IL SECONDO NOVECENTO

L’ARTE CINETICA

forme in movimento

A partire dagli anni Trenta alcuni artisti fanno muovere fisicamente le loro opere. Nasce l’Arte cinetica, una corrente che si svilupperà nel Secondo dopoguerra.

I MOBILES DI CALDER

Lo statunitense Alexander Calder (Lawnton, 1898 - New York, 1976) è considerato uno dei maggiori innovatori della scultura del Novecento. Dopo la laurea in ingegneria meccanica, sceglie di dedicarsi all’arte studiando a New York e a Parigi, dove realizza le sue prime sculture in filo di ferro.

Interessato a far muovere le sue creazioni, le dota di motori elettrici, ma ben presto si accorge che può ottenere il movimento anche senza energia, realizzando strutture di metallo alle quali appende sottili figure sagomate. Una volta sospese, tutti gli elementi sembrano danzare seguendo il flusso dell’aria, per questo Duchamp (p. 470) le definisce “Mobiles”, sculture mobili.

Il movimento di  Trappola per aragoste e coda di pesce suggerisce l’idea della vita sottomarina.

LE MACCHINE INUTILI DI MUNARI

Le opere di Bruno Munari (Milano, 1907-1998), artista, designer e inventore, sono strutture da appendere al soffitto, composte da elementi molto leggeri (come bacchette di legno o fogli di cartoncino dipinti sui due lati) liberi di ruotare nello spazio. Munari chiama queste creazioni, che si trasformano in continuazione sotto gli occhi dello spettatore,  Macchine inutili perché, come lui stesso spiega, «non producono niente di commerciabile».

Storie della Storia dell’arte - volume B
Storie della Storia dell’arte - volume B
Dalle origini a oggi