3 - L’eros come colpa
Siamo molto vicini al cuore della tragedia classica, ma senza il mito dell’eroe che si rivolta: la scrittrice sembra accettare cristianamente l’ineluttabilità del costume sociale e della colpa che scaturisce dall’impossibilità di osservarne i precetti. Non resta che la via di una continua espiazione: è pressoché assente l’orgoglio dell’eroe tragico che viola consapevolmente il comandamento divino nemico degli uomini e della loro libertà, sino a concludere la sua parabola di rivolta in una laica catastrofe. La passione genera la colpa, e la colpa determina il precipitare nella spirale del peccato e, subito dopo, della sua espiazione.
Del resto, le passioni dei personaggi deleddiani rimangono spesso nel mondo dell’interiorità e dell’immaginazione (così avviene, per esempio, in Canne al vento per l’amore incestuoso e dunque inconfessato di Noemi per il nipote Giacinto), ma anche quando esse si realizzano l’autrice rifugge da una descrizione diretta dell’eros, quasi mai rappresentato nei suoi modi più concreti e “crudi”.
Il magnifico viaggio - volume 5
Dal secondo Ottocento al primo Novecento