Ti racconto la Storia - volume 3

UN REGIME DITTATORIALE Il fascismo non abolì mai formalmente lo Statuto albertino, cioè la Costituzione in vigore dall Unità d Italia, ma con le nuove leggi lo svuotò di significato, mettendo fine al sistema costituzionale liberale e instaurando un regime dittatoriale. Mussolini intendeva avviare la costruzione di uno Stato totalitario, in cui l identificazione fra Stato e fascismo fosse completa. Eppure non riuscì a realizzare fino in fondo il suo piano, anche per la presenza in Italia della monarchia e della Chiesa cattolica. Il re era ancora capo supremo dello Stato ed era a lui, non a Mussolini, che l esercito giurava fedeltà. Una folla immensa radunata a Milano per ascoltare un comizio di Mussolini. la parola Fu Giovanni Amendola, politico liberale e antifascista, a usare per la prima volta l aggettivo totalitario nel 1923 in senso dispregiativo, per condannare la volontà di dominio del fascismo. In seguito Mussolini se ne appropriò, dandogli un senso positivo: il fascismo voleva esercitare un potere totale sulla società, controllando non solo la vita pubblica ma anche quella privata delle persone. Oggi gli storici chiamano totalitari quegli Stati dittatoriali che aspirano a un controllo assoluto sulla società attraverso due mezzi: da un lato la violenza e la repressione; 178 UNIT 2 La Grande guerra e la crisi dell equilibrio europeo dall altro la propaganda e la mobilitazione, cioè la richiesta alla popolazione di sostenere attivamente le scelte del regime. Aspetti caratteristici dei regimi totalitari sono il partito unico; la violenza contro i nemici dello Stato; il monopolio dei mezzi di comunicazione; il controllo delle attività economiche. Nessuno Stato si è identificato del tutto con questo modello, ma il termine totalitarismo ci permette di analizzare anche se vi erano delle differenze il regime fascista e altre dittature che studieremo, come il nazismo in Germania e il comunismo in Unione Sovietica.

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Dal Novecento a oggi