Palestra di scrittura

la tipologia a Figure di SIGNIFICATO Figura retorica Definizione Esempio Prosopopea Figura retorica per cui si introducono a parlare perso- Là, presso le allegre ranelne assenti o defunte, o anche cose inanimate, astratte, le, / singhiozza monotono come se fossero presenti, vive, animate. un rivo (G. Pascoli, La mia sera, vv. 11-12). Similitudine Figura retorica che mira a chiarire (logicamente o fantasticamente) un concetto presentandolo in parallelismo e in paragone con un altro, mediante la congiunzione come o i nessi così come , tale quale , come tale ecc.; può avere forma estesa, e in tal caso consta di una prima parte in cui si descrive la cosa presa come confronto, e di una seconda parte in cui si passa all applicazione. Oppure può risolversi tutta nel giro di una frase; in forma ancora più concentrata si riduce alla metafora, mentre la soppressione del come o di ogni altro nesso, cioè l identificazione di un termine con l altro, dà luogo all analogia. Quali dal vento le gonfiate vele / caggiono avvolte, poi che l alber fiacca / tal cadde a terra la fiera crudele (Dante, Inferno, VII, vv. 13-15). Sineddoche Figura che risulta da un processo psichico e linguistico attraverso cui, dopo avere mentalmente associato due realtà differenti ma dipendenti o contigue logicamente o fisicamente, si sostituisce la denominazione dell una a quella dell altra. La relazione tra i due termini coinvolge aspetti quantitativi, cioè i rapporti parte-tutto, singolare-plurale, genere-specie, materia prima-oggetto prodotto. e se da lunge i miei tetti saluto (U. Foscolo, In morte del fratello Giovanni, v. 8). Sinestesia Particolare tipo di metafora per cui si uniscono in stretto rapporto due parole che si riferiscono a sfere sensoriali diverse (colore squillante, voce calda); quando l accostamento tende a ripetersi (per contingenze storico-culturali e stilistiche) può determinarsi un mutamento semantico e nascere una nuova accezione della parola (il latino clarus, etimologicamente appartenente alla sfera sensoriale auditiva, è passato alla sfera visiva sia nel latino classico sia nelle lingue romanze, dove, a partire dal linguaggio musicale, ha nuovamente assunto un accezione acustica, come in suoni chiari , voce chiara ). Non vi ster molto, ch un lamento amaro / l orecchie d ogni parte lor feriva (L. Ariosto, Orlando furioso, XXIII, ott. 44). 177

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