Artista tra i più influenti del Trecento, Simone Martini si distingue per le linee sinuose e la raffinatezza delle sue opere.
LA PITTURA GOTICA
SIMONE MARTINI
(1284-1344)
l’eleganza dell’arte senese
ALLA SCUOLA DI DUCCIO
Nato a Siena nel 1284 ed entrato presto nella bottega di Duccio di Buoninsegna (p. 195), Simone Martini completa la sua formazione a San Gimignano presso il pittore Memmo di Filippuccio (Siena, 1250 ca. - San Gimignano, Siena, 1325 ca.), di cui sposa la figlia Giovanna.
A partire dal 1315 comincia a lavorare a grandi commissioni pubbliche per la città di Siena, dove ottiene un enorme successo, tanto che in seguito viene chiamato a lavorare nel più celebre cantiere dell’epoca, quello della Basilica di San Francesco ad Assisi (p. 186), e poi ad Avignone, in Francia, presso la corte papale. Proprio qui muore nell’agosto del 1344.
L’influenza di giotto negli AFFRESCHI DI ASSISI
Nella scena di ▶ San Martino ordinato cavaliere, a sinistra è raffigurato l’imperatore Giuliano mentre cinge la spada attorno ai fianchi di Martino, rappresentato al centro con le mani giunte in preghiera; inginocchiato in primo piano è uno scudiero che allaccia gli speroni del santo, mentre altri due – alle spalle dell’imperatore – portano l’elmo e il falco, emblemi cavallereschi. Chiude la composizione un gruppo di musici a destra.
Simone Martini in questo affresco riesce a fondere le novità della pittura giottesca con la raffinatezza tipica del Gotico senese.
Infatti, lo spazio architettonico entro cui sono collocati i personaggi e il volume dei corpi derivano dalle ricerche spaziali di Giotto, mentre gli abiti eleganti delle diverse figure e l’attenzione alla decorazione delle stoffe sono elementi tipici dello stile gotico.
TRA SPIRITUALITÀ E GRAZIA CORTESE
Nelle opere successive a quelle di Assisi, Simone si allontana dallo stile di Giotto e dal racconto della realtà, e tende invece a un’arte più spirituale.
Nell’▶ Annunciazione degli Uffizi, un tempo collocata nella Cattedrale di Siena, sono raffigurati al centro l’Arcangelo Gabriele, con preziose ali dorate, e la Vergine che, intimorita, si ritrae, nascondendo il volto con il mantello. Ai lati, ci sono due santi senesi, forse Ansano e Massima.
Le figure sono abbigliate con stoffe preziose e sono definite da una netta linea di contorno sinuosa. I corpi sono senza volume e anche il fondo dorato elimina ogni senso di profondità spaziale.
Tutta la composizione si basa sull’eleganza dei gesti, sulla preziosità dei materiali e sull’attenzione alla definizione dei dettagli.
Storie della Storia dell’arte - volume B
Dalle origini a oggi