Il magnifico viaggio - volume 5

80 85 90 95 100 105 110 115 120 125 Hallward si volse di nuovo verso il ritratto e lo riguardò. «Dio mio! disse «se è vero, e se questo è ciò che tu hai fatto della tua vita, allora devi essere anche peggiore di quello che si immaginano coloro che parlano male di te! Tornò ad accostare il lume alla tela e l esaminò. La superficie appariva del tutto inalterata, quale egli l aveva lasciata; evidentemente la bruttura e l orrore provenivano dall interno. Attraverso una strana accelerazione dalla vita interiore, la lebbra del peccato stava divorandolo lentamente, e il disfacimento di un cadavere in una tomba umida non era altrettanto spaventoso. La mano gli tremò e la candela cadde dal candeliere sul pavimento, dove rimase scoppiettante. La spense posandovi il piede sopra, poi si lasciò cadere sulla sedia malferma posta presso il tavolino e si nascose il volto tra le mani. «Buon Dio, che lezione, che tremenda lezione! . Non ottenne risposta; ma poteva udire il giovine singhiozzare presso la finestra. «Prega, Dorian, prega mormorò. «Che cosa ci hanno insegnato a dire da bambini? Non ci indurre in tentazione; perdonaci i nostri peccati; mondaci delle nostre iniquità . Diciamo insieme queste parole. La preghiera del tuo orgoglio è stata esaudita; quella del tuo pentimento sarà forse esaudita. Ti adoravo troppo e ne siamo stati entrambi puniti . Dorian Gray si voltò lentamente e lo guardò cogli occhi imperlati di lacrime. « troppo tardi, Basil balbettò. «Non è mai troppo tardi, Dorian. Mettiamoci in ginocchio e vediamo se possiamo ricordarci una preghiera. Non c è in qualche punto un versetto che dice: Per quanto scarlatti siano i tuoi peccati, io li renderò candidi come la neve ? . «Ormai per me queste parole non significano più nulla . «Taci! non parlar così. Il male che hai già fatto nella tua vita è bastante. Mio Dio, ma non vedi quella cosa maledetta che sogghigna verso di noi? . Dorian Gray guardò il ritratto e di subito lo prese un senso incontrollabile di odio contro Basil Hallward, come se gliel avesse suggerito l immagine sulla tela, come se gliel avessero sussurrato all orecchio quelle labbra ghignanti. Diede una rapida occhiata in giro. Lo sguardo gli cadde su qualche cosa che luccicava sul cassone dipinto che gli stava di fronte. Sapeva che cos era. Era un coltello che aveva portato seco qualche giorno prima per tagliare un pezzo di corda e che si era scordato di riportar via. Si mosse lentamente in quella direzione, passando accanto a Hallward. Appena fu dietro di lui l afferrò e si voltò. Hallward si moveva sulla sedia come se fosse sul punto di alzarsi. Gli fu sopra e affondò il coltello nella grande vena che sta dietro l orecchio, premendo in giù sul tavolino la testa dell uomo e vibrando un colpo dopo l altro. Ci fu un gemito soffocato e il suono orribile di chi affoga nel sangue. Le braccia tese si levarono convulsamente tre volte, agitando nell aria le mani con le dita contratte in maniera grottesca. Gli inferse altri due colpi, ma l uomo non si mosse. Qualche cosa cominciava a gocciolare sul pavimento. Aspettò ancora un momento, continuando a premere la testa all ingiù, poi gettò il coltello sul tavolino e rimase in ascolto. Non sentì nulla, tranne quel rumore di gocce che cadevano sul tappeto logoro. Aprì la porta e uscì sul pianerottolo. In casa il silenzio era completo; nessuno si moveva. Rimase chino per qualche secondo sulla ringhiera, frugando in giù con lo sguardo quel pozzo di oscurità, nero di tenebre; poi tirò fuori la chiave, ritornò nella stanza e vi si chiuse dentro. 406 / IL SECONDO OTTOCENTO

Il magnifico viaggio - volume 5
Il magnifico viaggio - volume 5
Dal secondo Ottocento al primo Novecento