La luce del futuro - volume B

I generi UNIT 5 La poesia civile 40 è il mondo. Piange ciò che ha fine e ricomincia. Ciò che era area erbosa, aperto spiazzo, e si fa cortile, bianco come cera, chiuso in un decoro ch è rancore; 45 ciò che era quasi una vecchia fiera di freschi intonachi sghembi al sole, e si fa nuovo isolato, brulicante in un ordine ch è spento dolore. Piange ciò che muta, anche 50 per farsi migliore. La luce del futuro non cessa un solo istante di ferirci: è qui, che brucia in ogni nostro atto quotidiano, angoscia anche nella fiducia 55 che ci dà vita, nell impeto gobettiano verso questi operai, che muti innalzano, nel rione dell altro fronte umano, il loro rosso straccio di speranza. Pier Paolo Pasolini, Le ceneri di Gramsci, Einaudi, Torino 1981 40-41. Piange ricomincia: la scavatrice piange ciò che finisce e ricomincia a trasformare il terreno. 44. decoro ch è rancore: un comportamento dignitoso (decoro) che in realtà è invidia (rancore). 46. freschi intonachi sole: intonachi appena stesi (freschi), storti (sghembi) al sole. L intonaco è lo strato di malta applicato ai muri per renderne liscia la superficie. 47. isolato: area di edifici delimitata su ogni lato da strade urbane. brulicante: affollato. 48. spento dolore: dolore represso. 49. muta: cambia. 54. angoscia: è angoscia. Il soggetto è sempre la luce. 55. impeto gobettiano: slancio ideologico, con riferimento al pensiero e alla vita del politico e scrittore antifascista Piero Gobetti (1901-1926). Le posizioni ideologiche di Go- betti lo inducevano a promuovere l impegno intellettuale per la difesa dei diritti. 57. nel rione umano: nel quartiere dell altro schieramento dell umanità, cioè tra le file dei poveri e degli oppressi. 58. il loro speranza: è il canovaccio che segnala la presenza di attrezzi e lavori in corso, ma costituisce anche un allusione metaforica alla bandiera rossa dei partiti di sinistra (per esempio, socialisti o comunisti). SPECCHI di CARTA La città è il luogo migliore per osservare l avanzata del progresso, ma anche per comprendere i costi, spesso altissimi, che comporta. Ogni cambiamento del resto implica una perdita, e solo in futuro sapremo se ne sia valsa davvero la pena. Gli anni in cui Pasolini scrive Il pianto della scavatrice sono gli anni del cosiddetto boom economico , ma anche della dissennata speculazione edilizia che sfigurò la nostra penisola, causando danni gravissimi, che solo oggi vediamo con chiarezza. Tanti italiani allora non ci badavano, troppo impegnati a conquistarsi un esistenza dignitosa, a scuotersi di dosso una povertà secolare. Proviamo allora a chiederci che cosa penseranno di noi i nostri nipoti, quando si guarderanno indietro, per considerare il modo in cui avremo affrontato le drammatiche emergenze ambientali del nostro tempo. 290

La luce del futuro - volume B
La luce del futuro - volume B
Poesia e teatro