Il magnifico viaggio - volume 5

Glossario ne di una o più parole, in modo da determinare un ordine inconsueto o irregolare degli elementi della frase, con particolari effetti di suggestione poetica. Esempio: «sembra la nebbia mattinal fumare (G. Pascoli, Arano, v. 3). Iperbole Figura retorica, consistente nell esagerazione di un concetto oltre i termini della verosimiglianza, per eccesso ( le grida salivano alle stelle ) o per difetto ( non ha un briciolo di cervello ). Esempio: «Pareva che fosse di Mazzarò perfino il sole che tramontava (G. Verga, La roba). Ipotassi Procedimento sintattico (detto anche subordinazione) per cui le proposizioni sono ordinate ed espresse nel periodo secondo un rapporto di dipendenza cronologica e causale, che comporta una stretta subordinazione di modi e di tempi (per es., spero che venga ; speravo che venisse ). L i., che si oppone alla paratassi (o coordinazione), è il procedimento sintattico più comune nella prosa d arte tradizionale. Iterazione Ripetizione, replica: i. di concetti, di frasi, anche come artificio stilistico. Esempio: «E cammina e cammina (G. Verga, La roba). L Litote Figura retorica che consiste nella formulazione attenuata di un giudizio o di un idea attraverso la negazione del suo contrario ( non ignaro , ossia esperto; non è un aquila , ha intelligenza scarsa). Esempi: «Non era l andar suo cosa mortale (F. Petrarca, Canzoniere, 90, 9); «Don Abbondio (il lettore se n è già avveduto) non era nato con un cuor di leone (A. Manzoni, I promessi sposi). Locus amoenus Espressione latina che significa luogo piacevole . la descrizione di un paesaggio ideale, dove l uomo vive in armonia con la natura e con i propri simili. Esempio: il Paradiso terrestre nel Purgatorio di Dante. M Madrigale Componimento poetico di origine italiana, basato sul modello metrico della ballata e dello strambotto, connesso in origine al canto a più voci, d argomento prevalentemente amoroso a sfondo idillico, soprattutto pastorale. Tra i più antichi m. sono da ricordare quelli petrarcheschi. In origine lo schema prevedeva 2 strofe di 3 versi ciascuna, variamente rimati, chiuse da una coppia di versi a rima baciata. Le varietà sono tuttavia numerose. Dal XVI sec. il 952 m. si stacca dal canto e muta profondamente. Oltre all endecasillabo viene ammesso il settenario e si afferma una grande varietà metrica. Anche l ispirazione si allarga e abbraccia la politica, la morale, la filosofia. Nel XVIII sec. il m. viene usato soprattutto per esprimere un complimento galante, spesso chiuso in un arguzia; come tale ebbe fortuna presso gli Arcadi. Successivamente, nella sua forma antica, torna in uso presso poeti di gusto arcaizzante del XIX sec.: G. Carducci, S. Ferrari, G. d Annunzio. Metafora Figura retorica che risulta da un processo psichico e linguistico attraverso cui, dopo aver mentalmente associato due realtà differenti sulla base di un particolare sentito come identico, si sostituisce la denominazione dell una con quella dell altra. un procedimento di trasposizione simbolica di immagini; una similitudine abbreviata in cui il rapporto tra due cose o idee è stabilito direttamente senza la mediazione del come (nella m. l ondeggiare delle spighe , ondeggiare sta a mare come movimento delle spighe sta a campo di grano). A seconda di fattori quali la lingua, la cultura, la distanza concettuale o fisica fra le realtà associate, il tipo di somiglianza individuato, la m. risulterà più o meno nuova ed efficace. La m. svolge funzioni complesse: come meccanismo di arricchimento ed evoluzione della lingua, come mezzo efficace di espressione, come strumento conoscitivo di realtà nuove o colte da nuovi punti di vista (m. scientifiche, macchie solari, buco nero ecc.). Esempi: «ella si spolpava i loro figliuoli e i loro mariti in un batter d occhio (G. Verga, La Lupa); «il giorno era apparso nero peggio dell anima di Giuda (G. Verga, I Malavoglia, cap. 3). Metatesi Fenomeno linguistico per cui, all interno della stessa parola, due suoni si possono invertire assumendo l uno il posto dell altro: si ha la m. a contatto, se i due suoni sono contigui; la m. a distanza, se i due suoni appartengono a due sillabe diverse e non sono contigui. Si ha infine la m. quantitativa quando si inverte reciprocamente la quantità di due vocali contigue. Esempio: «né ti dirò ch io sia, né mosterrolti / se mille fiate in sul capo mi tomi (Dante, Inferno, XXXII, 101-102). Metonimia Figura retorica che risulta da un processo psichico e linguistico attraverso cui, dopo avere mentalmente associato due realtà differenti ma discendenti o contigue logicamente o fisicamente, si sostituisce la denominazione dell una a quella dell altra. Costituiscono relazioni di contiguità i rapporti causa-effetto (sotto la specie autore-opera, leggere Orazio, cioè le opere scritte da Orazio), contenente-contenuto (bere un bicchiere), qualità-realtà caratterizzata da tale qualità ( punire la colpa e premiare il merito , cioè punire i colpevoli e premiare i meritevoli); simbolo-fenomeno (il discorso della corona, cioè il discorso del re o della regina), materia-realtà composta di tale materia (un concerto di ottoni, strumenti fatti d ottone). Si distingue tra m. in cui le realtà associate hanno una relazione di tipo qualitativo e sineddoche , in cui la relazione è di tipo quantitativo. Esempi: «quand io portava al tuo dolce lenzuolo / carezze e fiori (E. Praga, Vendetta postuma, vv. 7-8); «Cittadino Mastai, bevi un bicchier (G. Carducci, Il canto dell amore, v. 120); «quadri dovuti forse a celebri pennelli (E. Salgari, Le tigri di Mompracem, cap. 1). N Narratore onnisciente La voce narrante, che narra e racconta il susseguirsi degli eventi della storia, è onnisciente quando è esterna alla vicenda e si pone come un osservatore al di sopra delle parti, una voce fuori campo che conosce ogni cosa più dei personaggi stessi. Il narratore onnisciente è a conoscenza di tutto, delle loro azioni, dei loro pensieri, dei loro sentimenti, degli eventi passati come di quelli presenti e futuri, e nel raccontarli non tralascia di esprimere valutazioni e giudizi propri. Novenario Nella metrica italiana, verso che ha come ultima posizione tonica l ottava. Fu usato raramente nell antica poesia (Dante lo considerò come un metro estraneo alla lirica), pur conoscendo una certa diffusione sostenuta dall imitazione dell octosyllabe francese e provenzale. Ottenne maggiore fortuna nella poesia moderna, a partire da G. Pascoli e G. d Annunzio. Esempi: «la melza grossa e l ventr enflàto (Iacopone da Todi, O Signor, per cortesia, v. 16); «Le stelle lucevano rare / tra mezzo alla nebbia di latte (G. Pascoli, L assiuolo, vv. 9-10). O Ode Componimento lirico, di varia forma metrica e strofica e di vario contenuto, ma prevalentemente morale, civile e amoroso, per lo più di tono elevato; nato in Grecia come componimento musicale, tipico della lirica dorica ed eolica, si stacca dalla musica in epoca alessandrina e poi romana, e riappare nella letteratura italiana dall età rinascimentale in poi, con struttura metrica mai fissa, ma comunque sempre ispirata ai modelli classici. Onomatopea In linguistica, modo di arricchimento delle capacità espressive della lingua mediante la creazione di elementi lessicali che

Il magnifico viaggio - volume 5
Il magnifico viaggio - volume 5
Dal secondo Ottocento al primo Novecento