IL POSTIMPRESSIONISMO

VINCENT VAN GOGH

(1853-1890)

la forza espressiva del colore

Il colore, puro e brillante, steso con pennellate evidenti a toni contrastanti, è il protagonista dei quadri di Van Gogh: opere piene di vita ed energia, espressione dei suoi sogni e dei suoi stati d’animo.

UNA VITA E UN’ARTE TUMULTUOSA

Nato in Olanda, figlio di un pastore protestante, Van Gogh incontra la pittura grazie a un impiego presso una casa d’aste. Ma il suo animo inquieto lo spinge a cambiare vita e diventa predicatore a stretto contatto con i più poveri. Nel 1886, deciso a fare dell’arte il suo mestiere, raggiunge a Parigi il fratello Theo, collezionista di opere impressioniste.

Ammira molto Gauguin e, trasferitosi ad Arles, nel Sud della Francia, lo invita a unirsi a lui per lavorare e fondare una scuola di pittura. La delusione per il fallimento di questa esperienza, unita alle frequenti crisi nervose, lo costringe al ricovero in una struttura psichiatrica. La permanenza in ospedale non gli impedisce di dipingere, anzi, affida alla tela la sua inquietudine, adottando un colore sempre più denso e una pennellata a tratti vorticosa. Nonostante abbia realizzato oltre 800 dipinti, il successo arriverà solo dopo la morte.

UN RIFUGIO DAI COLORI BRILLANTI

Durante il soggiorno nel Sud della Francia, dipinge  La camera di Van Gogh ad Arles. Gli oggetti appesi alle pareti (i dipinti del pittore, l’asciugamano e i vestiti) conferiscono alla stanza una dimensione intima, privata. L’ambiente si apre all’esterno attraverso due porte e una finestra socchiusa, che però non lascia intravedere il paesaggio. I colori non sono realistici, ma hanno un valore simbolico: vogliono esprimere l’idea di calma e riposo. Molti elementi rivelano l’influenza delle stampe giapponesi: le forme semplificate, le marcate linee di contorno, l’assenza di ombre e la prospettiva non accurata.

Storie della Storia dell’arte - volume B
Storie della Storia dell’arte - volume B
Dalle origini a oggi