LEGGI L’OPERA

IL PANTHEON

118-125 d.C.

Esterno.

CHE COS’È

Come ricorda il nome, il  Pantheon (dal greco pan, “tutto”, e theós, “dio”) è un tempio dedicato a tutte le divinità, situato a Roma. Per la sua bellezza e per le tecniche costruttive impiegate ha ispirato molti artisti e architetti, anche di generazioni successive.

CHI L’HA COMMISSIONATO E PERCHÉ

Tra il 118 e il 125 d.C. l’imperatore Adriano promuove la costruzione del tempio nelle forme attuali sui resti di uno precedente, edificato oltre un secolo prima dal console Marco Vipsanio Agrippa, il cui nome è ricordato nell’iscrizione sul frontone. Nel 609 d.C. papa Bonifacio IV trasforma l’antico edificio pagano in una chiesa dedicata a santa Maria ad Martyres.

COM’È FATTO

Il Pantheon è costituito da un prònao composto da tre file di colonne corinzie con fusto liscio sormontate da un frontone. Questo portico è collegato all’aula centrale da un ambiente di passaggio a forma di parallelepipedo.

Lo spazio interno della cella, detta anche “rotonda”, è a pianta circolare ed è coperto da una cupola emisferica (cioè “a mezza sfera”) costruita in calcestruzzo.

L’altezza della cella è pari al suo diametro (43,44 m), proporzioni che conferiscono grande armonia allo spazio, all’interno del quale idealmente è possibile inscrivere una sfera.

La cupola si appoggia su una struttura cilindrica, il tamburo, spessa sei metri, la cui muratura è interrotta da una serie di finestre cieche. Il tamburo appoggia, a sua volta, sulla muratura in cui si aprono alternatamente nicchie quadrangolari e semicircolari.

La cupola è decorata da riquadri, cassettoni disposti su cinque anelli concentrici. La luce gioca un ruolo chiave nel Pantheon: l’oculo, cioè il foro rotondo di 9 metri di diametro aperto sul soffitto, lascia filtrare all’interno i raggi del sole che disegnano effetti di luce e ombra su tutta la superficie interna del tempio.

La grande ampiezza della cupola ha reso necessario adottare diverse soluzioni per alleggerire la struttura e per garantire anche la sua stabilità.

Per questo la composizione del calcestruzzo cambia man mano che si procede verso l’alto, impiegando materiali sempre meno pesanti.

Persino i cassettoni interni non hanno solo funzione decorativa, ma servono anche a togliere peso alla struttura e a renderla allo stesso tempo più resistente, formando una griglia che è una sorta di scheletro di supporto.

Storie della Storia dell’arte - volume B
Storie della Storia dell’arte - volume B
Dalle origini a oggi