LA SCUOLA DI PARIGI

crocevia di artisti e tendenze

La capitale francese fra le due guerre diventa una città sempre più cosmopolita e luogo di scambio e confronto di diverse ricerche artistiche: si parla per questo di “Scuola di Parigi”.

Una nuova idea DI MODERNITÀ

A partire dai primi anni del Novecento, Parigi assume il ruolo di centro culturale più importante d’Europa.

Artisti di ogni nazionalità, spesso in fuga dai regimi autoritari dei loro Paesi, si stabiliscono nella capitale francese, già scenario della nascita delle principali avanguardie: ha origine così una delle situazioni più stimolanti di tutti i tempi, la Scuola di Parigi.

Questa espressione non indica uno stile unitario, ma il clima libero che lì si respira, animato da tante proposte artistiche, ognuna originale e diversa dall’altra.

LE FIABE E I SOGNI DI CHAGALL

Esponente di spicco della Scuola di Parigi è il pittore d’origine ebraica Marc Chagall (Lëzna, Bielorussia, 1887 - Saint-Paul-de-Vence, Francia, 1985). Formatosi a San Pietroburgo, Chagall arriva a Parigi nel 1910.

Pur trovando ispirazione nelle nuove tendenze artistiche, il pittore elabora un linguaggio personalissimo caratterizzato da una grande fantasia e ispirato al mondo dei sogni e delle fiabe tradizionali.

Il dipinto  La passeggiata unisce due temi cari all’arte di Chagall: l’ambientazione che ricorda la sua terra natìa, la Russia, e l’atmosfera fiabesca e irreale, a cui contribuiscono anche la bidimensionalità della scena e la definizione “geometrica” ispirata al Cubismo.

Sullo sfondo compare la città di Vitebsk, dipinta di verde con l’unica nota rosa della sinagoga. In primo piano ci sono due figure che si tengono per mano: quella saldamente ancorata a terra è il pittore stesso e l’altra, nell’atto di spiccare il volo, è Bella, sua moglie. In terra, nell’angolo a sinistra, è stesa una coperta di un arancio vivo con del cibo.

È una scena sospesa e lieve, che evoca i racconti popolari russi.

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LE FORME ELEGANTI DI MODIGLIANI

Nato a Livorno da famiglia ebrea e formatosi tra Firenze e Venezia, Amedeo Modigliani (Livorno, 1884 - Parigi, 1920) si trasferisce nel 1906 a Parigi, dove conosce Picasso (p. 448) e le sue nuove ricerche. Tuttavia, predilige l’opera di Cézanne (p. 415) e le forme semplificate di Matisse (p. 444).

Modì (come viene chiamato nell’ambiente artistico parigino) fatica ad avere successo, vive in povertà e, ammalatosi di tubercolosi, muore giovane.

Ispirato dalla scultura africana e dalle ricerche contemporanee sulla semplificazione delle forme e dei volumi dell’amico scultore Constantin Brâncuși (Peştişani, Romania, 1876 - Parigi, 1957), Modigliani realizza dipinti inconfondibili: le sue figure hanno forme allungate, occhi a mandorla (spesso senza pupille) e colori stesi a grandi campiture, come nel  Ritratto di donna con i capelli rossi.

Qui il volto della donna si staglia su uno sfondo neutro, reso con pennellate veloci; la chioma rossa risplende sulla carnagione chiara e il collo si allunga quasi all’inverosimile.

L’esecuzione è veloce e i tratti sono rapidi.

Le due fessure nere e profonde che rappresentano gli occhi rendono lo sguardo malinconico e inafferrabile.

Storie della Storia dell’arte - volume B
Storie della Storia dell’arte - volume B
Dalle origini a oggi