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LEGGI, ascolta e RIPASSA – Il Cinquecento

In breve...

il rinascimento maturo

Tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo si porta a compimento il percorso iniziato nel Rinascimento grazie a tre grandi maestri che lavorano tra Firenze, Milano e Roma: Leonardo da Vinci, Michelangelo Buonarroti e Raffaello Sanzio.

Partendo dall’osservazione della natura, Leonardo si concentra sull’espressione dei “moti dell’animo” e sulla resa del paesaggio attraverso colori graduati che sfumano verso l’orizzonte (prospettiva aerea).

Michelangelo si cimenta nella pittura, nella scultura e nell’architettura; studiando l’Antico, realizza figure monumentali e forti, infondendo loro un movimento serpentinato (o a spirale).

Raffaello, infine, crea composizioni equilibrate e misurate; le sue figure sono caratterizzate dalla delicatezza e dalla grazia dei volti e dei gesti.

LA scuola veneta

Anche Venezia agli esordi del Cinquecento vede l’affermarsi di un nuovo stile e di nuove tecniche, come la pittura tonale, cioè una pittura che costruisce la scena attraverso la gradazione di toni cromatici. Maestri di questa nuova via sono Giorgione e Tiziano: il primo ambienta i suoi racconti in paesaggi così sublimi da farne i veri protagonisti delle scene, mentre Tiziano si concentra sulla resa psicologica dei personaggi e sulla creazione di composizioni nuove e complesse.

Una rilettura dell’architettura classica è proposta, in chiave moderna, dall’architetto veneto Palladio.

LA NASCITA Del manierismo

Nel Nord Europa, mentre Hieronymus Bosch si impone per una pittura fatta di sogni e di incubi, Pieter Bruegel il Vecchio riproduce scene di vita domestica.

Intanto in Italia, le nuove vie aperte a inizio secolo da Leonardo, Michelangelo e Raffaello influenzano molti artisti, che, partendo dal loro insegnamento, esasperano pose, atteggiamenti e colori. È la nascita del Manierismo.

A Mantova lavora uno dei più importanti pittori e architetti del secolo: Giulio Romano, che si distingue per una pittura dai colori brillanti con figure massicce.

A Venezia si afferma Veronese, il pittore della mondanità che dipinge con tinte chiare e luminose. Tra Milano e Praga lavora il fantasioso Arcimboldo che crea ritratti usando frutta e verdura. A Firenze, invece, il modello indiscusso è Michelangelo: vi si ispirano Pontormo, nelle figure dipinte con colori inusuali e con espressioni inquiete, e gli scultori Benvenuto Cellini e Giambologna. Ancora, tra la Lombardia e l’Emilia Romagna si muovono due pittrici che amano i temi della quotidianità e il genere del ritratto: Sofonisba Anguissola e Lavinia Fontana.

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Storie della Storia dell’arte - volume B
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Dalle origini a oggi