T9 - Luciano Bianciardi, Sogni e sopravvivenza

Verso la prima prova d esame Luciano Bianciardi, Sogni e sopravvivenza T 9 La vita agra Sono le pagine finali del romanzo La vita agra (1962) di Luciano Bianciardi (Grosseto 1922-Milano 1971), scrittore, giornalista e traduttore che, sin dagli esordi (un reportage su un grave incidente alla miniera di Ribolla, dovuto a trascuratezze nei confronti delle norme di sicurezza previste per i lavoratori), attribuisce alla letteratura un valore di impegno civile diretto, in quanto strumento di denuncia e di intervento militante. Dopo aver descritto il lato oscuro del boom economico italiano attraverso la vicenda largamente autobiografica dell isolamento di un intellettuale che proviene dalla provincia, il narratore prospetta le linee di una provocatoria e tuttavia possibile utopia. 5 10 15 20 25 30 252 Lo so, direte che questa è la storia di una nevrosi, la cartella clinica di un ostrica malata che però non riesce nemmeno a fabbricare la perla. Direte che se finora non mi hanno mangiato le formiche, di che mi lagno, perché vado chiacchierando? vero, e di mio ci aggiungo che questa è a dir parecchio una storia mediana e mediocre, che tutto sommato io non me la passo peggio di tanti altri che gonfiano e stanno zitti. Eppure proprio perché mediocre a me sembra che valeva la pena di raccontarla. Proprio perché questa storia è intessuta di sentimenti e di fatti già inquadrati dagli studiosi, dagli storici sociologi economisti, entro un fenomeno individuato, preciso ed etichettato. Cioè il miracolo italiano. Un ubriaco muore di sabato battendo la testa sul marciapiede e la gente che passa appena si scansa per non pestarlo. Il tuo prossimo ti cerca soltanto se e fino a quando hai qualcosa da pagare. Suonano alla porta e già sai che sono li per chiedere, per togliere. Il padrone ti butta via a calci nel culo, e questo è giusto, va bene, perché i padroni sono cosi , devono essere cosi ; ma poi vedi quelli come te ridursi a gusci opachi, farsi fretta per scordare, pensare soltanto meno male che non è toccato a me, e teniamoci alla larga perché questo ormai puzza di cadavere, e ci si potrebbe contaminare. Persone che conoscevi si uccidono, altre persone che conosci restano vive, ma fingono che non sia successo niente, fingono di non sapere che non era per niente una vocazione, un vizio assurdo, e che la colpa è stata di tutti noi. Fai testamento, ci scrivi chi vuoi a seguire il tuo carro, come vuoi il trasporto, ti raccomandi che non ti facciano spirare negli scantinati, ma poi, a ripensarci, vedi che quest ultima tua volontà è fatta soltanto di rancore beffardo. Poiché l impresa non era abbastanza redditizia, pur di chiuderla hanno ammazzato quarantatré amici tuoi, e chi li ha ammazzati oggi aumenta i dividendi e apre a sinistra. [...] Tutto quello che c è di medio è aumentato, dicono contenti. E quelli che lo negano propongono però anche loro di fare aumentare, e non a chiacchiere, le medie; il prelievo fiscale medio, la scuola media e i ceti medi. Faranno insorgere bisogni mai sentiti prima. Chi non ha l automobile l avrà, e poi ne daremo due per famiglia, e poi una a testa, daremo anche un televisore a ciascuno, due televisori, due frigoriferi, due lavatrici automatiche, tre apparecchi radio, il rasoio elettrico, la bilancina da bagno, l asciugacapelli, il bidet e l acqua calda. A tutti. Purché tutti lavorino, purché siano pronti a scarpinare, a fare polvere, a pestarsi i piedi, a tafanarsi l un con l altro dalla mattina alla sera. Io mi oppongo. [...] Occorre che la gente impari a non muoversi, a non collaborare, a non produrre,

Palestra di scrittura
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