Il magnifico viaggio - volume 5

Glossario zo Monti di U. Foscolo e l e. Al conte Carlo Pepoli di G. Leopardi). Nel linguaggio ecclesiastico, le lettere degli Apostoli che fanno parte del Nuovo Testamento. Epizeusi Termine della retorica classica, sinonimo di ripetizione o epanalessi . Esempi: «lo aspettano, aspettano in vano (G. Pascoli, X Agosto, v. 18); «chi sa dove, chi sa dove! (G. d Annunzio, La pioggia nel pineto, v. 94). Esametro Verso tradizionale dell epopea greca e romana da Omero in poi, usato però anche nella poesia religiosa (oracoli e inni), nella didascalica e, unito con il cosiddetto pentametro elegiaco, nella poesia elegiaca (distico elegiaco). L e. si trova alternato con il dimetro giambico già in Archiloco e poi in epodi di Orazio. Si ebbero vari tipi di e. secondo la disposizione degli spondei rispetto ai dattili; tra i più noti: e. spondaico, se il 5° piede è spondeo; e. periodico, se alterna dattili e spondei; e. saffico, frequente in Saffo, se ha lo spondeo all inizio e in fine; e. olodattilo, se formato tutto di dattili; e. olospondaico, se tutto di spondei. Nell e. greco le cesure più comuni sono: la cesura pentemimera, la cesura trocaica, la eftemimera. L e. latino, introdotto da Ennio, ha prevalenza di spondei, rigetta la cesura trocaica, preferisce la pentemimera. Con Virgilio l e. di stile severo raggiunge la perfezione anche per la tecnica delle regole sulla fine del verso. Nell e. medievale la cesura pentemimera diventa quasi esclusiva e spesso viene introdotta la rima . Nella metrica italiana cosiddetta barbara il ritmo dell e. è generalmente riprodotto con un settenario più un novenario . Esempio: «Lenta fiocca la neve // pe l cielo ciner o: gridi (G. Carducci, Nevicata, v. 1). F Fabula Termine equivalente all italiano favola ma conservato nell uso filologico e letterario nel significato di rappresentazione drammatica , soprattutto per indicare i vari tipi di commedia e tragedia dell età romana. Nella critica formalistica, il complesso dei materiali di una narrazione, analizzati in successione rigorosamente logico-temporale, indipendentemente dalla disposizione in cui l autore ha voluto presentarli nell intreccio dell opera. Figura etimologica una figura retorica grammaticale e insieme semantica che consiste nell accostamento di due parole aventi la stessa radice. La f. e. rientra nella famiglia delle paronomasie , vale a dire di quelle espressioni che, poste nello stesso segmento discorsivo, si richiamano per affinità di forma, ma se ne differenziano per lievi mutamenti dell espressione in grado così di creare inediti e inattesi circuiti di senso. Nel caso della f. e., l affinità di forma viene però determinata dalla presenza di una stessa radice per origine di etimo o per derivazione (come nelle espressioni vivere la vita , morire di una morte , amare di un amore , sognare un sogno ecc.). La figura si presta così a meccanismi di intensificazione semantica del concetto di base (evocata dalla radice), garantendone una maggiore forza espressiva. Esempi: « sì che pare / che ogni sera l anima le possa amare / d amor più forte (G. d Annunzio, La sera fiesolana, vv. 46-48); «le grandi Alpi Apuane / regnano il regno amaro (G. d Annunzio, Meriggio, vv. 25-26). Flash back Nella tecnica cinematografica, procedimento narrativo consistente nell interrompere il racconto di fatti attuali nel loro sviluppo cronologico, per inserirvi un episodio anteriore collegato più o meno intimamente con il racconto stesso. Per estensione, analogo procedimento adottato in opere narrative, soprattutto mediante inserti della memoria del passato nelle vicende del presente. Focalizzazione Nello svolgimento di un racconto è il particolare punto di vista da cui vengono narrati i fatti. La narrazione più diffusa è quella a focalizzazione zero , quando gli eventi sono riportati da un narratore onnisciente che non solo conosce i fatti, ma anche gli umori e i pensieri dei suoi personaggi. Talvolta, il punto di vista coincide invece con quello di un personaggio ed è il caso della cosiddetta focalizzazione interna ; infine, quando la narrazione è oggettiva, svolta da un narratore che riferisce azioni e comportamenti dei personaggi senza però aver accesso alla loro psicologia, si parla di focalizzazione esterna . Fonosimbolo Manifestazione fonica non riconducibile alle strutture fonematiche e morfematiche proprie di una data lingua. Il termine fonosimbolico è usato talvolta dai linguisti come equivalente di onomatopeico, per definire l origine di vocaboli che suscitano per onomatopea l immagine non di un suono o rumore ma di fatti visivi, di condizioni astratte ecc. Nell analisi dei testi letterari, specie poetici, il concetto di fonosimbolismo può estendersi e comprendere tutte le strutture foniche (allitterazioni , assonanze , paronomasie , elementi ritmici ecc.) capaci di suggerire significati supplementari. Esempi: crepitìo; crosciare; croscio (G. d Annunzio, La pioggia nel pineto, vv. 36; 82; 85); chiacchiericcio; sciacquìo (G. Pascoli, I puffini dell Adriatico, vv. 8; 11). Fronte Nella canzone antica o petrarche- sca, la prima delle 3 parti in cui si suole dividere la strofa; è suddivisa a sua volta in 2 piedi di identica struttura metrica. I Iato Incontro di vocali appartenenti a sillabe diverse, a volte indicato, nella grafia, da una dieresi. riferito all incontro di vocali non solo nel corpo d una stessa parola, ma anche in fine e principio di due parole consecutive. Esempio: «Cominciò a poco a poco indi a levarse (L. Ariosto, Orlando furioso, II, ott. 49). Inversione Spostamento nell ordine o nella disposizione degli elementi (due o più) di un insieme che per lo più prendono il posto l uno dell altro, in modo da ottenere una disposizione contraria a quella di prima, o comunque diversa: i. dei termini di una proposizione. In particolare, i. di un costrutto o i. sintattica, la disposizione delle parole di un costrutto sintattico in modo diverso da quello normale e più semplice, soprattutto per effetti stilistici: le i. sono frequenti nella poesia; i. elegante, studiata, contorta, forzata, che genera oscurità. Esempio: «O del grand Appennino / figlio picciolo (T. Tasso, Rime, 573, 1-2). Invettiva Discorso polemico concitato e violento, di accusa, di oltraggio, di acerbo rimprovero, contro persone o cose. Anche, scritto fortemente polemico e, in particolare, componimento letterario in voga nel Trecento e nel Quattrocento. Esempio: «Casto poeta che l Italia adora, / vegliardo in sante visioni assorto, / tu puoi morir! Degli antecristi è l ora! / Cristo è rimorto! (E. Praga, Preludio, vv. 13-16; è la violenta invettiva rivolta a Manzoni). Io lirico La voce che, in prima persona, esprime ed enuncia i contenuti della poesia. Non deve essere confuso con il poeta, autore del testo: le due figure non necessariamente coincidono. L io lirico si rivolge spesso a un tu immaginario, l interlocutore, che a sua volta non è da confondere con il destinatario reale, il lettore. Ipallage Figura retorica consistente nel mutare il normale rapporto semantico e sintattico fra due parole, attribuendo per esempio un aggettivo a un sostantivo diverso da quello cui, nella stessa frase, dovrebbe unirsi. Esempio: «Il divino del pian silenzio verde (G. Carducci, Il bove, v. 14): l aggettivo cromatico «verde che, logicamente, andrebbe riferito a «pian , si trova invece poeticamente accostato a «silenzio . Iperbato Figura retorica consistente nel separare due parole strettamente connesse dal punto di vista sintattico mediante l inserzio- 951

Il magnifico viaggio - volume 5
Il magnifico viaggio - volume 5
Dal secondo Ottocento al primo Novecento