2. Una guerra moderna e di massa

2 Una guerra moderna e di massa

la “modernità” al servizio della guerra

Le innovazioni tecnologiche e scientifiche che nella seconda metà dell’Ottocento avevano fatto sperare in un futuro di progresso e di collaborazione fra i popoli furono messe al servizio della guerra. La rete ferroviaria rese possibile il rapido spostamento di milioni di soldati da un fronte all’altro e semplificò l’organizzazione dei rifornimenti di armi e cibo. Telefono e telegrafo consentirono le comunicazioni fra i vari reparti dell’esercito.

Vennero sperimentate nuove e micidiali armi: le mitragliatrici, ciascuna con una forza di fuoco pari a circa 100 fucili, le bombe a mano, i gas asfissianti ( L’iprite e le maschere antigas, p. 133). Furono inoltre impiegati per la prima volta quelli che sarebbero diventati i protagonisti di ogni conflitto futuro: i carri armati e gli aerei.

GLI ASSI DELL’AVIAZIONE

Nelle fasi iniziali della guerra l’aviazione fu impiegata soprattutto a supporto delle battaglie terrestri: le ricognizioni fotografiche fatte dai piloti permettevano di individuare e osservare le postazioni nemiche e dirigere quindi i tiri di artiglieria su obiettivi mirati.

Successivamente vennero montate le mitragliatrici accanto al pilota e si svolsero così le prime battaglie aeree. Gli aviatori, spesso esponenti dell’aristocrazia, venivano presentati dalla stampa come uomini coraggiosi che rischiavano la vita in questi “duelli” aerei dell’età moderna, un’immagine ben diversa rispetto a quella dei soldati anonimi che cadevano nel fango dei campi di battaglia.

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Eserciti di milioni di uomini

La Prima guerra mondiale ebbe un carattere di massa, con eserciti di dimensioni mai viste prima, grazie alla leva di massa obbligatoria per tutti i giovani uomini: tra il 1914 e il 1918 circa 75 milioni di uomini, fra i 18 e i 50 anni, indossarono una divisa e andarono a combattere. Nei combattimenti furono coinvolte anche truppe provenienti dai domini coloniali: per la Francia circa 400 000 africani, schierati in prima linea; per la Gran Bretagna 150 000 indiani, arruolati come truppe ausiliarie (cioè destinate a servizi amministrativi e di trasporto).

La sorte della popolazione civile

La Prima guerra mondiale fu una guerra di massa anche perché, oltre ai milioni di soldati al fronte, coinvolse le popolazioni civili. Nelle aree dove si combatteva e che furono occupate a lungo dagli eserciti vi furono requisizioni di prodotti agricoli, saccheggi, violenze. In molti casi gli abitanti furono costretti ad abbandonare le proprie case per affrontare l’incerto destino di profughi.

Diverse nazioni, inoltre, adottarono misure repressive contro i propri cittadini appartenenti a nazionalità percepite come “nemiche”, arrivando fino alla  deportazione.

Lo sterminio degli armeni

Il destino più tragico toccò agli armeni, una minoranza cristiana che viveva all’interno dell’Impero ottomano. Dopo essere entrato in guerra a fianco degli Imperi centrali, il governo turco accusò gli armeni di complicità con la Russia, che ne sosteneva le richieste di indipendenza.

Secondo un piano prestabilito, a partire dall’aprile 1915 gli armeni furono arrestati, massacrati o spinti con la forza verso il deserto della Siria, dove molti morirono per la fame, gli stenti e le malattie: si trattò di un vero e proprio genocidio, cioè la distruzione intenzionale di un popolo ( Ieri e oggi, p. 140). Si stima che, su circa due milioni di armeni, le vittime dello sterminio siano state fra le 700 000 e il milione, compresi vecchi, donne e bambini.

Ti racconto la Storia - volume 3
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Dal Novecento a oggi