T3 - Anna Maria Ortese, Le piccole persone

Tipologia B T 3 Le piccole persone AMBITO SOCIALE Anna Maria Ortese Il testo della scrittrice Anna Maria Ortese (Roma 1914-Rapallo 1998), probabilmente scritto nel 1982, è stato pubblicato postumo nella raccolta Le piccole persone (2016). 5 10 15 20 25 30 35 40 Un giorno in un racconto di Natalia Ginzburg, che usciva a puntate, e del quale non mi fu dato di vedere il seguito, trovai la parola faccia , o viso , applicata al musetto di un gatto. Per me fu una scoperta, e mi sembrò il segno di una rivoluzione che in molti aspettiamo da tempo, rivoluzione stranissima, ma l unica veramente in grado di consentire un salto di qualità nella storia umana, di promuovere l uomo al grado di essere superiore, che egli asserisce continuamente di aver raggiunto. L uomo, infatti, riconoscendo che anche gli animali hanno una faccia (due occhi, spesso supremamente belli e buoni, naso, bocca e fronte), ammette implicitamente che gli animali sono suoi fratelli, o anche semplici antenati , conviventi oggi con la sua storia, sono meravigliosi oppure comuni diversi , e quanto lui partecipano del mistero e il dolore e il cammino della vita. Sono piccole persone mute, un immenso popolo muto, e generalmente mite, ma senza un diritto al mondo, e di cui ciascuno può fare ciò che vuole, e lo fa, macchiando la terra di un solo interminabile delitto, per il quale non c è mai un gastigo. So quanto sia sgradevole certa gente a volte nazioni intere sentir parlare delle Piccole Persone come di un popolo oppresso, avente diritto davanti all umanità ma ugualmente oppresso, usato e straziato milioni di milioni di volte al giorno, su tutta la terra; tuttavia devo proseguire, perché è una faccenda che non si può più rimandare. E morire, oppure semplicemente lasciar cadere la penna senza averne mai parlato, sarà vergogna suprema per uno scrittore. Ecco dunque. Ritengo gli Animali Piccole Persone, fratelli diversi dell uomo, creature con una faccia, occhi belli e buoni che esprimono un pensiero, una sensibilità chiusa, ma dello stesso valore della sensibilità e il pensiero umano, soltanto lo esprimono al di fuori del raziocinio o ragione per cui noi andiamo noti, e ci incensiamo tra noi. Ma questo raziocinio, o ragione, poi lo applichiamo semplicemente al servizio di istinti (conservazione, fame), o di una degenerazione dell istinto: l accumulo e lo sperpero, che le Piccole Persone non conoscono. Le Piccole Persone sono pure e buone. Non sono avide. Non conoscono né l accumulo né lo sperpero. Hanno cura dei loro piccoli siano belli o brutti, desiderati o indesiderati e prestano frattanto mille (che dico: miriadi) di servigi preziosi all uomo. In altri tempi lo hanno nutrito, allevato, coperto, proprio come madri. Gli hanno fatto compagnia (sulla Terra non c era nessuno che lo consolasse). Una famiglia particolare, il Cane, ha preso a proteggerlo, e milioni di volte è morto per lui. Gli Uccelli altra famiglia di origine angelica nel fitto delle foreste hanno cantato per lui, ricordandogli che il cielo non lo aveva dimenticato (e nel cielo, egli sapeva istintivamente, era la sua origine). Ci sarebbe da riempire biblioteche intere sulla storia dei servigi e sacrifici e tanta innocente mirabile compagnia data dalle Piccole Persone all Uomo. Ma, come sempre, noi che ringraziamo qualcuno sfioreremmo agli occhi del Bruto la retorica. Questo non sia. Ma ecco, ritorno al punto. Ritengo gli animali appartenenti, a causa della loro faccia e del loro palese sentire e capire, appartenenti alla famiglia stessa da cui venne, terribilmente armato di raziocinio, l uomo: la vita. Solo il raziocinio l a303

Palestra di scrittura
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