La luce del futuro - volume B

I generi UNIT 4 La poesia pensiero SPECCHI di CARTA Non solo con il pianto e la disperazione si può esprimere il lutto per la morte di una persona cara: le sofferenze più sentite, infatti, come le più autentiche gioie e come i sentimenti vivi che ci toccano in profondità, possono manifestarsi secondo forme molteplici e, a volte, apparentemente contraddittorie. possibile, infatti, ospitare nel cuore una mescolanza di emozioni diverse, in cui si uniscono affetto e infelicità, dolore e dolcezza: i poeti, con la loro fervida fantasia, sanno tradurre in immagini stati d animo complessi che, con le parole di tutti i giorni, risulta difficile comunicare. il caso di questa poesia: l io lirico si rivolge alla propria anima con vivace sollecitudine, incalzandola a cercare le tracce della giovinezza dell amata madre, disperse per le piazze e le vie della sua città natale. Dietro al senso letterale delle parole, si può cogliere così un intonazione mai udita nella quale un irrimediabile senso di perdita s intreccia a un animato affetto, nella magnifica illusione che niente vada smarrito e che il ricordo non sia una semplice consolazione, ma un mezzo, quasi paradossalmente concreto, per sentire davvero vicine e reali le presenze più care. GUIDA ALLA LETTURA 264 Delusione e illusione Preghiera apre una serie di testi scritti da Caproni dopo la morte di sua madre, Anna Picchi, scomparsa nel 1950: in queste poesie l autore tratteggia, con una singolare mescolanza di allegria e nostalgia, un ritratto della mamma da ragazza, combinando ricordo e immaginazione. Il poeta afferma di essere appena tornato da un viaggio a Livorno, la città natale di Anna, dove anch egli ha vissuto gran parte della sua infanzia: ritornare sui luoghi della giovinezza materna e cogliere, per le piazze e per le vie, le tracce materiali della passata esistenza della donna avrebbe dovuto alleviare, nelle sue aspettative, il suo persistente senso di mancanza. Il miracolo però non si realizza e l incontro tanto atteso non avviene. Nonostante la delusione, il poeta non si rassegna di fronte alla perdita né si arrende per l insuccesso della sua ricerca. Sollecita dunque alacremente la propria anima perché si aggiri, con leggerezza e discrezione, per le strade di Livorno, al fine di evocare, in un operazione quasi magica, la figura insieme concreta e immateriale della madre da giovane. Attraverso pochi ma nitidissimi dettagli materiali il gioiello preferito, l abbigliamento semplice egli tratteggia così le sembianze, illusorie e reali insieme, di colei che, con struggimento, vagheggia di ritrovare ancora, viva nel profondo del suo cuore. Un dialogo interiore Caproni rivolge il proprio monologo a un interlocutore, ossia alla propria anima, che gli appare con la consistenza di una persona in carne e ossa: essa porta una candela (v. 3) per camminare di notte, è dotata di una memoria più nitida e netta (v. 11) della sua, di una maggiore capacità investigativa, e per questo può essere esortata con l affettuosa premura che si riserva a una bambina (sii brava, v. 17). In tal modo, la poesia si traduce in un vero e proprio dialogo del poeta con sé stesso: in esso egli si sforza di contrapporre all assenza della persona cara la creatività dell immaginazione poetica, capace di portare nuovamente in vita chi non c è più e riannodare un legame destinato a protrarsi per sempre, ben oltre i limiti imposti dalla caducità della vita e di tutte le cose umane. Una lingua semplice e cordiale Contrariamente a tanta poesia novecentesca, caratterizzata da oscurità di significati e da un lessico spesso raro ed erudito, la poesia di Caproni scorre con facilità, utilizzando un vocabolario quotidiano e comprensibile. A questo si aggiunge l impressione complessiva di un intonazione come di conversazione affabile e garbata: vediamo infatti che, di tanto in tanto, il poeta lascia cadere, tra le sue frasi, consuete formule di cortesia, com è d uso tra le persone educate, come ti prego (v. 2), se n hai il tempo (v. 5).

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La luce del futuro - volume B
Poesia e teatro