Storie della STORIA DELL’ARTE

Il Seicento

è trascorso più di un mese da quando Leo e Mia sono andati alla mostra sul Rinascimento insieme a Zelda.

«Ciao Zelda, come stai?», saluta Leo, entrando nella libreria.

«Ciao ragazzi, che bello rivedervi! Io sto benissimo, e voi?», risponde Zelda sorridendo.


Bene, se non avessimo così tanto da studiare… Dobbiamo preparare una ricerca sull’arte del Seicento, ci aiuteresti? Tu ne sai qualcosa? CHE SECOLO È STATO?


«Certo che vi aiuto!», dice prontissima Zelda. «Il Seicento è uno dei miei secoli preferiti: un’epoca che alternò momenti di grande splendore a periodi estremamente bui! Ci furono tante guerre, soprattutto nella prima metà del secolo, e durarono per ben tre decenni tanto che si parla di GUERRA DEI TRENT’ANNI. Si combatteva principalmente per motivi religiosi: da una parte i cattolici e dall’altra i protestanti. Sapete chi sono i protestanti, no?».

«Non ne abbiamo idea, Zelda!», esclamano i ragazzi.

«I protestanti sono coloro che all’inizio del Cinquecento avevano scelto di staccarsi dalla Chiesa di Roma per riformarla. Ma ovviamente, dietro questi pretesti c’era anche la voglia di ogni Paese e di ogni monarchia di primeggiare…».

«Un brutto secolo, direi», conclude Mia con il suo solito piglio.

«È vero, Mia, le guerre, come sempre accade, portarono morte, carestie ed epidemie soprattutto in Italia. Ma il Seicento non fu solo violenza e devastazione; fu anche il secolo del Barocco, della Rivoluzione scientifica e della nascita dei teatri».

Di che cosa??? Il TEATRO? Ma non lo avevano inventato i Greci?


«Esatto, Mia! Il teatro è antichissimo, ma nel Seicento si affermarono due nuovi generi teatrali: la COMMEDIA DELL’ARTE, basata sull’improvvisazione e sull’utilizzo di maschere come Arlecchino e Pulcinella, e il MELODRAMMA, la moderna musica lirica, per intenderci. In tutta Italia si costruirono edifici appositamente dedicati a queste rappresentazioni. È proprio nel Seicento, insomma, che nacquero i teatri moderni».

«Ho capito…», dice la ragazza, mentre prende appunti sul suo tablet. E nel frattempo anche Leo tira fuori dal suo zaino un blocco e una penna.


E che cosa fu la RIVOLUZIONE SCIENTIFICA di cui hai parlato poco fa?


«Avete mai sentito parlare di GALILEO GALILEI?», chiede Zelda. «Fu un grandissimo scienziato: le sue scoperte hanno cambiato il mondo e la maniera di osservarlo. Prima di lui quasi tutti erano convinti che la Terra fosse ferma al centro dell’Universo e che i pianeti le girassero intorno. Ma Galileo dimostrò con strumenti come il cannocchiale, che lui stesso aveva messo a punto, che la Terra non solo non è ferma, ma come tutti gli altri pianeti ruota intorno a sé stessa e intorno al Sole!».

«Chissà che successo!», dice Mia.

«Le sue teorie in effetti si diffusero velocemente, tuttavia Galileo venne dichiarato eretico dalla Chiesa», risponde Zelda.

E BAROCCO, invece, che cosa significa?


«Barocco», riprende Zelda, «è un termine inventato nell’Ottocento per descrivere un movimento artistico e culturale nato in Europa nel XVII secolo. Benché diverso da una città all’altra, questo movimento ha però tratti comuni. L’intento degli artisti barocchi è sempre quello di stupire e di meravigliare: per questo utilizzano materiali preziosi, rappresentano le figure in movimento e usano forti effetti illusionistici».


EFFETTI ILLUSIONISTICI?!


«Ve lo mostro subito», dice Zelda sfogliando un grosso libro. A un certo punto si ferma e indica ai ragazzi una pagina con un affresco strabiliante.

«Guardate il TRIONFO DI ERCOLE dipinto sul soffitto di Palazzo Liechtenstein a Vienna. Il pittore, Andrea Pozzo, voleva sicuramente stupirci. Con queste finte architetture che si aprono verso il cielo azzurro riesce a creare l’illusione di un’apertura “vera”. Gli spettatori del Seicento si saranno emozionati esattamente come quando noi oggi guardiamo un film con effetti speciali!».

Poi volta pagina e continua: «Osservate invece questo gruppo scultoreo. È il RATTO DI PROSERPINA. Pensate che quando Gian Lorenzo Bernini lo ha realizzato aveva poco più di vent’anni! Quando si dice il talento…».

Mia chiede: «Non è quel mito che racconta di quando Plutone, re degli Inferi, rapisce Proserpina per farne la regina del suo regno?».

«Giustissimo, Mia! Di quel mito Bernini sceglie di raffigurare proprio il momento più drammatico, quello del rapimento. Plutone ha appena afferrato la fanciulla e la trattiene con la forza, mentre lei cerca di divincolarsi dalla sua presa, scalciando e gridando. Tutto, in quest’opera, è in movimento. Nessuno scultore, fino ad ora, aveva mai osato tanto!».

Sembra così VERO


«Hai usato il termine giusto, Leo!», risponde soddisfatta Zelda. «La parola “VERO”. Bernini faceva sempre riferimento a ciò che vedeva e studiava nella realtà. E non era certo l’unico artista del Seicento a mostrare la realtà così com’è, senza idealizzarla. Anzi, il più famoso è Michelangelo Merisi detto Caravaggio».


Ho visto un film su CARAVAGGIO! Aveva commesso un omicidio, giusto?


«Proprio così, aveva un bel caratterino!» risponde Zelda. «Ma come pittore fu un rivoluzionario! È stato uno dei primi artisti a portare il reale e il vero nelle sue opere. Ad esempio, guardate questo dipinto che raffigura BACCO, il dio romano del vino e dell’ebbrezza, seduto dietro un tavolo imbandito: più che una classica divinità, sembra il ritratto di un popolano con le mani e il viso arrossati dal sole. Ha persino le unghie sporche! E osservate il cestino con la frutta in primo piano: ci sono anche una mela bacata e una pesca mezza marcia!».

«Questo nuovo REALISMO in pittura», prosegue Zelda, «cambiò radicalmente l’arte, apportando grandi novità, come la natura morta e la pittura di genere che ritrae situazioni o personaggi della vita di ogni giorno. Un esempio? Il MANGIAFAGIOLI di Annibale Carracci!».

Anubi miagola: è appena entrata in libreria la mamma di Leo che saluta Zelda e richiama l’attenzione dei ragazzi. È ora di cena!


La storia continua a pag. 346

Storie della Storia dell’arte - volume B
Storie della Storia dell’arte - volume B
Dalle origini a oggi