L’ARTE DEL CINQUECENTO

IL RINASCIMENTO MATURO

Gli ideali di armonia e di equilibrio del primo Rinascimento raggiungono una perfetta espressione nei primi decenni del Cinquecento, grazie al linguaggio rivoluzionario di tre grandi maestri:

  • Leonardo da Vinci, che, partendo dallo studio della natura, si concentra su una nuova rappresentazione del mondo e sui sentimenti umani;
  • Michelangelo Buonarroti, che, sull’esempio dell’Antico, sia in scultura sia in pittura propone figure muscolose e forti, spesso in movimento e con vesti di colori brillanti;
  • Raffaello Sanzio, che si fa amare per la grazia delle figure e l’equilibrio delle composizioni.

È l’epoca del Rinascimento maturo, in cui l’arte raggiungerà vertici mai più eguagliati.

La scuola veneta

A Venezia le novità più importanti di inizio Cinquecento sono portate da Giorgione e da Tiziano Vecellio.

Con loro si assiste alla nascita della cosiddetta pittura tonale, un modo di dipingere che, basandosi sull’osservazione diretta della realtà, costruisce la scena attraverso il solo uso del colore e della luce. Anche la profondità dello spazio è resa attraverso le gradazioni di toni cromatici, che permettono di cogliere bene le variazioni atmosferiche.

Nella pittura veneziana di inizio XVI secolo, inoltre, hanno grande successo i temi profani e mondani, come dimostrano le opere di Veronese.

LA NASCITA DEL MANIERISMO

Le novità artistiche che si sono sviluppate a inizio secolo con Leonardo, Michelangelo e Raffaello influenzano molti artisti che, in tutta Italia, cominciano a interpretare la loro “maniera” di dipingere o scolpire.

Nasce così il Manierismo, un movimento artistico che, pur partendo dallo stile di quei tre grandi maestri, predilige composizioni complesse, figure fortemente allungate, rappresentate spesso in pose eleganti e artificiose, e colori innaturali, come ben si vede nelle opere di Jacopo Carucci detto Pontormo.

Storie della Storia dell’arte - volume B
Storie della Storia dell’arte - volume B
Dalle origini a oggi