T7 - Gustavo Zagrebelsky, La pena di morte è una questione

Tipologia B 85 Quando si tratta di robustezza e innovazione, nulla può stare al pari delle piante. Grazie all evoluzione che le ha portate a sviluppare soluzioni molto diverse da quelle trovate dagli animali esse sono, da questo punto di vista, organismi molto più moderni. Faremmo bene a tenerne conto, nel progettare il nostro futuro. COMPRENSIONE E ANALISI 1 Evidenzia la tesi dell autore. 2 Individua gli argomenti che l autore porta a sostegno della propria tesi, concentrandoti in particolare sulle differenze tra mondo animale e mondo vegetale e facendo attenzione alla distribuzione dei capoversi. 3 Quale funzione ha, nel testo, l utilizzo della prima persona plurale? 4 Descrivi in 50 righe le altre scelte stilistiche fatte dall autore e la loro funzione. PRODUZIONE Elabora un testo nel quale sviluppi le tue opinioni sulla questione affrontata nel brano e sulle riflessioni dell autore, anche alla luce delle tue personali esperienze e delle conoscenze acquisite nel tuo percorso di studio. La pena di morte è una questione ancora aperta T 7 AMBITO FILOSOFICO Gustavo Zagrebelsky Il brano è tratto dall introduzione scritta nel 2018 da Gustavo Zagrebelsky (San Germano Chisone 1943), giurista e giudice italiano, a un pamphlet del filosofo esistenzialista Albert Camus contro la pena di morte (1957). Nel testo, Zagrebelsky valuta una risoluzione adottata nel 2007 dall Assemblea generale delle Nazioni Unite a proposito della pena di morte, mostrando come il problema, per quanto discusso da tempo immemorabile, sia ancora un terreno di scontro filosofico, politico, giuridico. 5 10 15 [ ] a compimento di un lungo percorso di mobilitazione civile e di lavorio diplomatico nel quale l Italia ha svolto un ruolo di avanguardia, il 18 dicembre 2007 l Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione per la moratoria universale della pena di morte . Vi si legge ch essa attenta alla dignità della persona; che non esiste alcuna prova conclusiva ch essa abbia valore deterrente e che gli errori giudiziari, sempre possibili, una volta eseguita la sentenza, sono irreparabili. Si esprime la convinzione che la riproduzione della pena di morte contribuirà allo sviluppo dei diritti umani e si prende atto d una tendenza all aumento degli Stati che non prevedono o non eseguono la pena capitale. Conclusivamente, gli altri Stati dove la morte come pena è tuttora in vigore sono invitati a limitare progressivamente il numero dei reati per i quali è prevista la pena capitale, a salvaguardare i diritti di coloro che devono esser messi a morte (cioè a non infierire inutilmente sui condannati) e si esprime l auspicio che dove la pena di morte è stata abolita non sia reintrodotta. Questa dichiarazione ha un duplice significato. Innanzitutto, segna una svolta: fino ad allora la pena di morte fu questione che ogni Stato affrontava secondo i suoi principi e le sue politiche criminali; da quel momento, il solo fatto che il massimo consesso rappresentativo delle nazioni del 311

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