Storie della STORIA DELL’ARTE

Gli Etruschi e i Romani

Sentendo voci in negozio, Zelda si catapulta fuori dal magazzino. Ma… che ci fanno Mia e Leo in libreria alle 11:30? Li guarda con aria interrogativa.

«Ciao Zelda! Oggi siamo usciti prima da scuola e ne approfittiamo per dedicare un po’ di tempo a un progetto di arte che dobbiamo consegnare la prossima settimana, ma ci sono venuti dei dubbi, così siamo passati da te… ci puoi aiutare?», dice Mia.

«Con piacere, ragazzi. Ditemi pure», risponde Zelda.


Comincio io. Primo dubbio: gli ETRUSCHI vissero nello stesso periodo dei Greci?


Mia intanto si lascia cadere a peso morto sui grossi cuscini della libreria.

Zelda prende il catalogo di una mostra sull’arte etrusca fresco di stampa e si siede con loro: «Allora vi faccio un riassunto, così potete orientarvi… La civiltà etrusca si sviluppò tra il IX e il IV secolo a.C., e quindi nello stesso periodo in cui fioriva la civiltà greca. Come i Greci, anche gli Etruschi, che abitavano nel centro Italia, nel territorio attraversato dai fiumi Arno e Tevere, erano organizzati in tante città-stato autonome, proprio come le póleis. E anche gli Etruschi, come i Micenei e i Greci, costruivano gli edifici principali delle loro città sulle colline, per difendersi meglio in caso di attacco. E infine anche loro credevano in tante divinità. Ma a parte questi punti in comune, gli Etruschi avevano le loro particolarità: erano grandi commercianti, abili artigiani ed esperti navigatori».

«Che originali questi Etruschi! Facevano tutto uguale ai Greci!», sentenzia Leo.

Zelda risponde divertita: «Ma non è vero, Leo! Gli Etruschi avevano una loro personale cultura, molto legata al culto dei morti. Per esempio, spesso dipingevano nelle tombe scene di vita quotidiana. Guardate questo danzatore con la coppa in mano della TOMBA DEI LEOPARDI di Tarquinia e gli altri due musici che suonano la cetra e l’aulós, una sorta di flauto antico... i banchetti degli Etruschi erano proprio così, pieni di musica e divertimento! Per questo studiare le loro tombe serve a capire non solo che idea avevano della morte, ma anche come vivevano!».

«E come finirono poi gli Etruschi?», si intromette Mia, in modo brusco.

Mentre sfoglia un altro volume, Zelda risponde: «Come spesso accade, gli Etruschi vennero sconfitti e assorbiti da una popolazione con un esercito più forte: i Romani».


E arriviamo al secondo dubbio: i ROMANI sono quelli della leggenda di Romolo e Remo allattati dalla lupa?


«Sì, sono loro, Mia! Oggi della civiltà romana rimangono moltissime opere. I reperti più antichi che conosciamo risalgono agli ultimi secoli della Repubblica, mentre del periodo precedente si è perso quasi tutto», spiega Zelda.

«Ma se Roma era una repubblica, perché si parla sempre di Impero romano?», chiede Leo un po’ confuso.

«In realtà, Leo, Roma fu fondata nel 753 a.C. e in un primo periodo fu governata da sette mitici re. Solo dopo si trasformò in una repubblica, cioè una specie di complessa democrazia il cui centro di potere era il Senato; e infine, dal I secolo a.C. divenne un impero. Ed è proprio durante l’Impero che Roma, ormai padrona di tutto il Mediterraneo, raggiunse il suo massimo splendore».

Come mai l’ARTE ROMANA divenne così importante solo negli ultimi secoli della Repubblica e nei primi dell’Impero?


«In epoca repubblicana, i Romani si dedicarono a opere pubbliche più che all’arte. Nei territori via via conquistati costruivano città, strade, ponti e acquedotti per portare ovunque un po’ della civiltà di Roma! E non solo... edificavano anche tante strutture per il divertimento».

«Tipo il COLOSSEO?», chiede Leo.

«Esattamente!» risponde Zelda. «Il Colosseo è il più grande anfiteatro romano del mondo. Una vera e propria meraviglia ingegneristica, tutta basata sull’arco a tutto sesto! Ma non lo avevano inventato loro, sapete. In realtà l’arco fatto così, a semicerchio, è un’invenzione etrusca, ma soltanto i Romani lo seppero sfruttare in maniera strabiliante!».

«Nel Colosseo lottavano i gladiatori... i Romani si divertivano così!», ride Leo. «E anche il Colosseo è fatto di archi», aggiunge, sempre più sicuro di sé.

Zelda annuisce e continua la sua spiegazione: «L’imperatore Vespasiano volle far costruire questo anfiteatro nel luogo dove un tempo c’era un grande lago artificiale, vicino al foro».


Sui gladiatori ho visto un film!!! Ma che cos’è il foro?


«Il foro era il cuore delle città romane. Qui si trovavano gli edifici più importanti, come la basilica, che serviva per trattare gli affari e amministrare la giustizia. Ma c’erano anche il tempio per rendere omaggio agli dèi e i mercati. All’inizio a Roma c’era un solo foro, poi con il susseguirsi degli imperatori, se ne costruirono tanti altri! Ognuno di loro voleva lasciare il proprio segno e realizzare opere importanti per essere ricordato».


Tipo questa? La didascalia dice che si chiama COLONNA AURELIANA


«Esatto, come la Colonna Aureliana! Si tratta di un monumento del II secolo d.C. che celebra le conquiste militari dell’imperatore Marco Aurelio. Sul suo fusto, alto circa 30 metri, si srotola un lungo fregio, disposto a spirale, che mostra più di cento scene di battaglia. E in tutte ovviamente è presente l’imperatore».

«E qual è Marco Aurelio fra tutti questi personaggi? Voglio dire: il suo volto è davvero il suo? Si riconosce?», chiede curioso Leo.

«Certo, Leo, gli artisti romani erano grandi ritrattisti. Pensa che fin dall’età repubblicana ricavavano maschere di cera dai volti dei defunti per ricordarli e da questa tradizione hanno sviluppato la loro grande abilità nel realizzare ritratti in marmo. Questo, per esempio, è il Ritratto di marco Aurelio», dice Zelda, indicando il busto dell’imperatore.

«Caspita che occhi sporgenti!!!»,

nota Mia facendo ridere tutti.

Il rintocco dell’orologio del negozio interrompe bruscamente la chiacchierata. Si è fatto tardi e i ragazzi devono correre a casa per il pranzo.

La storia continua a pag. 122

Storie della Storia dell’arte - volume B
Storie della Storia dell’arte - volume B
Dalle origini a oggi