Palestra di scrittura

Tipologia A PROSA 80 85 90 95 100 105 110 115 120 «Ma io, ora, ho bisogno di questo e non d altro . «Non insistere. Se non ti conoscessi da parecchi anni, crederei che tu fossi pazzo . Questa parola mi fece fare il viso rosso, e non seppi più quel che dire. Ma se, prima ch egli l avesse detta, io ero disposto ad andarmene, mi sentii di più ostinato a far valere la mia buona ragione. E se, per caso gli avessi chiesto diecimila lire, perché non avrebbe voluto darmele? Il mio sentimento d amicizia non ammetteva nessuna differenza tra me e lui. Tanto più che, senza quell amicizia, io non mi credevo più nulla. Stavo, appunto, per farglielo capire, quando m accorsi che la signora Gina aveva sorriso di me a lui, credendo che io non la vedessi. Io lo guardai e gli dissi: «Non so quel che tu pensi di me. Non lo so . Egli mi rispose con stizza: «Né meno io! . Ebbi la certezza che dissimulava;3 e, perciò, persi ogni rispetto. La signora Gina era seccata e faceva capire bene che aspettava ch io me ne andassi; perché non ne poteva più. Ma io, ormai, come affascinato4 di me stesso, continuai: «Lasciami dire tutto quello che voglio! . Guglielmo riprese rabbiosamente la pipa, e mi rispose: «Ti ascolto . Soffriva: lo vedevo bene. La signora Gina mi disse: «L ascolto anch io . «Da vero? .5 «Certamente . Allora fui invasato6 un altra volta, in un modo violento, dalla mia amicizia e avrei voluto trovare le parole più belle. « inutile ch io mi rifaccia da capo, però! dissi quasi con angoscia. Presi il mio cappello da dove l avevano messo, ed escii senza né meno7 salutare. Quando giunsi a casa, volevo subito troncare ogni amicizia con Guglielmo. E mi misi a letto con una febbre nervosa; con certi brividi che mi facevano saltare. Il giorno dopo tornai difilato da Guglielmo; e gli chiesi: «Hai ripensato a quel che mi bisogna? . Mi rispose, quasi adirato: «No . Io gli diedi un pugno sul viso, e me ne andai. Speravo di guarire. Volevo guarire. E invece sono stato più di cinque anni al manicomio. Ora che mi hanno lasciato perché dicono che sono guarito non ho più voglia di vivere. Sento che forse c è ancora in me qualche forza di giovanezza;8 ma io non mi arrischio né meno a lasciare la casa. come se io fossi stato di legno e ora fossi bruciato; e restasse di me soltanto la possibilità di concepirmi. La gente che conoscevo non ha più nulla a fare con me. Non penso né meno, e comincio a gustare sempre di più la mia idiozia. Perché l idiozia è una cosa dolce. Scrivo in un libriccino i sogni che faccio la notte; e cerco di ricordarmeli tutti. Sto lunghe ore a ripassarli, uno alla volta; con una pazienza scrupolosa; abituan- 3 dissimulava: fingeva. 4 affascinato: stregato da me stesso. 5 Da vero: davvero. 6 invasato: esaltato, dominato da una fol- 8. giovanezza: giovinezza. le eccitazione. 7 escii né meno: uscii senza nemmeno. 237

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