1. Il crollo dei regimi comunisti e la nuova Russia

1 Il crollo dei regimi comunisti e la nuova Russia

L’Urss di Gorba

ČË

v

Alla fine degli anni Settanta in Unione Sovietica le condizioni di vita erano nel complesso migliorate rispetto al passato, ma cresceva sempre più la sfiducia dei cittadini nei confronti di una classe dirigente ormai invecchiata e incapace di attuare riforme.

Nel 1979, inoltre, l’Urss invase l’Afghanistan per sostenere il governo filocomunista attaccato da guerriglieri islamici; iniziò così una lunga, sanguinosa e costosissima guerra, per molti versi paragonabile a quella del Vietnam per gli Usa, che si sarebbe conclusa solo dieci anni dopo.

In questo contesto, nel 1985 fu eletto come segretario generale del Partito comunista Michail Gorbačëv, che rappresentò una svolta rispetto al passato. Prima di tutto egli puntò a riconquistare la fiducia dei cittadini con la glasnost (“trasparenza”), che prevedeva l’allentamento della censura e il riconoscimento della libertà di opinione. Alla glasnost seguì la perestrojka (“ricostruzione”), la riforma del sistema economico attraverso l’introduzione di elementi di libera concorrenza.

In politica estera Gorbačëv lavorò per superare le contrapposizioni della Guerra fredda, suscitando grandi speranze nell’opinione pubblica mondiale. L’Accordo di Washington del 1987, firmato con il presidente statunitense Ronald Reagan, stabilì lo smantellamento dei missili nucleari installati da Usa e Urss sul territorio europeo nei decenni precedenti.

Il crollo d

ei

regimi comunisti nell’Europa dell’Est

Le riforme di Gorbačëv incoraggiarono nei paesi del blocco sovietico i movimenti per la democrazia, soprattutto quando fu chiaro che l’Urss, a differenza del passato, non sarebbe intervenuta con la forza per impedire cambiamenti politici. Nel corso del 1989 grandi manifestazioni di piazza e rapidi mutamenti di governo si susseguirono da un paese all’altro, ponendo fine al dominio sovietico.

  • In Polonia, in agosto, l’organizzazione politica e sindacale Solidarność, fondata dieci anni prima ( capitolo 14, p. 349), vinse le elezioni e diede vita al primo governo non comunista nell’Europa dell’Est.
  • Nella Germania dell’Est, il 9 novembre, il regime comunista autorizzò l’apertura dei varchi del Muro di Berlino, che fino ad allora avevano impedito il passaggio fra le due parti della città: una folla in festa prese d’assalto il Muro, e i berlinesi dell’Est e quelli del’Ovest poterono finalmente riabbracciarsi. L’ultima eredità della Guerra fredda, la divisione fra Germania Ovest e Germania Est, fu superata nell’ottobre 1990 con la riunificazione e la nascita della Germania unita.
  • In Ungheria, Cecoslovacchia, Bulgaria, Albania furono gli stessi regimi comunisti a favorire il passaggio alla democrazia. Nel 1993 la Cecoslovacchia si divise pacificamente in Repubblica Ceca e Slovacchia.
  • Solo in Romania il dittatore Nicolae Ceausescu si oppose con la forza alla richiesta di libertà della popolazione, ma nel dicembre 1989 fu catturato e ucciso dopo un processo sommario.

Michail Gorbačëv e Ronald Reagan durante il primo incontro per il disarmo nucleare tenutosi in Svizzera nel 1985.

studio con metodo

Memorizzo

9 novembre 1989 Crollo del Muro di Berlino

Comprendo

Rispondi.

- In che modo, nella maggior parte dei paesi dell’Europa dell’Est, si giunse alla fine del dominio sovietico?

La fine dell’Urss

La caduta dei regimi comunisti nell’Europa dell’Est diede forza ai movimenti nazionalisti sorti nelle repubbliche che facevano parte dell’Unione Sovietica, in particolare quelle baltiche, Estonia, Lettonia, Lituania, che proclamarono l’indipendenza nel 1990.

Le forze conservatrici dell’Unione Sovietica tentarono di opporsi a questo processo di cambiamento mettendo in atto un colpo di Stato nell’agosto 1991, che però fallì.

L’8 dicembre 1991 i presidenti di Russia, Ucraina e Bielorussia, tre delle principali repubbliche sovietiche, proclamarono l’indipendenza dei loro Stati: questo atto segnò la fine dell’Unione Sovietica, che fu annunciata al mondo da Gorbačëv in diretta televisiva il 25 dicembre 1991.

La n

uo

va Russ

ia

Negli anni Novanta la nuova Russia (ufficialmente Federazione russa) attraversò una profonda crisi sociale e politica.

L’introduzione della libera concorrenza provocò infatti la chiusura di molte industrie, incapaci di produrre a prezzi di mercato. I beni dello Stato, tra cui le imprese che producevano petrolio e gas, furono messi in vendita a prezzi bassissimi: ciò favorì la nascita di una nuova classe di imprenditori definiti “oligarchi”, che concentrarono potere e ricchezza nelle proprie mani, mentre il resto della popolazione si impoveriva sempre più a causa di una devastante inflazione.

Nel 1994 la Russia intraprese una guerra contro la Cecenia, una regione nel Sud del paese che aspirava all’indipendenza, destinata a prolungarsi per un decennio.

Gli abitanti di Berlino festeggiano l’apertura dei varchi del Muro e la riunificazione della città nel novembre 1989.

studio con metodo

Memorizzo

25 dicembre 1991 Fine dell’Unione Sovietica

Colgo le relazioni

Rispondi.

- Quali spinte portarono al crollo dell’Unione Sovietica?

La Russ

ia

di Putin

Nel 2000 fu eletto presidente della Federazione russa (riconfermato poi nel 2004) Vladimir Putin, che riuscì a rilanciare l’economia e a stabilire buoni rapporti internazionali. Tuttavia, in seguito alla crisi economica globale del 2008 ( capitolo 18, p. 448) che colpì duramente anche la Russia, le riforme vennero abbandonate, i rapporti internazionali peggiorarono e il governo adottò una politica più repressiva nei confronti di oppositori e critici del potere.

Eletto per la terza volta presidente nel 2012, Putin agì soprattutto per restituire alla Russia il ruolo di grande potenza ed estendere il suo controllo nell’area dell’ex Unione Sovietica. Questa scelta portò la Russia a scontrarsi con l’Ucraina, che nel frattempo aveva avviato trattative per aderire all’Unione Europea. Per ostacolare questo processo, nel 2014 Putin proclamò l’annessione della Crimea, una regione ucraina abitata prevalentemente da russofoni (cioè persone che parlano in russo fin dalla nascita), e sostenne la ribellione armata di gruppi separatisti filorussi nella regione del Donbas, nell’Ucraina orientale, dando il via a una sanguinosa guerra civile.

L’invas

io

ne dell’Ucr

ai

na

Rieletto presidente per la quarta volta nel 2018, nel febbraio 2022 Putin ha deciso di invadere l’Ucraina, violando quindi la sovranità di uno Stato indipendente. Gli Stati Uniti e l’Unione Europea hanno reagito fornendo armi all’Ucraina e adottando dure sanzioni economiche nei confronti della Russia, alle quali Mosca ha risposto con tagli alle esportazioni di gas dirette verso i paesi europei.

studio con metodo

Comprendo

Sottolinea nel testo qual è l’obiettivo della politica di Putin.

Memorizzo

2022 Invasione russa dell’Ucraina

L’aggressione russa, che ha riportato la guerra nel cuore del continente europeo dopo i conflitti nella ex Iugoslavia negli anni Novanta del secolo scorso ( p. 423), ha modificato gli equilibri internazionali, con conseguenze che si potranno valutare solo sul lungo periodo.

L’invasione russa dell’Ucraina nel febbraio 2022

Vladimir Putin durante un comizio a Mosca nel 2015.

Gli abitanti di Kiev, capitale dell’Ucraina, si rifugiano nella metropolitana durante i primi bombardamenti russi nel febbraio 2022.

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Ti racconto la Storia - volume 3
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Dal Novecento a oggi