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I MOSAICI DI SAN VITALE

547-548 circa, mosaico


CHE COSA SONO

I due mosaici, collocati l’uno di fronte all’altro nella zona del presbiterio della basilica di San Vitale a Ravenna, raffigurano l’ Imperatore Giustiniano con i suoi dignitari e l’ Imperatrice Teodora con il suo seguito mentre portano verso l’altare le loro offerte di pane e vino per la celebrazione della messa.

CHI LI HA COMMISSIONATI E PERCHÉ

L’intera decorazione è commissionata dall’imperatore Giustiniano per celebrare la sua vittoria sugli Ostrogoti. La chiesa infatti, fondata dagli Ostrogoti intorno al 520, fu poi finita e consacrata sotto Giustiniano, che aveva conquistato la città. Probabilmente i disegni sono stati realizzati da artisti bizantini e tradotti in mosaico da maestranze di Ravenna.

COME SONO FATTI

Le due processioni sono costruite secondo princìpi di simmetria e regolarità: le figure più importanti, Giustiniano e Teodora, che si distinguono dalle altre per la sontuosità degli abiti, per la preziosità dei gioielli e per la presenza dell’aureola, sono raffigurate al centro dei rispettivi cortei in posizione frontale, rigide nella loro posa e intente a offrire il pane (Giustiniano) e il vino (Teodora).

I due regnanti, le dame e i dignitari sono in piedi su un prato verde intenso – o forse su un elegante tappeto verde –, mentre alle loro spalle si apre un cielo dorato innaturale che, con la sua luce, esalta il colorito dei volti. Questi appaiono simili, accomunati per gruppi, come per far capire facilmente il loro ruolo: per esempio i lineamenti tutti uguali dei soldati nel riquadro di Giustiniano e quelli delle ancelle nel mosaico di Teodora.

Le figure non hanno né massa corporea, né uno spazio in cui muoversi. I corpi sono “piatti”, statici e sembrano privi di peso. Queste figure non vogliono raccontare il mondo reale in cui vivono, ma alludere a quello dello spirito, dove il corpo non serve.


L’imperatore Giustiniano, in mezzo al corteo dei suoi dignitari, indossa una tunica bianca con guarnizioni dorate e una clamide (il mantello imperiale) color porpora, chiusa sulla spalla destra da una preziosa fibula, da cui pendono tre fili con perle. Ha una corona in oro, perle e gemme, con due pendenti per parte. Il suo sguardo potente, ma quasi assente, fissa dritto davanti a sé, non guarda volutamente il fedele.

Alla sua sinistra, riconoscibile dalla scritta sopra la sua testa, c’è Massimiano, vescovo della città di Ravenna; mentre nell’uomo con la barba, alla destra di Giustiniano, si può individuare Belisario, il generale che ha conquistato l’Italia per conto del sovrano.


Qualche differenza si nota nel corteo di Teodora, dove si trovano alcuni elementi di arredo che collocano la scena in un ambiente più definito. In alto a destra è visibile, per esempio, un velo tricolore, mentre al centro, alle spalle dell’imperatrice, si apre una nicchia “a conchiglia”; a sinistra, davanti a una tenda scostata, si vede una fontanella.

Anche Teodora indossa una clamide color porpora e porta un prezioso copricapo di perle, su cui poggia un diadema, anch’esso di perle, oro e pietre preziose. Le due dame alla sinistra di Teodora sono state identificate come la moglie e la figlia di Belisario.

Storie della Storia dell’arte - volume B
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Dalle origini a oggi