La ripresa economica
Dopo il Medioevo ellenico, in Grecia emersero nuove opportunità di sviluppo economico con la diffusione della lavorazione del ferro, che dal XII secolo a.C. cominciò a interessare anche l’Europa orientale grazie ai contatti con il Vicino Oriente. La disponibilità di strumenti più resistenti, come gli aratri con il vomere di ferro, permise il dissodamento di nuovi terreni incrementando la produttività dei campi. La coltivazione dell’ulivo e della vite si estese anche in zone più impervie, consentendo l’accumulazione di un surplus agricolo che portò alla ripresa delle esportazioni di olio e vino. Il cambiamento degli assetti politici e strategici del Mediterraneo, con la fine dell’egemonia delle civiltà palaziali, fu la premessa per la nascita di scambi commerciali non più rigidamente controllati dall’organizzazione gerarchica dei palazzi, ma basati sulla libera iniziativa di artigiani e mercanti, sull’esempio dell’espansione commerciale che aveva caratterizzato le colonie fenicie. L’indipendenza delle comunità costiere diede nuovo impulso ai traffici marittimi nel Mediterraneo: anche i marinai dei piccoli centri urbani potevano ora attraversare il mare più liberamente ed estendere le proprie rotte commerciali.