Prova C - Fobie sociali

Prove sul modello INVALSI Fobie sociali PROVA C Manfred Spitzer, Solitudine digitale. Disadattati, isolati, capaci solo di una vita virtuale?, trad. di C. Tatasciore, Corbaccio Editore, Milano 2016 Il neuroscienziato tedesco Manfred Spitzer (1958), nel suo saggio Solitudine digitale, indaga alcuni effetti dei media digitali sulla nostra vita, tra i quali lo stress, la depressione, i disturbi dell attenzione. In particolare uno studio condotto su Facebook ha rivelato un calo di benessere in coloro che ne fanno un uso eccessivo. I social media determinerebbero inoltre un incremento delle fobie sociali in soggetti dalla personalità nevrotica e una sostituzione delle relazioni reali con quelle virtuali negli individui tendenzialmente estroversi. Dunque, differentemente da come si pensa, Facebook non rende le relazioni più facili, ma può al contrario reprimere le competenze sociali. 5 10 15 20 25 30 376 Si potrebbe pensare che i social network aiutino proprio le persone più timide a costruire un ponte verso gli altri, perché la relazione sociale che si stabilisce in questo caso non ha la stessa intensità di quando ci si trova realmente insieme. Pertanto, per i soggetti affetti da questo tipo di fobie Facebook potrebbe rappresentare una sorta di «approccio light . D altro canto è anche plausibile che Facebook accentui le fobie sociali, soprattutto in quei soggetti che già ne soffrono in misura considerevole. Un lavoro dal titolo suggestivo «Face to Face versus Facebook: l uso dei social network accentua o riduce l eccitazione fisica nei soggetti affetti da fobie sociali? ha cercato di rispondere proprio a questa domanda. A questo scopo sono state intervistate 26 studentesse di college di età compresa tra i 18 e i 20 anni. In un primo momento sono state poste domande sulle loro fobie sociali. Poi, sull indice e il medio della mano sinistra delle partecipanti sono stati posizionati degli elettrodi per misurare la conduttività della pelle come indicatore del grado di eccitazione. L esercizio consisteva quindi del memorizzare il viso di una donna. Le studentesse sono state divise in gruppi con criterio casuale. Ogni gruppo doveva seguire l esperimento secondo una delle due istruzioni: nel primo caso la persona che doveva essere memorizzata veniva fatta entrare per due minuti nella stanza e sedeva al tavolo, di fronte alla partecipante, senza guardarla e senza parlarle. Anche ai soggetti del test fu richiesto di non comunicare con la persona (versione face-to-face) e di memorizzare soltanto il suo viso. Nella seconda versione dell esperimento (Facebook), i soggetti partecipanti avevano la possibilità di guardare per due minuti 26 foto della stessa persona tratte da un account Facebook, per memorizzarne il viso. Dall esperimento è risultato che sia attacchi d ansia, sia agitazione si manifestavano in maniera più spiccata quando il contatto avveniva prima attraverso Facebook e poi nella realtà, e questo soprattutto tra le ragazze che soffrivano di marcate fobie sociali (figura 1). Con ogni evidenza, l ipotesi che una relazione tramite Facebook riduca l ansia in vista di una relazione sociale reale non è stata confermata. Al contrario: la fobia sociale non viene indebolita, ma accentuata da un precedente rapporto costruito via Facebook. Usando le parole degli autori: «Facebook non rappresenta necessariamente un inizio morbido al contatto con una persona, riducendo l eccitazione quando arriverà il momento di incontrare dal vivo la persona in questione. Facebook sembra avere se mai un influenza negativa, soprattutto quando si tratta di soggetti con marcate fobie sociali .

Palestra di scrittura
Palestra di scrittura