettorie che si incrociano per un attimo, per poi proseguire nelle direzioni più svariate. Pensiamo al vagone di una metropolitana che riunisce una cinquantina di persone l una accanto all altra, destinate a sparpagliarsi chissà dove, ciascuna a seguire le proprie occupazioni. L appuntamento è alle quattro, poi hai il dentista, poi il tennis, devi richiamare l amica o l amico Una lacrima intanto riga la guancia della donna seduta di fronte. Icaro è precipitato, e non ce ne siamo accorti. GUIDA ALLA LETTURA Una tragedia invisibile Auden visita il Museo di Belle Arti di Bruxelles alla fine del 1938, mentre sull Europa soffiano venti di guerra sempre più forti. Non è un esperto di pittura, ma resta profondamente colpito dal modo in cui i grandi maestri fiamminghi dei quali il museo possiede una notevole collezione affrontano i soggetti prescelti. Infatti, il tema principale nei loro quadri non esaurisce la rappresentazione: ai margini, sullo sfondo e alle volte persino in primo piano si svolgono spesso tranquille scene di vita quotidiana. Auden ne ricava l impressione che questi pittori capiscano perfettamente una peculiarità della vita: mentre qualcuno soffre, qualcun altro sta mangiando o aprendo una finestra / o anche solo passeggiando indifferente (vv. 4-5). La tragedia di un singolo individuo non appartiene a tutti, per quanto grande sia il suo dolore; allo stesso modo, l impresa di un singolo individuo non coinvolge tutti, per quanto straor dinaria essa sia. Lo provano, agli occhi del poeta, alcune scene ritratte sulle tele appese nelle sale del museo. La prima verte sulla Natività: mentre i vecchi stanno inginocchiati con fervore (v. 6) in attesa della nascita del Salvatore, i bambini non ci fanno caso, e continuano a pattinare / sullo stagno all angolo del bosco (vv. 8-9). La seconda rappresenta un tremendo martirio (v. 11), forse la flagellazione di Gesù, o qualche supplizio patito da un santo: anche in questo caso la vita continua, a prescindere dal dramma, che cani e cavalli neppure capiscono. Bruegel, per esempio Nella seconda strofa Auden si concentra su un esempio specifico, ricavato dalla Caduta di Icaro, straordinario dipinto attribuito a Pieter Bruegel il Vecchio (1525 ca.-1569), al quale dedica una vera e propria ecfrasis. Secondo il mito Icaro, rinchiuso con il padre Dedalo nel labirinto di Creta, riesce a fuggire grazie alle ali costruite dal genitore con penne di uccello e incollate al corpo con la cera. Il ragazzo però si avvicina troppo al sole, che scioglie la cera, e precipita a capofitto in mare, morendo. Ma dov è Icaro nel quadro di Bruegel? Solo un attento esame permette di riconoscerlo in basso a destra, dove in piccolo si intravedono le gambe di un uomo che annega. Le altre figure ritratte non si rendono conto dell accaduto, e proseguono le loro attività, in un paesaggio sereno e suggestivo: tutto pigramente tende / a ignorare il disastro (vv. 15-16). La vita continua L antico mito è ridotto a un episodio di nessuna importanza, che passa inavvertito: tra un momento le acque torneranno placide. Un pastore dà le spalle alla scena, tranquillo come il cane accucciato ai suoi piedi e il pescatore che getta la lenza. Auden neppure lo nomina, 434

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Poesia e teatro