LEGGI L’OPERA

JACKSON POLLOCK

CONVERGENCE

1952, olio su tela, 241,9×399,1 cm

Spesso, nelle opere che Pollock realizza col dripping, il colore sulla superficie della tela incorpora piccoli oggetti caduti durante l’esecuzione, come chiodi o monete. In Convergence, per esempio, vicino al centro si trova un fiammifero, ma non provare a cercarlo!

CHE COS’È

 Convergence è una pittura a olio realizzata con la tecnica del dripping su una tela di grandi dimensioni. Nell’opera macchie, gocciolature e filamenti di diverso colore sono combinati a creare un groviglio di segni che occupa l’intera superficie del dipinto.

CHI L’HA REALIZZATA E PERCHÉ

Convergence viene eseguita nel 1952 da Jackson Pollock. A quell’epoca l’artista è già considerato un protagonista della pittura statunitense; ormai ha definito il proprio stile, basato su una pittura d’azione, senza regole prestabilite.

Questa tela è considerata un simbolo della libertà di espressione e assume un significato particolare, perché è stata realizzata in un periodo in cui gli Stati Uniti si sentono minacciati dal regime autoritario dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS), dove gli artisti non hanno la possibilità di esprimersi liberamente e sono fortemente controllati.

COM’È FATTA

Sulla superficie del dipinto, di grandissime dimensioni, un insieme di segni fatto di cerchi, vortici, linee e macchie crea una sorta di universo in cui l’osservatore è portato a perdersi.

La successione dei colori non è casuale: Pollock ha usato prima il nero per creare lo sfondo, poi ha aggiunto il rosso, il giallo, il bianco e il blu. Sono i colori primari, quelli che catturano lo sguardo dell’osservatore.

Anche la quantità dei colori è attentamente calcolata per evitare che uno sia dominante sugli altri. L’artista ha misurato ogni suo gesto, muovendosi più o meno rapidamente per ottenere segni di diverso spessore (più sottili con un gesto rapido e più marcati con uno lento). L’opera, dunque, nasce in maniera istintiva, ma viene eseguita con grande controllo.

Il groviglio di segni vuole suscitare delle emozioni che, secondo l’autore, ogni spettatore deve interpretare liberamente: non ci sono forme nascoste e non devono essere cercate.

Per questo Pollock deciderà di non dare più un titolo ai suoi lavori, ma di numerarli semplicemente, in modo che il pubblico non si senta spinto a ritrovarci delle figure: non deve cercare qualcosa di diverso da quello che semplicemente vede.

Il successo di Convergence è immediato e grandissimo, testimoniato anche dal fatto che nel 1965 centinaia di migliaia di americani acquistano il puzzle da 340 pezzi che la riproduce e che viene promosso come “il puzzle più difficile del mondo”!

Storie della Storia dell’arte - volume B
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Dalle origini a oggi