LEGGI L’OPERA

RAFFAELLO

SCUOLA DI ATENE

1510-1511, affresco

CHE COS’È

La  Scuola di Atene è un affresco nella Stanza della Segnatura dei Palazzi Vaticani. L’ambiente, biblioteca di papa Giulio II, prende il nome dal più importante tribunale della Santa Sede, la Segnatura Gratiae et Iustitiae. L’affresco raffigura un’assemblea dei maggiori filosofi, matematici e scienziati dell’antica Grecia.

CHI L’HA COMMISSIONATA E PERCHÉ

Nel 1508 papa Giulio II chiama Raffaello a Roma per affrescare gli ambienti di rappresentanza dei Palazzi Vaticani. L’impresa, che vede all’opera una straordinaria équipe di artisti diretti dal Sanzio, prevede la decorazione di quattro stanze con un programma iconografico molto complesso e articolato, per celebrare il papa e la Chiesa.

COM’È FATTA

All’interno di un’imponente architettura di gusto classicheggiante sono riuniti i maggiori filosofi, astronomi e matematici dell’antica Grecia, vissuti in realtà anche in epoche diverse tra loro. L’intento, secondo le direttive papali, è quello di rappresentare una disciplina, la filosofia, e, tramite questa, il raggiungimento del bene, del vero e del bello.

Al centro della composizione, in piedi sotto una volta a cassettoni che ricorda le architetture del passato, sono ritratti Platone, che ha le fattezze di Leonardo, con il dito alzato verso il cielo, e Aristotele, che punta invece la mano verso il basso: il gesto del primo fa riferimento al “mondo delle idee” che fu l’oggetto dei suoi studi, mentre quello del secondo sottolinea la sua predilezione per l’indagine dei fenomeni del mondo reale.

Poco sotto, sdraiato sulle scale, c’è il filosofo Diogene, mentre, in primo piano, appoggiato a un blocco di marmo, è il filosofo Eraclito, assorto nei suoi pensieri e indifferente a ciò che gli succede intorno. Alle sue spalle, vestita con un mantello bianco, è l’unico personaggio femminile della scena: si tratta di Ipazia, matematica di Alessandria d’Egitto.

Sulla destra sono invece riconoscibili Euclide, ritratto con il compasso in mano mentre insegna geometria agli allievi, Zoroastro con il globo celeste e Tolomeo con quello terrestre.

I filosofi sembrano tutti intenti a discutere le loro teorie. Raffaello riesce a donare a ciascuno di loro un atteggiamento diverso, sebbene le pose delle figure siano sempre misurate, classiche ed eleganti. I panneggi delle vesti sono ampi e talvolta sembrano leggermente mossi da un invisibile alito di vento. Tutto è perfettamente in equilibrio. A questa generale armonia concorrono anche i colori chiari e luminosi, accesi talvolta da qualche macchia di ocra e di rosso.

Storie della Storia dell’arte - volume B
Storie della Storia dell’arte - volume B
Dalle origini a oggi